Aggiornato alle ore 17
Una parte in presidio al Mise, un’altra in sciopero per 8 ore davanti ai cancelli dello stabilimento di San Sisto. Giornata cruciale, oggi giovedì 27 luglio, per gli operai della Perugina, per cercare di scongiurare gli oltre trecento licenziamenti previsti dalla proprietà e per il rilancio del sito produttivo. Per la Regione c’è la presidente Catiuscia Marini, per il Comune il sindaco Andrea Romizi.
È terminato poco prima delle 14 nella sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma l’incontro convocato per discutere della vertenza della Perugina. Il tavolo di confronto fra vertici aziendali, organizzazioni sindacali e rappresentanti delle istituzioni è stato riconvocato dal sottosegretario Teresa Bellanova al 27 settembre prossimo.
Nestlé respinge con forza ogni ipotesi di disimpegno in Perugina: il piano presentato, l’investimento economico in corso e i primi risultati raggiunti nell’export provano che l’impegno per l’insediamento industriale di Perugia è concreto e fondato su solide basi. Lo hanno confermato i vertici di Nestlé Italia, intervenendo questa mattina al tavolo aperto presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma; all’incontro erano presenti i rappresentanti del Ministero, della Regione Umbria e del Comune di Perugia, dei sindacati nazionali di categoria e delle RSU aziendali dello stabilimento di San Sisto. L’azienda non intende fare alcun passo indietro rispetto agli accordi del piano industriale e del piano occupazionale sottoscritti nel 2016 con i sindacati. I 60 milioni messi a disposizione da Nestlé sono finalizzati alla valorizzazione del sito produttivo e delle sue produzioni di eccellenza. Il riassetto organizzativo è necessario per garantire una produttività virtuosa e vincere così le sfide imposte già oggi dal mercato in veloce evoluzione e per assicurare il futuro allo stabilimento di San Sisto, in linea con gli esempi best in class del settore in Italia e in Europa.
Sugli esuberi Nestlé chiarisce: nessun ridimensionamento industriale, il piano fotografa una situazione ben nota. Lo stabilimento di Perugia infatti ha usufruito per anni di ammortizzatori sociali che non saranno più disponibili dopo giugno 2018. Per questo parlare di esuberi di organico come di un fenomeno nuovo e inaspettato è sbagliato e strumentale.
“L’adesione totale allo sciopero e la grande risposta delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno raggiunto Roma in massa con i mezzi organizzati dal sindacato sono un primo messaggio forte e chiaro per Nestlé: la Perugina, la nostra fabbrica, non si tocca”. Così in una nota Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria. “Già da ieri sera le lavoratrici e i lavoratori, full-time, part-time, stagionali, insieme alla Rsu stanno presidiando i cancelli, così come stanno facendo altre centinaia di loro compagni insieme a Cgil, Cisl e Uil sotto il ministero a Roma – continua Sgalla – una risposta forte anche a chi in questi mesi ha messo in discussione la credibilità del sindacato e il suo rapporto con i lavoratori e le lavoratrici di San Sisto. In questo momento, così importante per le sorti della fabbrica, di Perugia e dell’Umbria, l’unità è la vera forza che ci permetterà di far tornare Nestlé sui suoi passi”.
L’augurio è che dall’incontro di oggi, invece, possa trovare nuovo slancio l’accordo dell’aprile del 2016 così da ridare tranquillità ai tanti lavoratori e alle loro famiglie.
Se così non fosse, auspichiamo che tutta la collettività perugina e regionale, come in passato già fatto per altre situazioni analoghe, sia vicina, anche con azioni concrete di solidarietà alla lotta dei lavoratori della Perugina.
“Seguiamo da diverso tempo e con attenzione e preoccupazione la vicenda dello stabilimento Nestlè-Perugina di San Sisto, in Umbria, e non è una buona notizia che Nestlè, a poco più di un anno dalla firma dell’accordo per il rilancio di quel sito, abbia annunciato 340 esuberi su circa mille dipendenti“. Lo scrivono in una nota i senatori Pd umbri Valeria Cardinali, Nadia Ginetti e Gianluca Rossi.
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