“Un giornata storica ed una svolta epocale per Città di Castello“. Ha esordito così, con un po’ di commozione, il sindaco tifernate Luciano Bacchetta, che questa mattina in Comune ha presentato l’accordo di programma per la realizzazione di Piazza Burri insieme al presidente della Fondazione Bruno Corà, al vice Rosario Salvato, all’assessore alla Cultura Michele Bettarelli e all’architetto Tiziano Sarteanesi.
L’accordo di programma tra Comune e Fondazione Albizzini venne già sottoscritto nel lontano 30 ottobre 1995, per la sistemazione dell’odierna piazza Garibaldi, in conformità del progetto urbanistico-architettonico ideato da Alberto Burri. Oggi questo accordo si rinnova per rendere concreti i due fondamentali impegni programmatici assunti e cioè: da parte del Comune, quello a cedere alla Fondazione l’area dell’edificio dell’ormai ex scuola Garibaldi, che verrà adibito a sede internazionale di arte contemporanea; da parte della Fondazione, invece, quello a mettere a disposizione il progetto ideato dal Maestro e cedere al Comune la scultura in ferro da lui realizzata per la Biennale di Venezia del 1984, “Teatro Scultura”, fornendo altresì l’assistenza tecnica necessaria al montaggio dell’opera su piazza nella posizione prevista dal progetto.
“Un obiettivo che sembrava utopico, – ha dichiarato un commosso Bacchetta – Si tratta di una svolta epocale per la città dal punto di vista urbanistico, culturale, morale e di senso di appartenenza. Andiamo a realizzare un progetto che era del Maestro e delineare la terza grande piazza della città, dopo piazza Gabriotti e Matteotti. E’ un lavoro interamente realizzato dalla Fondazione con un investimento economico importante (tra i 20 e i 30 milioni di euro, ndr). La Piazza diventerà un quadro a cielo aperto“.
Con questo storico passo Città di Castello potrà finalmente diventare la Capitale dell’Arte contemporanea nel mondo
Il presidente della Fondazione Corà ha parlato di “una realizzazione unica nel mondo. Per tre ragioni: la prima, perché qualifica ulteriormente dal punto di vista urbanistico la città storica; la seconda, perché si tratta di un grande dono postumo, sebbene creato in vita, del Maestro Burri, un’opera di architettura e scultura ma anche uno dei suoi ultimi sogni; terzo, perché sarà sede di un progetto molto ambizioso, denominato l’Alveare“.
L’Alveare, ha spiegato Corà, “è dove vanno le api a depositare il miele ma, in questo caso, al posto delle api ci saranno artisti provenienti da tutto il mondo, che verranno depositare le loro idee. Inviteremo infatti giovani esordienti a presentare dei progetti, che verranno valutati e selezionati da un’apposita commissione che avrà poi il compito di metterli in atto. Un grande centro internazionale di raccolta di progettualità che tradurrà quest’ultime in opere concrete“.
Il vicepresidente Salvato ha ricordato che Piazza Burri è solo l’apice degli obiettivi perseguiti negli anni dalla Fondazione, che già ha realizzato, anche sulla scia del Centenario, il catalogo generale, la “museificazione” delle sedi museali, il “Teatro Continuo” di Milano e il completamento di restauro del “Cretto di Gibellina”. “Per fare opere di questa portata – ha aggiunto – ci vogliono una serie di condizioni giuste e favorevoli che amministrazione comunale e Fondazione hanno sempre creato in sinergia. Sui tempi di Piazza Burri, Salvato ha parlato di redazione del progetto esecutivo nel giro di 8-12 mesi, mentre l’opera potrebbe essere finita nella tarda primavera del 2020.
L’architetto Sarteanesi, avvicinatosi al plastico della Piazza, ha illustrato alcuni dettagli tecnici. Il nuovo edificio che rimpiazzerà l’ex scuola Garibaldi sarà di 16mila metri cubi, per un’altezza massima di 20 metri, studiato per essere in armonia, alla giusta distanza e in linea con Palazzo Albizzini. La scultura del “Teatro all’aperto” avrà invece 5 arcate, un diametro di 14 metri e un’altezza di 9.
“Tutti gli strumenti che ci sono, come Pums e Prg, si stanno già mettendo al servizio di questo progetto – ha concluso Bettarelli – Ho l’onore anch’io di poter dire di aver fatto, e fare parte, di un piano epocale“.