Picchiata a sangue dal proprio padre per aver marinato la scuola. È questa l'accusa mossa ad un cinquantatreenne italiano residente nel comprensorio accusato di violenza su minore. Il processo di cui si sta parlando al Tribunale di Spoleto, vede un padre di famiglia accusato di aver inflitto calci e pugni alla propria figlia al punto di mandarla in ospedale, con 20 giorni di prognosi. Secondo la ricostruzione della Procura, l'uomo in preda alla rabbia avrebbe utilizzato la violenza per punire la propria figlia. Nello specifico oltre ad avergli tirato i capelli, le avrebbe dato calci alla schiena ed alle mani, colpendola poi con un'asticella di legno. E nemmeno la madre della ragazza sarebbe riuscita a fermare la furia del marito, che forse ha commesso questi atti in stato di ubriachezza. Ma non è tutto, la ragazza sarebbe stata colpita di nuovo la mattina successiva (si parla del febbraio dello scorso anno) addirittura con un albero di Natale di plastica e poi con un'altra asta di legno, staccata da una stufa. Una situazione insostenibile per la ragazza ed anche per la madre impotente, tanto da esser denunciata alle forze dell'ordine fino ad arrivare nelle aule giudiziarie.
E sempre nel tribunale di Spoleto è approdato il singolare caso di un furto ai danni della Pro Loco, ad opera di cinquantaquattrenne di Cerreto di Spoleto. L'uomo è accusato di essersi introdotto nella sede dell'associazione e di aver saccheggiato le dispense. I fatti risalgono alle feste natalizie del 2005, quando dalla sede della Pro Loco sparirono due prosciutti, dodici bottiglie di spumante e dieci di vino. Furto aggravato è quindi l'accusa per il cinquantenne di Cerreto.
Sempre in tema di furti, sono stati condannati dal tribunale di Spoleto i tre romeni sorpresi a rubare gasolio da alcuni automezzi dai carabinieri della Compagnia di Spoleto sabato notte. Nel corso del processo per direttissima i tre stranieri hanno patteggiato la pena a sei mesi di reclusione (pena sospesa), quindi sono stati rimessi in libertà.