Posterna, Valentini "Comune sborsi subito 4,5 milioni o demolisco" - Tuttoggi.info

Posterna, Valentini “Comune sborsi subito 4,5 milioni o demolisco”

Sara Fratepietro

Posterna, Valentini “Comune sborsi subito 4,5 milioni o demolisco”

Demolizione costa 1 milione di euro, ecco come funziona | Costruttore annuncia battaglia al Comune di Spoleto "Cardarelli votò a favore nel 1999, ultimo permesso rilasciato nel 2014"
Mer, 29/11/2017 - 22:47

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Esistono solo due strade percorribili per il futuro del doppio palazzo della Posterna: il pagamento del Comune di Spoleto di un risarcimento danni di 4,5 milioni di euro, “trattabili“, oppure la demolizione. Con conseguente causa civile e rischio di un esborso molto maggiore da parte dell’amministrazione comunale. E’ quello che ritiene Rodolfo Valentini, titolare della società Madonna delle Grazie srl, costruttore di quello che ormai da anni è noto come “ecomostro”. Che parla pubblicamente mostrando faldoni su faldoni di documenti dopo la condanna definitiva per abuso edilizio (pena sospesa, insieme ad altri 5 tra progettisti, proprietario dell’area e tecnici comunali).


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L’edificio di via Interna delle Mura è stato raggiunto dall’ordinanza di demolizione emessa dalla Procura generale di Firenze ed ora ci sono due mesi di tempo (l’atto è del 9 novembre, ma c’è chi lo ha ricevuto soltanto una decina di giorni fa) per ottemperare. Oppure trovare un’altra soluzione per salvare il palazzo da oltre 14mila metri cubi. Che nello specifico potrebbe essere una sanatoria oppure l’acquisizione a patrimonio pubblico da parte del Comune. La questione è contorta, e forse un unicum a livello nazionale. Ad avallare la costruzione con quella volumetria è stata l’amministrazione comunale con propri atti, forte dell’ok anche degli enti sovraordinati. Ma il permesso a costruire è stato ritenuto illegittimo dal tribunale con sentenza definitiva e la condanna anche dei funzionari del Comune che firmarono l’atto. I privati coinvolti sarebbero a questo punto delle vittime? Non per i giudici, secondo i quali non potevano non sapere di star commettendo un illecito e per questo sono stati condannati pure loro.

Demolizione costa 1 milione di euro, ecco come funziona

L’area prima della costruzione del palazzo

La demolizione non spaventa Rodolfo Valentini, che ha già fatto fare tutti i preventivi di spesa per poter ottemperare all’ingiunzione dei giudici. Il costo per far sparire il palazzo della Posterna è di circa 1 milione di euro. Niente microcariche esplosive, visto anche il contesto. La demolizione prevede di fatto un vero e proprio smontaggio dell’edificio di via Interna delle Mura, pezzo per pezzo. I tempi necessari per il completamento, però, non sono stati stimati. Il ripristino dello stato dei luoghi, in realtà, per assurdo potrebbe prevedere anche il riposizionamento dei vecchi manufatti edilizi fatiscenti che occupavano l’area. Cosa che ovviamente concretamente non potrebbe avvenire. Ma la demolizione del doppio palazzo creerebbe problemi al parcheggio multipiano della Posterna, inserito nel progetto di mobilità alternativa, che non rispetterebbe più gli standard urbanistici e che rischierebbe anche di vedere l’area di accesso chiusa, essendo di pertinenza della Madonna delle Grazie.

Per questo l’amministrazione comunale di Spoleto, seppure finora non si sia espressa ufficialmente, vorrebbe evitare che si arrivi alla demolizione. E nei giorni scorsi si sono svolti incontri con tecnici e legali per capire il da farsi. In vista anche di incontrare i proprietari. Anche Rodolfo Valentini, in realtà, vorrebbe evitare tale ipotesi, soprattutto per le ripercussioni per i proprietari degli appartamenti e degli uffici. Le unità immobiliari sono infatti 49, anche se i 17 negozi non sono stati mai completati, mentre di 32 appartamenti ne sono stati venduti 25. “Il nostro primo interesse è tutelare i proprietari spiega il costruttore, che ricorda anche come “l’investimento è stato garantito con proprietà personali, senza alcun mutuo“.

Ultimo permesso a costruire nel 2014, “Cardarelli votò nel 1999”

Quello che più infervora il costruttore è che lui, insieme ai suoi tecnici di fiducia ed al proprietario di parte dell’area, Francesco Demegni con la sua Findem, ha soltanto seguito quello che hanno approvato politici e tecnici del Comune di Spoleto a partire dal 1998. E nel 1999 ad approvare definitivamente il piano particolareggiato – dopo i pareri di Regione, Provincia e Soprintendenza – che prevedeva una volumetria di 15mila metri cubi concessa al privato nello stesso comparto edilizio del primo stralcio della mobilità alternativa (deliberazione del consiglio comunale n. 82 del 29 aprile 1999), era stato – ricorda – anche l’attuale sindaco Fabrizio Cardarelli, allora consigliere comunale.

In realtà uno dei paradossi di tutta questa vicenda giudiziaria è che quel “Paru” (piano attuativo di ristrutturazione urbanistica) non è stato mai contestato dalla magistratura, che invece ha annullato ciò che ne è scaturito, cioè il permesso di costruire che recepiva il ‘trasferimento di volumetria’ nello stesso comparto dall’edificio pubblico (parcheggio) a quello privato (il doppio palazzo). Ma il costruttore punta il dito anche su un altro documento: il permesso a costruire rilasciato alla società Madonna delle Grazie il 10 luglio 2014 dal Comune di Spoleto per la variazione di alcune unità immobiliari da abitative a commerciali. Che nelle premesse ritiene validi tutti i documenti rilasciati precedentemente per l’edificio. Per correttezza, però, va detto che in quella data non era ancora arrivata la sentenza definitiva e, quel che più conta, quell’atto era stato rilasciato in ottemperanza ad una sentenza del Tar dell’Umbria, visto che l’ente non aveva voluto precedentemente rilasciarlo.

“Deve sanare il Comune, ma se pagano lo faccio io”

Ricordando quindi tutte le responsabilità del Comune in questa vicenda (i primi atti vennero approvati dalla Giunta Laureti, proseguendo poi con le due Giunte Brunini), per Rodolfo Valentini non sono i privati a dover chiedere una sanatoria per ‘salvare’ il doppio palazzo, ma il Comune. Cosa che il costruttore ha scritto nero su bianco agli uffici comunali, dopo la condanna definitiva per abuso edilizio, senza l’esito sperato, e trascinando infine l’ente davanti al Tribunale amministrativo regionale. Il quale però ha giudicato inammissibile quel ricorso una decina di giorni fa. Insomma i giudici, finora, hanno sempre bocciato la linea difensiva della società Madonna delle Grazie. Cosa che Valentini nota con disappunto e ritiene, di fatto, un accanimento. Tanto da aver dato vita ad azioni legali anche contro dei magistrati (tutte archiviate).

Il costruttore rimane comunque della sua idea: non sono i privati a dover sanare. Tuttavia è disposto a farlo lui – il costo stimato della sanatoria è di 350 – 400mila euro – purché prima il Comune di Spoleto gli paghi un risarcimento per quanto ha subìto in questi anni. La cifra stimata, senza danni morali ma solo per le spese ‘vive’, è di 4,5 milioni di euro, “ma possiamo anche trattare. Se l’amministrazione comunale non pagherà sarà Valentini stesso a promuovere subito la demolizione, procedendo poi con la causa civile già intentata contro l’ente per 27,8 milioni di euro. Guai a nominare l’ipotesi che il Comune acquisisca a patrimonio pubblico il doppio palazzo della Posterna: “Sarebbe una vera truffa” dice battagliero.

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