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PopSpoleto, vola Banco Desio a piazza affari / Clitumnus “compatti e ancora interessati”

Redazione

PopSpoleto, vola Banco Desio a piazza affari / Clitumnus “compatti e ancora interessati”

Ven, 14/03/2014 - 00:35

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Carlo Ceraso
Fra poco più di un mese, il 28 aprile per la precisione, avrebbe festeggiato 119 anni di storia. Invece per Banca Popolare di Spoleto, il ‘sogno’ di rimanere l’ultima banca umbra si infranto ieri all’annuncio di Banca d’Italia della sua vendita al Banco Desio e della Brianza dell’ad Tommaso Cartone. Una fine ingloriosa, determinata da anni di scandali e inchieste giudiziarie che l’hanno minata fino a finire, lo scorso anno, sotto commissariamento della Vigilanza (il secondo degli ultimi venti anni) e oggi sotto il controllo della banca lombarda.
I termini della cessione non sono ancora stati resi noti e probabilmente il nuovo assetto non si conoscerà per diversi giorni in attesa che venga definita nel dettaglio la nuova partecipazione societaria. Perché se l’offerta del Banco è stata giudicata la più idonea dai tre commissari straordinari, è evidente che l’ingresso di forze (e capitali) locali agevolerà il prosieguo della mission di Desio.
E su questo stanno lavorando i tre commissari di palazzo Koch (Brancadoro, Boccolini e Stabile) ma anche la cordata Clitumnus, la concorrente di Desio che potrebbe ottenere il pacchetto di minoranza. A dispetto di quanto era trapelato nei giorni scorsi la cordata umbro-laziale è ancora “compatta e interessata alla Popolare Spoleto” dice un socio di Clitumnus “nessuno si è sfilato, attendiamo di valutare quanto ci verrà proposto”. C’è chi parla che il Banco potrebbe riservare una quota fino al 20-25% del pacchetto, cui aggiungere almeno un ulteriore 10% che rimarrebbe nelle mani della ormai ex controllante Scs.
“Riferimento irrinunciabile” – l’annuncio a sorpresa di ieri sera non ha registrato neanche oggi prese di posizione da parte di istituzioni, politici e sindacalisti. Unica eccezione l’intervento del sindaco Daniele Benedetti il quale ha dichiarato che “quale che sia la risoluzione definiva della vicenda finanziaria della BPS, la Banca Popolare di Spoleto rappresenta un punto di riferimento irrinunciabile per il tessuto economico-produttivo del territorio ed è rimasta l'unica vera banca territoriale dell'Umbria, facendo di Spoleto un polo di primaria importanza del credito regionale.
La Popolare è nata alla fine dell’800 con il preciso scopo di raccogliere il capitale dei cittadini a vantaggio della collettività e del territorio. Tale vocazione deve essere mantenuta. Il nostro istituto di credito – continua il primo cittadino – deve confermare la sua vocazione, non solo per questioni che riguardano i livelli occupazionali, per cui auspico un confronto sereno con le organizzazioni sindacali, ma anche in riferimento al comparto dell’imprenditoria. Soprattutto in una congiuntura economica difficile come quella attuale, le piccole e medie imprese, moltissime a carattere familiare, devono poter contare su chi può favorire in maniera determinante il loro sviluppo. Così come confido che una risoluzione positiva per quanto riguarda futuro la Spoleto Credito e Servizi. Mi permetto di sottolineare un aspetto che mi sta a cuore: i contributi e gli investimenti che la BPS negli anni ha assicurato al settore cultura e a tante istituzioni culturali, in primis al Festival dei 2 Mondi. Contributi decisivi non solo per mantenere ad alti livelli il profilo di città d’arte di Spoleto ma in generale per le sorti della cultura e dello spettacolo in Italia negli ultimi anni che passano per tante splendide pagine del nostro Festival”.
Delusione fra i soci – delusi i membri del Comitato soci Bps e Scs che hanno sperato fino all’ultimo in una decisione che privilegiasse il controllo della banca nelle mani della cordata Clitumnus. Alcuni di loro hanno fatto trapelare di voler ora valutare l’operato dei commissari in questi 13 mesi di amministrazione straordinaria.
Titolo boom – il day after di Desio si è aperto all’insegna dell’euforia dei mercati, con piazza Affari che ha registrato un rialzo fino al 9% con il titolo che ha chiuso a 2,8€ (nel corso della giornata ha toccato anche 2,92€) dopo aver aperto a 2,71 facendo così segnare il record dell’anno. Una buona notizia per l’istituto che ieri aveva archiviato il 2013 “in perdita per 5 milioni di euro rispetto all'utile netto di 20,2 milioni dell'esercizio precedente, un risultato penalizzato da un aumento di rettifiche su crediti del 53% a 136,9 milioni, da un accantonamento straordinario di 16,8 milioni per il piano di esodo del personale e della perdita per 9,2 milioni della controllata elvetica Credito Privato Commerciale SA in liquidazione”. Nella nota di Desio si evidenzia “l'elevata solidità patrimoniale dell'istituto che ha un Tier1 e Core Tier1 all'11,8% e un Total capital ratio al 13%. Il risultato netto della capogruppo è positivo per 9,4 milioni dai 9,2 milioni dell'esercizio 2012”.

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