A meno di due mesi dalla sua inaugurazione (era il 18 febbraio scorso), la “nuova” Piazza del Marchese Paolo a Città di Castello si presenta…”scolorita”.
Come testimoniano le immagini (sopra il prima e dopo) la rinnovata pavimentazione in cotto – finanziata con 280 mila euro dal Pnrr (di cui 60mila cofinanziati dal Comune) – da qualche giorno è apparsa “imbiancata” da una patina che ha cambiato l’aspetto dei mattoni posati da poco, suscitando perplessità tra residenti e visitatori.

Una déjà vu clamoroso per chi ha seguito il caso analogo esploso solo pochi mesi fa a Gubbio (foto sotto), dove la storica Piazza Grande, rinnovata dopo un restauro durato 9 mesi, è finita al centro di accese polemiche per lo stesso fenomeno (apparso però per la prima volta 6 mesi dopo l’inaugurazione), ovvero l’affiorare di salnitro, causato dall’umidità e dalla porosità dei materiali..

Anche a Città di Castello, come nella città dei Ceri, il problema sembrerebbe dunque essere della stessa natura “tecnica”. Alcuni esperti parlano infatti di mattoni troppo porosi – in entrambe le città umbre è stato usato il cotto -, capaci di assorbire meglio acqua e umidità, che poi rilasciano in superficie sali minerali sotto forma di efflorescenze bianche. Un fenomeno ben noto nel mondo dell’edilizia, che spesso va comunque a regredire (come già successo più volte a Gubbio)..
I mattoni in cotto sono stati scelti ovviamente anche per ragioni estetiche e “di tradizione” ma ora potrebbero davvero finire nel mirino per la loro fragilità alle condizioni climatiche. In molti, infatti, si interrogano anche sull’adeguatezza dei materiali e dei trattamenti protettivi adottati, specie a fronte di investimenti economici non irrilevanti e delle aspettative riposte nei progetti di riqualificazione urbana.

Il caso di Piazza Grande a Gubbio, dove il dibattito è ancora acceso – anche qui i mattoni si sono di nuovo imbiancati due giorni fa – rappresenta un monito: si era parlato anche di possibili alternative come gres porcellanato o cotto toscano di Impruneta, noti per la maggiore resistenza, seppur più costosi.
A Città di Castello, intanto, si attendono ulteriori conferme sul fenomeno e – soprattutto – soluzioni efficaci per il ritorno all’aspetto originario, anche perché residenti e tifernati hanno atteso decenni prima di vedere la loro piazza completamente rinnovata. E oggi, messa così, non piace affatto…