Pronto soccorso di Terni al collasso, le Rsu: "Noi vittime di un sistema che non funziona più" - Tuttoggi.info

Pronto soccorso di Terni al collasso, le Rsu: “Noi vittime di un sistema che non funziona più”

Redazione

Pronto soccorso di Terni al collasso, le Rsu: “Noi vittime di un sistema che non funziona più”

Ven, 06/10/2023 - 07:34

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Duro attacco alla Regione: afflusso al pronto soccorso ingestibile, interventi chirurgici slittano per i reparti occupati e letti sui corridoi

Di nuovo caos all’ospedale – e in particolar modo al pronto soccorso – “Santa Maria” di Terni. Dopo le ultime lamentele e denunce degli utenti, ora è lo stesso personale sanitario a intervenire, attraverso sindacati ed Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). Che oltre a confermare i disagi ed i problemi, ne mettono in luce anche altri con un duro attacco al sistema sanitario locale.

“Noi componenti Rsu dell’azienda ospedaliera S. Maria di Terni – esordiscono in una nota – esprimiamo solidarietà ai pazienti affluiti al pronto soccorso in questi ultimi giorni e nel contempo siamo grati ai nostri colleghi che ogni giorno, pur con le difficoltà più volte evidenziate anche dai giornali, svolgono con dignità il proprio lavoro in questa azienda. Questa volta non ci basta prendere atto di quello che avviene nel maggiore ospedale del territorio Ternano; questa volta ci esponiamo e diciamo la nostra. Da anni stiamo chiedendo il personale necessario per far funzionare al meglio il nosocomio che negli anni passati costituiva un punto di attrazione per le regioni limitrofe per l’alta specialità e per la qualità della gestione dei pazienti: rappresentava un esempio per le altre Aziende Sanitarie. Oggi siamo di fronte ad un’altra realtà. Il covid ci ha travolto e, nonostante ciò, noi operatori con tenacia e dedizione abbiamo svolto la nostra attivita’ salvando vite e sostenendoci l’un l’altro. E’ stato l’inizio di un calvario. A testimonianza di cio’ sono le cronache giornaliere”.

Non esiste più un filtro territoriale per evitare il pronto soccorso

Noi operatori del settore e voi utenti – denunciano le Rsu – siamo le vittime di un sistema che non funziona più o che forse qualcuno non vuol far funzionare. Basti pensare che nella nostra provincia non esiste più un filtro territoriale che permetta al pronto soccorso di gestire un numero congruo di pazienti cosi di offrire un servizio qualitativo corrispondente ai bisogni di ciascuno.

Allora cosa succede? Si verifica un afflusso al pronto soccorso ingestibile che mette in crisi tutto il nostro sistema ospedaliero. I racconti dei giornali si fermano qui, ma la storia prosegue: letti sui corridoi, chiusura di qualche reparto di chirurgia per far spazio alle medicine con conseguente prolungamento dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici, aumento del carico di lavoro per tutto il personale sanitario e non, sempre più insufficiente e stremato da anni di pandemia . Queste poche parole costituiscono una presa d’atto della nostra triste realtà voluta da una regione sorda e da un assessore assente, e una richiesta di aiuto alla cittadinanza e alle istituzioni tutte, perché crediamo che si possa pretendere un servizio sanitario pubblico, costituzionalmente garantito, in cui il personale motivato possa lavorare in modo sereno e proficuo”.

La Fp Cgil: servono azioni urgenti per risolvere le emergenze

Sulla situazione preoccupante all’ospedale di Terni si registra anche un nuovo intervento della Fp Cgil: “Leggiamo da note stampa denunce di familiari e utenti, giustamente stanchi della mala gestio della sanità in Umbria e nello specifico dello stazionamento in Pronto soccorso per giorni. Come organizzazione sindacale ormai da anni denunciamo la disorganizzazione delle reti ospedaliere e la mancata integrazione con il territorio”

“Liste di attesa per la prevenzione, per interventi chirurgici, mancanza di posti letto, carenza di organici, strutture che necessitano lavori di manutenzione – elenca il sindacato – e per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliera, l’urgenza della realizzazione di un nuovo ospedale per Terni, che richiede una rapida decisione. Anche perché dalla fase di progettazione fino al completamento dei lavori occorrerà un lasso di tempo piuttosto lungo, anche in relazione alla scelta dei finanziamenti che verranno utilizzati”.

Per la Fp Cgil è dunque positiva l’attenzione della politica, ma occorre mettere in campo quanto prima azioni concrete in grado di risolvere le emergenze, come l’adeguamento dei locali del Pronto Soccorso, del laboratorio analisi, l’avvio immediato dei lavori per la climatizzazione, in previsione della prossima estate e interventi strutturali generali. Rispetto ai finanziamenti, la Cgil ha sempre espresso la propria contrarietà all’utilizzo del “Project-financing”, ribadendo l’opportunità di utilizzare fondi pubblici, così come avvenuto per tutte le altre strutture ospedaliere regionali.

In riferimento al personale – continua la Fp Cgil – sono mesi che nei tavoli di trattativa discutiamo della corretta applicazione contrattuale per il conferimento degli incarichi, affinché venga riconosciuto il lavoro fatto da chi in questi anni ha coordinato i reparti, avviando contestualmente le procedure previste nei tanti reparti privi di coordinatori, favorendo la crescita professionale di una nuova generazione dei professionisti della salute”. “Ma nonostante la posizione da noi espressa, sostenuta anche dai pareri dell’Aran – continua il sindacato – si è creata nelle aziende una situazione di stallo del tutto incomprensibile”. La Fp Cgil ricorda come, proprio in questi giorni, si sia tenuto un evento formativo del centro unico di formazione della Regione Umbria, in collaborazione con il Coordinamento Nazionale dei Caposala – Coordinatori, alla presenza di un consulente Aran, “che ha confermato quanto da noi sostenuto in questi mesi di trattativa”.

“Non è più accettabile questa situazione di stallo – continua la Fp Cgil di Terni – il personale sanitario merita rispetto. Stiamo vivendo una situazione di massima emergenza anche in termini di sicurezza sul lavoro, le mancate assunzioni impediscono adeguati riposi e impongono turni di lavoro massacranti, è necessario procedere rapidamente con la stabilizzazione del personale rispettando l’accordo sindacale tra le organizzazioni dei lavoratori e la Regione, implementando il personale di tutte le figure professionali presenti nelle strutture sanitarie”.

Insomma, per la Cgil non c’è più tempo per analisi e proclami: “È il momento di agire rapidamente con scelte Politiche in grado di rispondere in maniera qualificata ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini, che non riescono più ad avere servizi adeguati dalle strutture pubbliche“.

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