Perugina, paura per esuberi | Lavoratori chiedono risposte a Nestlè - Tuttoggi.info

Perugina, paura per esuberi | Lavoratori chiedono risposte a Nestlè

Alessia Chiriatti

Perugina, paura per esuberi | Lavoratori chiedono risposte a Nestlè

Sindacati alzano lo scontro | Solidarietà da Sinistra Lavoro Umbria e Rifondazione
Mer, 26/08/2015 - 15:15

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Torna a farsi preoccupante la situazione della Perugina di San Sito: lunedì mattina, durante l’assemblea di sindacati e Rsu, è emerso un quadro affatto florido per la produzione del cioccolato umbro. Si parla dunque di esuberi, calo dei volumi, di un rilancio dell’azienda che ancora tarda ad arrivare, insieme a un piano aziendale. E’ la paura è che il conto vega pagato dai lavoratori, che già si ritrovano con lo stipendio ridotto del 30% per i contratti di solidarietà, e che si passi al licenziamento.

La produzione della Perugina, dunque, sembra non avere spiragli di ripresa: dopo lo scorso anno, che portò con sè investimenti ben inferiori alle 25 mila tonnellate e l’esubero di 210 lavoratori, quest’anno si parla di un’ulteriore riduzione, verso le 23 mila tonnellate. Ed è bene sottolineare che per le Rsu la produzione del solo “Bacio Perugina”, per quanto abbia goduto di campagne pubblicitarie importanti e di un’importante visibilità a Expo2015, non basta. Dai sindacati annunciano l’intenzione di alzare lo scontro, in mancanza di un soluzione concreta da parte di Nestlè. Lo stato di agitazione continua, dunque.

Perugina, crisi di produzione / “Brutto colpo” per i sindacati

Con i lavoratori si schiera Enrico Flamini, segretario regionale del di Rifondazione Comunista dell’Umbria: “Rifondazione comunista dell’Umbria esprime il pieno sostegno a lavoratori e sindacati della Perugina. La situazione che si sta determinando è davvero preoccupante. Occorre evitare l’ennesimo disastro industriale in Umbria. Tra cassa integrazione e contratti di solidarietà, le lavoratrici e i lavoratori hanno fatto sacrifici enormi per rilanciare la produzione. L’incertezza sulle volontà della proprietà è molto pesante, così come il silenzio sul piano di rilancio. Elementi quest’ultimi purtroppo già ampiamente evidenti dal mancato rientro di centinaia di lavoratori stagionali. Lo ribadiamo: la Perugina è un valore assoluto per Perugia e per tutta l’economia regionale. Ora le elezioni sono passate. Bene fa il sindacato a ricordare gli impegni presi dalla presidente Marini in campagna elettorale. Ora si tratta di agire e non di continuare ad essere completamente subalterni a Renzi. Non è tollerabile continuare sostanzialmente a far finta di niente. Per questo appoggiamo e appoggeremo tutte le iniziative di lotta che le lavoratrici e i lavoratori intenderanno intraprendere”.

La solidarietà arriva anche dall’ex assessore regionale, Stefano Vinti: “alla Perugina i nodi stanno venendo al pettine – afferma – l’annuncio del calo della produzione annua, da 25mila tonnellate a 23,5mila tonnellate è comprovata da esuberi di circa 300 lavoratori, dove il termine esuberi può significare licenziamenti. Sono anni che le organizzazioni sindacali e le istituzioni hanno un atteggiamento “comprensivo” rispetto alle politiche industriali della multinazionale Nestlè, un atteggiamento che ha ridotto il calo dei volumi, la riduzione dell’occupazione e dei salari con il conseguente ridimensionamento del ruolo produttivo dello stabilimento di San Sisto di Perugia. L’ultima dichiarazione entusiastica dei sindacati è stata riservata all’annuncio della Nestlè rispetto alla sua presenza ad Expo2015. È ora di cambiare radicalmente atteggiamento nei confronti della multinazionale Svizzera – sottolinea Stefano Vinti – basta con le concessioni unilaterali dei sindacati e delle istituzioni che non producono niente di realmente positivo in termini di aumento dell’occupazione e dei volumi produttivi. La Nestlè Perugina, come tutte le multinazionali, si muovono per massimizzare il proprio profitto, non si assumono responsabilità sociali rispetto al territorio ed il lavoro ed il salario sono una variabile dipendente dalla produzione e dal loro guadagno. È un’impostazione che va capovolta prima l’occupazione e il salario. Tanto più che la Nestlè sfugge al confronto – prosegue Vinti – non presenta un piano industriale di rilancio dello stabilimento di San Sisto, ignora le proposte, seppur discutibili, avanzate dai sindacati. Sinistra lavoro, nell’esprimere viva preoccupazione della situazione che si sta creando alla Perugina, invita i lavoratori e le organizzazioni sindacali a costruire con “la lotta” le condizioni politiche e sociali per l’apertura di una vera “vertenza Perugina”, sollecita le istituzioni locali a svolgere un ruolo attivo a sostegno della difesa dei livelli occupazionali nell’azienda e chiama il governo Renzi ad aprire un tavolo nazionale di confronto con tutte le parti in causa. Sinistra Lavoro ritiene che la sinistra perugina debba rientrare nella più generale “vertenza Umbria” caratterizzata da 185 crisi industriali e, allo stesso tempo, auspica che tutte le soggettività della società civile di Perugia si mobilitino in difesa della fabbrica di San Sisto e dei suoi lavoratori”.

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