Un altro importante tassello di rilevanza scientifica si associa oggi al ciclo d’incontri “Sei anni con Dante”, nato per l’occasione dei 750 anni dalla nascita del padre della lingua italiana (2015) e quella dei 700 anni dalla morte (2021).
L’evento ha visto la partecipazione della professoressa Monica Berté, dell’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara, che ha dissertato su “Dante secondo gli antichi biografi”, nell’ aula VI di palazzo Gallenga dell’Università per Stranieri di Perugia.
Insieme alla studiosa c’era anche il rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, prof. Giovanni Paciullo che ha sottolineato la centralità e l’attenzione all’interno della Stranieri degli studi e delle ricerche su Dante. L’incontro è stato introdotto dal prof. Daniele Piccini, docente di Filologia della letteratura italiana alla Stranieri.
Nella conferenza Monica Berté ha approfondito le antiche vite di Dante, scritte tra il Trecento e la fine del Cinquecento. “Il campo di studi relativo alla biografia di Dante – ha spiegato Berté – ha conosciuto negli ultimi anni un notevole ampliamento, con le monografie di Emilio Pasquini, di Marco Santagata, di Giorgio Inglese, per citare alcuni dei volumi più recenti. Molte questioni – ha aggiunto – sono ancora aperte e risultano di difficile soluzione, anche per la scarsità di documenti sulla vita dell’Alighieri. Per tutti questi problemi è fondamentale ripartire dalle prime biografie, che hanno contribuito, insieme ai più antichi commenti alla Commedia, a fissare l’immagine del poeta”.
Recentemente Monica Berté ha curato insieme a Maurizio Fiorilla un volume dedicato proprio a Le vite di Dante dal XIV al XVI secolo (Salerno Editrice). L’esperienza di studio e di ricerca che ha portato all’edizione del libro è stato il punto di partenza dell’incontro che si è svolto oggi alla Stranieri e che ha messo in rilievo alcuni dei nodi relativi alla ricostruzione della vita dell’Alighieri. Naturalmente parlare di biografie dantesche significa affrontare anche il più ampio campo della fortuna e della ricezione dell’opera letteraria dell’Alighieri.
Per la studiosa Berté “Approfondire e discutere questi antichi testi – dal breve profilo contenuto nella Cronica di Giovanni Villani al Trattatello scritto da Boccaccio in due diverse redazioni, dalla biografia di Leonardo Bruni fino a quella del tardo Cinquecento di Marcantonio Nicoletti – significa entrare nel merito di questioni interpretative di ampia portata. Ad esempio significa – sottolinea Berté – chiedersi quale sia l’idea di Dante che si forma nel corso del Trecento e come essa si modifichi nel passaggio al pieno Umanesimo; e vuol dire anche interrogarsi su questioni fondamentali, come il rapporto tra volgare e latino nell’opera dantesca, riaprendo questioni di lungo corso, tra cui la possibilità che Dante abbia progettato e addirittura cominciato a scrivere la Commedia in latino, prima di approdare al volgare”.