Arriva al suo terzo e conclusivo giorno il IX Congresso di Rifondazione Comunista, a Perugia. “Un congresso che vuole affermare una cosa: non è vero che non c'è altro da fare rispetto alle larghe intese, che vanno avanti da novembre 2011. In Italia si può fare un piano per il lavoro prendendo i soldi da chi li ha: tassa sui grandi patrimoni, mettere un tetto alle pensioni e agli stipendi d'oro. E usare quei soldi per creare lavoro per i giovani, a partire dai lavori che servono, come la tutela del territorio. Poi si può fare un piano per mettere a valore i beni culturali: i tedeschi si offrono di gestire Pompei perché noi non siamo capaci. Invece di sprecare soldi per F-35 e Tav, usiamoli per far lavorare i giovani. Perché il problema del paese si chiama disoccupazione, non le questioni dello spread o altro”. Così il segretario nazionale Paolo Ferrero, durante un intervento su Rai Tre.
E lo stesso segretario, che ieri ha partecipare ai lavori della seconda giornata dedicata al PRC nazionale nel capoluogo umbro “Emerge sempre di più la necessità di un sistema proporzionale. Noi chiediamo semplicemente il pieno rispetto della sentenza della Consulta: il bipolarismo è fallito, morto e sepolto, l'unico sistema elettorale che può permettere al Parlamento di riacquistare una qualche rappresentatività è quello proporzionale”. Alla giornata, dedicata al dibattito tra i delegati e alle riunioni delle Commissioni, hanno partecipato lavoratori, No Tav, alcuni migranti e rappresentanti dei partiti della Sinistra europea, tra i quali Maite Mola di Izquierda unida e Gilles Garnier del Parti communiste francais.
Ad aprire i lavori del primo giorno di congresso era stato Enrico Flamini, recentemente riconfermato alla carica di segretario provinciale.