Le porte del Mise in via Molise si sono aperte alle 9 di questa mattina per il nuovo tavolo sul futuro dei lavoratori della Perugina. Bocche cucite prima della fine dell’incontro e solo grandi no comment. L’idea, in particolare da parte dei sindacati, era quella di arrivare al termine della riunione con una nota congiunta. Eppure, in base ad alcune indiscrezioni, la tensione era palpabile, con le posizioni tra le parti appese al filo di lana.
Un punto fermo tuttavia c’è, ed è quello raggiunto questa mattina dal Ministero e dalla Regione Umbria per il sostegno dei progetti di sviluppo aziendale.
Presente al tavolo, insieme al viceministro Teresa Bellanova e alla presidente Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi.
Al tavolo #Ilva nel parlamentino del @MinSviluppo con azienda e sindacati. pic.twitter.com/tJwSDtT1Dd
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) November 9, 2017
Per l’azienda, presente al tavolo con Gianluigi Toia, seguendo il piano marketing, sarà fondamentale provare ad aumentare i volumi di vendita del cioccolato, in maniera da smarcare la produzione dalla stagionalità. La proprietà ha ribadito la volontà di confermare per lo stabilimento di San Sisto gli investimenti già annunciati, ossia 15 milioni di euro per il rinnovo dell’attrezzatura ed altri 45 per il marketing dei vari prodotti. L’azienda ha comunque ribadito anche 350 mila ore annue di esubero, considerando questo un dato “strutturale”.
L’altro punto fermo resta comunque la prosecuzione del confronto a livello aziendale e del tavolo generale, che sarà affiancato da un tavolo tecnico ristretto. Il tutto per verificare la possibilità di trovare una positiva soluzione alla trattativa. La chiusura dell’incontro, avvenuta questa mattina intorno alle 11, ha portato poi ad una nuova data per un nuovo incontro: tutto rinviato quindi al 18 gennaio.
Durante l’incontro, la presidente Marini ha ribadito l’esigenza di “fare chiarezza rispetto alle strategie aziendali e al ruolo della fabbrica di Perugia nel mondo Nestlé. Si tratta – ha aggiunto la presidente – di trovare il punto di incontro per contemperare le esigenze aziendali con la salvaguardia dei livelli occupazionali”.
Il sindaco Romizi, dal canto suo, ha sottolineato che il percorso tracciato può portare a risultati concreti. “Apprezzo – ha detto – il comportamento delle organizzazioni sindacali che hanno dimostrato di voler dialogare. Poter contare su risorse pubbliche, dello Stato e della Regione Umbria, a sostegno degli investimenti, rappresenta un elemento importante per consentire alla fabbrica di Perugia di essere più competitiva”.
A margine dell’incontro è intervenuta anche la parlamentare Tiziana Ciprini (M5S): “accolgo con favore – ha dichiarato Ciprini – l’idea da parte di alcuni ex dipendenti dello ‘Perugina’ di voler costituire una cooperativa di lavoratori che rilevi i prodotti dismessi da Nestlè, garantendo così l’occupazione per l’anno intero e non solo per la stagione di punta”. Ciprini è anche firmataria di una risoluzione, approvata in Parlamento, a favore dei Workers Buy Out, ovvero i lavoratori che recuperano le imprese in crisi con lo strumento della cooperazione.
Le decisioni al Mise
La ripresa dunque della contrattazione al Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, così come stabilito nelle settimane precedenti a proposito della vertenza sindacale sul futuro dei lavoratori della Perugina di San Sisto. La data del 9 novembre era già stata decisa lo scorso 27 settembre, sempre a Roma, durante il primo incontro al Ministero per discutere dei paventati 364 esuberi, poi congelati durante una riunione in Confindustria tra i manager dell’azienda e i lavoratori. Sempre in Confindustria le parti si erano incontrate lo scorso lunedì, per un tavolo durato circa 4 ore. Nestlé ha illustrato ai sindacati il suo piano marketing previsto per il 2018. Nessun elemento, in quella seduta, a proposito degli esuberi.
Quel 27 settembre il viceministro Teresa Bellanova, i rappresentanti sindacali riuniti nelle sigle di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, insieme ai vertici della Nestlé rappresentata dal capo del personale, Gianluigi Toia, aveva optato per un rinvio. Un lasso di tempo utile, quello di un mese e mezzo circa intercorso tra i due tavoli, utile a individuare una road map per risolvere la vertenza entro sei mesi, perseguendo e attuando il piano industriale già in essere. Non solo: ad agire in queste settimane è stato il comitato di monitoraggio bimestrale presso il Mise.
L’idea per oggi era dunque quella di arrivare al Mise con diversi punti fermi: da una parte Nestlé, con in mano il suo piano di marketing. Dall’altra i sindacati, fermi nella difesa dei lavoratori e contrari a ogni forma di esubero. Una delle ipotesi ventilata nelle ore precedenti all’incontro al Mise riguardava la proroga della cassa integrazione, utile per guadagnare tempo e trovare nuove soluzioni.
Perugina in piazza, più di mille a manifestare contro gli esuberi
Il Bacio nel mondo
In cosa consiste dunque questo nuovo piano marketing? Si parla, da una parte, della conferma di linee produttive come il ‘Nero’, il ‘Tablò’, i cioccolatini ‘Banana’ e ‘Dimmi di sì’. Cambia anche l’incartamento per i Baci al latte e fondente, che hanno già adottato al loro interno i cartigli con le famose frasi d’amore scritte questa volta in dialetto perugino. Per l’originale “Cazzotto” previsto poi l’export in Canada, Stati Uniti, Sud America e Cina. Una strada, quella dell’export, che dovrebbe così perseguire quella della destagionalizzazione del Bacio Perugina. Ma per i sindacati continua a restare fondamentale solo un aspetto: come questo piano marketing verrà messo in pratica, e come dunque verrà salvaguardato il futuro dei lavoratori dell’indotto del cioccolato.
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Articolo aggiornato ore 17.55