Confermata la condanna di primo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione nei confronti di Cristian Salvatori, per la morte di Emanuele Tiberi. Per la Corte di Appello di Perugia a causare la morte del giovane, il 29 luglio del 2018, fu il pugno con il quale lo colpì Salvatori fuori da un locale di Norcia. Non ritenendo sufficienti all’alcol che Tiberi aveva assunto quella sera, come evidenziato dall’autopsia.
Un colpo dato a seguito di un tragico gioco tra i due conoscenti, che si colpivano con schiaffi sempre più forti. Fino al pugno “sproporzionato”, come si legge nella sentenza di primo grado, con cui Salvatori ha colpito al volto Tiberi, provocandone la morte.
Riconosciuta dunque la correttezza della sentenza con la quale il Tribunale di Perugia, un anno fa, aveva condannato Salvatori per omicidio preterintenzionale. Una sentenza nella quale era stato stabilito il nesso tra il pugno e la morte di Tiberi, ma anche i segni di pentimento che avevano portato a riconoscere a Salvatori le attenuanti generiche, con lo sconto della pena di un terzo.
I legali di Cristian Salvatori, Brunelli e Crisi, hanno provato a confutare il nesso diretto tra il pugno e la morte di Tiberi, che all’epoca aveva 32 anni. Ma per la Corte la morte di Tiberi è legata a quel colpo sferrato fuori dal locale quella maledetta sera di due anni fa.
In aula a Perugia, per ascoltare la sentenza della Corte d’Appello, c’erano i familiari di Tiberi, assistiti dagli avvocati Falcinelli e Ruggeri.