Il presidente umbro di Confesercenti, Giuliano Granocchia, boccia come “tassa insostenibile per tantissime imprese” la polizza assicurativa contro catastrofi naturali che dovrebbe entrare a regime entro il 31 dicembre di quest’anno. Con il rischio che in futuro si possa pensare di estenderla, per alcune aree, anche alle famiglie proprietarie di immobili.
Al momento la polizza assicurativa obbligatoria che a breve entrerà in vigore riguarda i danni causati a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali da eventi quali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni. Per le imprese, ma con la possibilità che in futuro venga estesa anche alle famiglie proprietarie di immobili.
Granocchia guarda con preoccupazione agli effetti sui conti delle imprese: “La norma rappresenterà un colpo mortale per imprese e territori. Facile immaginare gli elevati costi in modo particolare in tutti quei territori classificati a rischio. Chi investirà più un centesimo – si chiede il presidente di Confesercenti – là dove purtroppo terremoti, inondazioni, rischio frane ed alluvioni sono considerati ad alta probabilità? Come è possibile passare da un sistema solidaristico come l’attuale ad una vera e propria privatizzazione del rischio insopportabile per gran parre delle imprese? Il non adempimento a tale obbligo assicurativo – ricorda Granocchia – verrà considerato nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche. Una assicurazione quindi ultra obbligatoria, che prevede anche in caso di accertamento di violazione, una sanzione amministrativa pecuniaria da 100.000 a 500.000 euro”.
Un danno immediato per le imprese, ma in prospettiva, secondo Granocchia, anche per il territorio. “Assisteremo quindi – lamenta infatti il presidente della Confesercenti dell’Umbria – ad una desertificazione economica di aree a rischio (praticamente molta parte del territorio nazionale). Ed a chiusure da parte di chi non potrà sopportare gli alti costi assicurativi”.
“La risposta ai disastri a cui assistiamo – conclude Giuliano Granocchia – non può essere ‘assicuratevi e che Dio ve la mandi buona’, ma la programmazione di interventi costanti di messa in sicurezza del territorio e di azione di pianificazione urbanistica troppo spesso assente in moltissime regioni”.