Tanto fumo e niente arrosto. Alla fine, dopo le aspre polemiche nate in seguito alle dichiarazioni di Andrea Lignani Marchesani sulla proposta di riaprire le case chiuse, la mozione di censura annunciata da tutte le donne del Consiglio (assessori e consigliere) nei confronti del capogruppo di Fratelli d’Italia non è stata presentata. La conferma dell’inesistenza di una qualsiasi proposta di tal genere, infatti, è arrivata ieri pomeriggio (lunedì 10 aprile) dalla stessa Conferenza dei capigruppo.
“Una figuraccia evidente delle proponenti che l’avevano annunciata con squilli di tromba, infarcendola di giudizi malevoli e poco lusinghieri nei miei confronti – ha commentato Lignani – Qualcuno avrà forse spiegato alle avventate Consigliere il forte rischio di irricevibilità giuridica di un atto che, sostanzialmente, processa delle opinioni“.
Vittoria a tavolino, quindi, ma rimane l’amarezza di una coltellata alle spalle gratuita considerato che il disagio e la levata di scudi potevano essere espressi direttamente al momento delle mie dichiarazioni, guardandomi in faccia. Un coraggio mancato anche successivamente vista la non presentazione dell’atto
“Le proponenti – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia – dovrebbero chiedere scusa non tanto al sottoscritto, per il quale il caso è chiuso, ma alla libertà di opinione che hanno cercato goffamente di reprimere. Alle colleghe che a vario titolo si sono successivamente dissociate in privato – ha aggiunto il consigliere di opposizione riferendosi soprattutto alle dichiarazioni della Calagreti (Psi) – consiglio di leggere bene i contenuti che vengono proposti per una firma prima di sottoscrivere qualsivoglia documento”.