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Province | Bartolini, “la trattativa prosegue” | Ma agitazione resta

Redazione

Province | Bartolini, “la trattativa prosegue” | Ma agitazione resta

Si avvicina la scadenza del 31 ottobre | Raffica di incontri nei prossimi giorni
Mar, 06/10/2015 - 18:16

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La trattativa prosegue: le organizzazioni sindacali hanno condiviso la necessità di procedere speditamente almeno per le questioni che possono essere risolte a livello regionale, anche se rimane in piedi lo stato di agitazione che è stato proclamato in questi giorni”. L’assessore regionale alle riforme, Antonio Bartolini, commenta così l’incontro del Tavolo regionale che sì è svolto questa mattina a Villa Umbra ed al quale hanno preso parte, insieme ai rappresentanti regionali, le Organizzazioni Sindacali, i presidenti delle Province di Perugia e Terni ed i rappresentanti del Consiglio delle Autonomie Locali e di Anci Umbria.
A partire da domani – ha annunciato l’assessore Bartolini – si svolgerà tutta una serie di incontri per cercare di chiudere i punti relativi al trasferimento del personale dalle Province a Regione, Agenzie e Sistema Sanitario. E’ questo l’adempimento più urgente, visto che il Decreto Madia fissa al prossimo 31 ottobre il termine entro il quale occorre trasmettere al Ministero l’elenco nominativo del personale, con le relative funzioni, che si trasferisce”. L’assessore Bartolini ed il direttore delle risorse umane della Regione, Annalisa Doria, hanno illustrato ai partecipanti al Tavolo, la delibera assunta dalla Giunta regionale che indica i numeri ed criteri necessari per l’individuazione del personale che si trasferirà in Regione. “Abbiamo confermato la volontà di mantenere un dialogo assolutamente costruttivo – ha sottolineato Bartolini – per individuare intanto le migliori condizioni possibili e per seguire fino in fondo anche a livello nazionale tutta la vicenda. Abbiamo già sottoposto al Dipartimento della Funzione Pubblica le problematiche, economiche ed amministrative, delle nostre due Province. Abbiamo concordato di chiudere al più presto sul trasferimento del personale a Regione, Agenzie e Sistema Sanitario e contemporaneamente aprire tavoli di confronto dedicati alla Polizia Provinciale, ai Centri per l’Impiego ed ai Dirigenti. Abbiamo anche fatto presente alle Organizzazioni Sindacali che non c’è chiusura sui numeri e sui criteri, fermo restando però che non può essere superato il budget finanziario che abbiamo stabilito e che rappresenta un impegno economico molto rilevante per la Regione”.

Il caso del riordino del personale delle Province è stato poi portato oggi in Consiglio Regionale, in particolare dal gruppo della Lega Nord. “Il gruppo della Lega nord – hanno spiegato i rappresentanti Mancini e Fiorini – prende atto dei richiami legislativi in materia sanitaria menzionati dall’assessore Barberini. Richiami corretti ma che ovviamente non permetteranno di garantire l’ottimale riassorbimento del personale in esubero delle Province: per fare questo sarebbero necessari, secondo la stima predisposta dalla Giunta regionale, almeno 11 milioni di euro. Il nostro è un documento volto a verificare la possibilità di estendere quanto previsto dalla legge ‘n.190/2014’ in materia di reimpiego del personale amministrativo delle Province anche alle aziende sanitarie. Siamo d’accordo – aggiungono Mancini e Fiorini – a portare l’atto in Commissione per svolgere tutti gli approfondimenti che lo possano migliorare e rendere più efficace, tenendo conto che i consiglieri della Lega nord hanno già, dai primi giorni di settembre, depositato interrogazioni e mozioni sulle Province, come quella sulla vigilanza e il controllo delle costruzioni in zona sismica e il reimpiego del personale delle Province per garantire un migliore funzionamento degli uffici giudiziari decentrati (anche in vista della imminente ulteriore rivisitazione della geografia giudiziaria nazionale). Va infine sottolineato – concludono – il negativo riflesso della ‘Legge Delrio’ sulle finanze regionali, dato che essa opera, come sottolinea anche una delibera di Giunta del luglio scorso, ‘una presunta (non reale) razionalizzazione e riduzione della spesa complessiva, comportando trasferimento del personale, delle risorse e degli asset patrimoniali’. Nello stesso documento si legge che ‘il bilancio regionale non contiene, al momento, le risorse per il finanziamento dei Centri per l’impiego’. Risorse che dovrebbero essere individuate nell’ambito del prossimo assestamento di bilancio, di cui la Giunta dovrà farsi carico. Queste risorse dovrebbero in realtà arrivare da Roma, dove è stata partorita una riforma sbagliata: vengono infatti assegnate alle Regioni funzioni e compiti di competenza provinciale/statale. Non resta che operare con atti come quelli proposti dalla Lega, cercando di mettere a disposizione le risorse umane delle Province negli ambiti dove è possibile impiegarle: sanità, giustizia e sicurezza”.

Deciso a difendere l’Ente l’ex presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, oggi consigliere regionale. “Della trasformazione delle Province si è parlato molto ma in modo poco informato. Questi enti sono stati scelti come vittime sacrificali per salvare un obsoleto sistema politico istituzionale. È dal 1970, anno di nascita delle Regioni, che già si parla di abolire le Province mentre nei decenni esse si sono moltiplicate anche in modo imbarazzante, come avvenuto in Sardegna e in altri casi limite. Questa situazione ha travolto anche gran parte delle Province virtuose, sicuramente la grande maggioranza, che hanno svolto nel tempo una egregia attività di gestione del territorio”. Marco Vinicio Guasticchi (vicepresidente dell’Assemblea) è così intervenuto a margine della discussione d’Aula sulla mozione relativa al riordino delle Province. “Il vulnus politico – aggiunge – nasce dall’illusione che sacrificando questo ente si possano mantenere altri apparati, in molti casi davvero inutili. Il decreto-legge Salva Italia di Monti rappresenta una aberrazione politico istituzionale, dato che abroga le Province e i relativi articoli della Costituzione. Oggi – sottolinea Guasticchi – si sta consumando un dramma che vede la chiusura delle Province senza una strategia sia per il futuro svolgimento delle loro funzioni, sia per ciò che riguarda la ricollocazione ottimale di dipendenti che vantano una grande professionalità. Non si tratta di dipendenti di serie B – spiega – ma di autorevoli e qualificati operatori in grado di supportare amministrazioni ed enti. Tutti devono fare la propria parte e le istituzioni devono impegnarsi ad assorbire risorse umane provenienti dalle Province. È dunque necessario – conclude Guasticchi – bloccare i concorsi pubblici banditi da Comuni ed enti locali affinché tutto il personale delle Province venga riassorbito al più presto. Bisogna consentire alle Province di chiudere i bilanci, fortemente penalizzati dai tagli dello Stato. Va tutelato il personale affinché nessuno perda il posto e le professionalità vengano valorizzate. La Regione sta facendo e farà la sua parte affinché nessuno rimanga penalizzato da questa ‘riforma’”.

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