Più facile sparare ai cinghiali negli interventi d'urgenza |Coldiretti: non basta

Più facile sparare ai cinghiali negli interventi d’urgenza |Coldiretti: non basta

Redazione

Più facile sparare ai cinghiali negli interventi d’urgenza |Coldiretti: non basta

Dom, 21/02/2021 - 12:01

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Gli agricoltori: provvedimenti spot, serve invece un tavolo per definire soluzioni condivise in un tavolo tecnico sul problema cinghiali

Più facile sparare ai cinghiali che danneggiano i campi. La Giunta regionale ha deliberato le modifiche alle modalità di interventi di urgenza, come richiesto dalle associazioni agricole all’assessore Morroni.

Gli agricoltori potranno intervenire autonomamente per abbattere i cinghiali sui propri terreni se la squadra dell’Atc non intervenire entro 4 ore dalla segnalazione.

Per gli interventi programmati e di urgenza, anche nelle ore notturne sarà sufficiente la presenza di un solo addetto alla vigilanza.

Misure che sono resteranno in vigore esclusivamente fino alla data di apertura della caccia al cinghiale, così come sarà disposta dal calendario venatorio 2021/2022.

E comunque tali interventi urgenti saranno effettuati nell’ambito delle attività previste dal Piano di contenimento della specie cinghiale.

Coldiretti: non bastano interventi spot

Dopo questo provvedimento e in attesa dell’approvazione del Regolamento sulla caccia di selezione che inserisce anche la specie cinghiale, Coldiretti, pur prendendo atto dell’impegno sul problema cinghiali profuso dall’assessore Morroni, chiede ulteriori provvedimenti sistematici, condivisi e più incisivi.

“Una richiesta, quella di maggiore tempestività degli interventi di urgenza – spiega Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – che abbiamo espressamente indicato, insieme ad altre misure, anche nel nostro Manifesto ‘Tuteliamo territorio e imprese’, ma che ancora l’ultimo provvedimento adottato non soddisfa.

“Per questo – afferma Agabiti – proseguiremo, nelle sedi opportune, a ribadire la nostra convinzione che non bastano, davanti all’eccezionalità della situazione aggravatasi con la pandemia, ‘interventi spot’, ma una gamma di soluzioni studiate e condivise da un tavolo ‘tecnico’, con tutti gli attori interessati a risolvere la problematica”.

Per Agabiti serve una strategicità univoca, coordinata e omogenea, che vada oltre al susseguirsi di interventi che agli occhi delle imprese agricole potrebbero risultare solo come un ennesimo “palliativo”.

“Come Coldiretti, come previsto dal nostro Manifesto – prosegue il direttore regionale Mario Rossi – continuiamo a chiedere un impegno e un’azione più ampia che implichi la collaborazione di tutti e che possa sciogliere i tanti nodi che la questione porta con se, come quelli di un censimento della popolazione degli ungulati, della gestione dei Parchi, ma anche dei danni e delle ‘risorse’ a disposizione, con una necessaria ‘fotografia’ quanto più vicina alla realtà che possa aiutare nelle scelte da mettere in campo”.

Il “fattore tempo”

“Se come sembra ormai appurato – conclude Rossi – ci troviamo di fronte ad un sistema di gestione della fauna selvatica che non ha funzionato al meglio, serve un’impostazione organica delle misure da adottare, su cui anche il fattore tempo risulta decisivo”.

Il Regolamento

Intanto in settimana tornerà a riunirsi la III Commissione consiliare regionale che sta valutando il nuovo Regolamento della caccia di selezione varato dalla Giunta. Documento che le associazioni agricole e l’assessore Morroni chiedono venga approvato così com’è e al più presto. Per avviare successivamente un confronto complessivo sulla tematica del cinghiale.

Mentre le associazioni venatorie, per le quali le nuove norme rischiano di creare contrasti tra i cacciatori e situazioni potenzialmente pericolose, hanno presentato una serie di modifiche che auspicano vengano accolte.

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