(Ale. Chi.) – E' un Boccali deciso quello che si è visto questa mattina in assemblea al Partito Democratico: un primo cittadino uscente e candidato alle elezioni del 25 maggio più istituzionale, meno smart. La scelta è anche nella mise: per lui giacca e camicia, non il maglioncino azzurro come durante l'ultima conferenza. Ma dettagli a parte, il messaggio che esce dalle sue parole è chiaro: “sono un giocatore, non scelgo le regole“. Così ha esordito, rincarando poi la dose sul meccanismo primarie: “in altre città il sindaco non le avrebbe permesse“. Poi la descrizione di quanto si è fatto in questi anni, uno snocciolare eventi, iniziative e decisioni già affrontato nelle recenti occasioni di incontro: “abbiamo dato una visione alla città. Ma il coraggio delle scelte non si predica: si esercita“. E' in piedi, nell'aula del Pd, quando arriva la sferzata sulla polemica dei “like” alle pagine facebook dei candidati, dei “mi piace” acquistati in stock: “potevo essere più appariscente, fare più conferenze stampa, ottenere più mi piace, ma non l'ho fatto. Ho la coscienza a posto, perchè non avrò tagliato nastri, ma ho costruito la Perugia per i miei figli“.
La coalizione – Ma l'assemblea è lì ad aspettare la verità sull'unico grande nodo, una volta compreso che le primarie ci saranno. “E' evidente che dobbiamo allargare la coalizione. Lo faremo a sinistra, con i cristiano democratici. Ma se serve un boxeur io non ci sto“, dice. E chissà se a sinistra poi saranno d'accordo, specie dopo le ultime frasi dell'assessore Stefano Vinti, che ha parlato sulla sua pagina facebook di “cronaca di una morte annunciata“. Ma per lui, ad un certo punto, “la ricreazione deve finire”: un'affermazione di renziana memoria per dire che le primarie saranno il 2 di marzo, non il 9. “Mi auguro che queste primarie si svolgano come un pezzo della campagna elettorale, anche se ho imbarazzo per aver dovuto annullare degli eventi per dover sostenere l'impegno delle primarie“. Poi ritorna sull'integrità: “siamo un partito contendibile, non acquistabile. Per questo non accetto proposte economiche, ma dimostrazione di ciò che si intende fare“.
Il programma – Boccali ha con sè il programma: “Wladimiro, noi, tutti”, recita. Parla di scuole, asili, servizi assistenziali, di Perugia capitale della cultura e dei giovani, di videosorveglianza e vivere collettivo, di raccolta differenziata e semplificazione degli iter burocratici. “Riconsegno una città in piedi“, si legge. “Amministrare significa scegliere, ed io ho sempre scelto il noi, la città, i cittadini“.
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