Perugia, Fratteggiani "ritorna a casa" / La mostra a Palazzo Penna - Tuttoggi.info

Perugia, Fratteggiani “ritorna a casa” / La mostra a Palazzo Penna

Alessia Chiriatti

Perugia, Fratteggiani “ritorna a casa” / La mostra a Palazzo Penna

La pittura tra differenze cromatiche e originarietà / Il lungo viaggio e l'accoglienza dell'assessore Severini
Sab, 14/02/2015 - 17:53

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Un dialogo monocromatico tra l’antichità e il presente: è la mostra “Ritornando a casa. Coming home” di Alfonso Fratteggiani Bianchi. Artista umbro solo per l’anagrafe, poiché il suo lavoro ha avuto come palcoscenico soprattutto l’Europa (Germania, Svizzera) e gli Stati Uniti ed è veicolato attraverso prestigiose gallerie e collezioni private di Colonia, Monaco, Berlino, Basilea, Venezia, New York e Santa Fé. E’ con questo spirito, con le sue radici che l’artista ha portato con sè in viaggio per il mondo, che la sua mostra svela le caratteristiche del “pittore originario”. Le stesse che possono essere celate nella pittura di Giorgione e Michelangelo, dallo stesso committente, ma di provenienze diverse.

La mostra nasce dalla collaborazione tra Comune di Perugia e Soprintendenza BSAE dell’Umbria, ancora una volta uniti per promuovere l’arte contemporanea, valorizzandone, in particolare attraverso l’opera dell’artista, le profonde radici culturali ed estetiche. I rimandi alla secolare tradizione pittorica umbra, infatti, sono un elemento significativo della ricerca di Alfonso Fratteggiani Bianchi, artista perugino ma in realtà pittore impegnato sulla scena europea e per questo forse ancora poco conosciuto, fino a oggi, nel contesto urbano. La mostra, che sarà allestita a Palazzo della Penna dal 15 febbraio al 6 aprile 2015, risarcisce, appunto, questo mancato dialogo con la sua città e il territorio umbro e lo fa esplicitando in maniera coerente ed estrema il rapporto dell’Artista con la pittura umbra del XIV e XV secolo: attraverso il raffronto tra i suoi preziosi e coloratissimi monocromi e cinque opere di artisti cosiddetti “minori” provenienti dai depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria e databili tra la fine del XIV e i primi del XVI secolo (Ignoto, Madonna con Bambino e Santi, sec XV; Giovanni Boccati, Madonna dei raccomandati, sec XV?; Ignoto, Madonna del Latte, sec. XVI; Guglielmo Veneziano, Madonna dell’umiltà, 1370-80; Maestro di Fucecchio, Madonna con bambino e s. Giovanni Battista, seconda metà sec. XV).
Questo confronto esplicita la ricerca che Fratteggiani da anni conduce sul tema del “colore”, elemento che l’artista considera costitutivo, essenziale e in un certo senso perfino radicale della pittura. Il suo lavoro, infatti, astrae intenzionalmente non soltanto dall’aspetto figurativo ma anche dalla dimensione temporale dell’arte, considerando il fatto artistico, l’opera, sia essa antica o contemporanea, in relazione al presente di chi la osserva, quindi come oggetto capace di comunicare un valore permanente e del tutto indipendente dal contesto storico, culturale e sociale del pubblico.
La mostra è illustrata da un ampio catalogo a colori, edito da Effe Fabrizio Fabbri Editore, anch’esso curato da Carlo Vanoni, che contiene saggi critici di Mauro Abba, Caterina Bon Valsassina, Fabio De Chirico e Carlo Vanoni oltre alla presentazione dell’Assessore alla Cultura, Turismo e Università del Comune di Perugia, Teresa Severini.
Palazzo della Penna, contenitore museale dedicato all’arte contemporanea, attraverso questo evento approfondisce e sviluppa il dialogo con il suo pubblico, invitandolo a confrontarsi con un Maestro umbro erede consapevole della migliore tradizione artistica del territorio

Incontrare Alfonso – ha detto l’assessore alla cultura di Perugia, Teresa Severini – dopo anni è stato un piacere grande, non soltanto per il rinverdirsi di una relazione amicale ma soprattutto perché, da un’occasione pressoché fortuita, ha avuto origine un progetto coinvolgente che, ne sono certa, sarà significativo per tutta la città. Artista e intellettuale di vaglia, infatti, Alfonso Fratteggiani Bianchi si muove e opera in un contesto internazionale e molto qualificato, nel quale si rispecchia perfettamente la proiezione che Perugia, soprattutto attraverso la sua politica culturale, può e intende perseguire. Per sostenere il turismo, una città d’arte, infatti, deve costituire una meta attrattiva valorizzando il proprio patrimonio paesaggistico, storico e artistico attraverso proposte culturali originali, colte ma anche capaci di attrarre un pubblico ampio. Va ricercato dunque un equilibrio tra ciò che è perenne, che è lascito della storia, che è identitario di un luogo e di una comunità e ciò che è contemporaneo – nel mondo di oggi definibile con l’aggettivo “globale”, che tutto ricomprende e, talvolta, confonde – e che, proprio nel confronto, rende viva la tradizione, ne esplicita il significato profondo, a volte contribuisce ad accrescerla, aggiungendo un nuovo anello alla catena delle stratificazioni significanti. È proprio questo il senso della mostra che questo catalogo illustra, poiché l’opera di Alfonso, perugino di nascita ma artista senza alcuna limitazione geografica, s’inserisce nel solco della grande tradizione pittorica umbra, vissuta e interpretata con i mezzi e le categorie della società attuale. Nessuna intenzionale contrapposizione nel suo lavoro, quindi, nessuna alterità rispetto al passato dell’arte ma piuttosto un omaggio a Maestri umbri che, nel XV e XVI secolo, hanno fatto del colore l’elemento cardine della loro ricerca, come oggi fa Alfonso. Questa iniziativa espositiva, inoltre, vuole anche approfondire una metodologia, legando assai più strettamente di quanto sia mai avvenuto in passato l’azione di valorizzazione di Comune e organi periferici del MiBACT: in un’epoca di scarse risorse è necessario sopperire con idee nuove e programmi congiunti, in un’ottica di rete e di sistema che rilanci le attività culturali della nostra città. Il tempo stabilirà se la rotta percorsa saprà condurci a nuovi lidi, al momento è proprio con la nave dei “dialoghi” di Alfonso Fratteggiani Bianchi che salpiamo a vele spiegate”.

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