Perugia, denunce per "bacio in piazza" / Guerra sui matrimoni gay - Tuttoggi.info

Perugia, denunce per “bacio in piazza” / Guerra sui matrimoni gay

Sara Minciaroni

Perugia, denunce per “bacio in piazza” / Guerra sui matrimoni gay

Sei indagati per la contromanifestazione alle "sentinelle in piedi" / Ricci e Mariotti su dichiarazioni Alfano
Gio, 09/10/2014 - 20:08

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“Ricapitolando. Secondo il Ministro degli Interni il matrimonio con il mio compagno non è conforme alla legge italiana. Secondo la Procura della Repubblica, che oggi mi ha notificato l’atto di conclusione delle indagini preliminari, il bacio con mio marito durante la manifestazione delle Sentinelle in Piedi è disturbo della quiete pubblica. Insomma, il nostro amore è illegale, le nostre famiglie sono illegali, addirittura i nostri baci sono illegali. Alle volte mi chiedo perché sono tornato in Italia… Ma in giornate come questa le risposte sono fin troppo chiare. Vi seppelliremo di amore e di baci!”. Chi scrive queste parole sul suo profilo Facebook è Stefano Bucaioni, uno dei sei attivisti Arcigay denunciati a vario titolo per disturbo delle occupazioni (Art. 659 del codice penale che punisce chi viola la quiete pubblica) dopo una manifestazione non autorizzata durante la quale Stefano e il suo compagno si baciarono in piazza della Repubblica.

L’associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica, spiega l’accaduto: “Il 29 marzo scorso un movimento che si definisce “Sentinelle in Piedi” ha organizzato una veglia in piazza della Repubblica a Perugia. Le loro manifestazioni sono sempre uguali: i partecipanti si schierano in modo militare a circa un metro l’uno dagli altri e per un’ora stazionano in perfetto silenzio leggendo un libro a piacere. Sostengono che questo gesto rappresenti il bisogno di informarsi continuamente e si oppongono in questo modo al riconoscimento delle famiglie omosessuali. La verità, peraltro manifesta, è che il loro obiettivo è fare pressione mediatica perché il Ddl Scalfarotto, che prevede l’aggravante omofobica nei casi di violenza posti in essere contro le persone omosessuali, non diventi legge. Ognuno capirà che opporsi a una manifestazione di persone che vuole condannare la minoranza gay ad essere eternamente figlia di un dio minore è un dovere per tutti quelli che credono che una società matura, civile e realmente democratica debba necessariamente essere inclusiva di tutto quello che non nuoce. E nessuno ci ha ancora spiegato come il riconoscimento dei nostri diritti potrebbe nuocere a qualcuno”.

Eravamo tanti quel giorno. “Ebbene quel giorno molti di noi hanno raggiunto piazza della Repubblica e ognuno a modo proprio, guardando le Sentinelle schierate, ha manifestato il proprio disgusto davanti a tanta ipocrisia, a tanta mistificazione, a tanta ignoranza. Eravamo tanti, quel giorno, e non solo persone omosessuali. Il proprio sdegno è stato espresso da molti passanti che hanno rifiutato di ritirare, o hanno restituito, il volantino delle assurde Sentinelle. Altri, come abbiamo fatto noi, sono confluiti lì di proposito dalle proprie case perché lasciare che questi signori dicano di difendere la società e la famiglia schiacciando la dignità delle persone omosessuali è come credere che il Ku Klux Klan difenda l’umanità impalando le persone di colore.In questi giorni ad alcuni di noi sono stati recapitati degli avvisi giudiziari in cui li si informava che un fascicolo è stato aperto su di loro e oggi giace sulla scrivania del magistrato. Sembra che quel giorno, chi si opponeva alla violenza delle Sentinelle, avesse infranto la normativa sull’ordine pubblico. Nella notifica si legge che i contromanifestanti erano dotati di ‘ombrelli colorati, accessori d’abbigliamento multicolore e cori’”.

Un lungo bacio. Facciamo notare che nessun tafferuglio ha avuto luogo quel giorno e che nessuno dei nostri iscritti ha tentato di non declinare le proprie generalità agli agenti della Digos che le richiedevano. Addirittura alcuni di noi, che evidentemente sono sembrati particolarmente violenti, hanno commesso il gesto folle e rivoluzionario di scambiarsi sulla piazza un lungo bacio. E non si capisce perché non avrebbero dovuto, visto che pochi mesi dopo sarebbero andati all’estero per diventare l’uno il marito dell’altro. L’associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica non ha partecipato in alcun modo a quella contromanifestazione ma esprime la sua formale solidarietà per tutte le persone libere che in virtù della propria libertà e del desiderio di vivere in un Paese migliore si sono trovate, o si sono recate, in quella piazza a significare ad ognuna delle Sentinelle che la loro veglia silenziosa era più violenta di qualunque schiaffo. Per questo, aspettando che la giustizia faccia il suo corso e confidando nel buon senso di chi è chiamato ad applicarla, preferiamo sperare di non doverci mai più trovare nelle condizioni di dover esprimere in futuro la nostra solidarietà per persone che, in difesa della propria dignità e dei propri diritti, si sono trovate a dover chiarire la propria onestà, correttezza e pulizia davanti a un giudice. Altri, speriamo, sapranno farsi un esame di coscienza e magari chiederanno perdono al dio che dicono di amare ma il cui messaggio dimostrano di non conoscere”.

L’amore non disturba la quiete pubblica. Il consigliere regionale Manlio Mariotti (PD) interviene sulla vicenda relativa alla polemica sulle unioni tra persone dello stesso sesso e ritiene che “le dichiarazioni del ministro Alfano sono lo specchio di un pensiero irrispettoso della dignità delle persone”. Mariotti , riferendosi all’azione della Procura di Perugia che ha aperto un fascicolo contro una coppia di ragazzi, “colpevoli di essersi baciati in occasione di una manifestazione di piazza”, si dice convinto che in alcun modo una testimonianza d’amore possa venire considerata disturbo della quiete pubblica. “La cronaca delle ultime ore, con il ministro Alfano che pretende di intervenire per impedire la registrazione dei matrimoni tra coppie dello stesso sesso celebrati all’estero e il fascicolo aperto dalla Procura di Perugia per un bacio, richiama con forza la necessità che il Paese si doti al più presto di una legislazione avanzata, compiuta e coerente sulle unioni civili”. Il consigliere regionale del Partito Democratico umbro Manlio Mariotti è tra i firmatari, tra l’altro, di una proposta di legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate all’orientamento sessuale.

Sulle nozze gay. “In relazione alla registrazione in Comune delle coppie gay, la posizione normativa preclusiva del ministro dell’Interno Angelino Alfano è semplicemente coerente con la Costituzione, il Codice civile e l’attuale quadro normativo” è quanto osserva, in una sua nota, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci. Recentemente, ad Assisi, aveva suscitato polemiche l’approvazione di una mozione da parte del consiglio comunale, su proposta del consigliere Luigi Marini, mirata alla tutela della famiglia “naturalmente costituita”, che, “pur nel rispetto di tutte le proposizioni – sottolinea oggi il sindaco – ci appare un valore fondante antropologico della nostra identità culturale”. “Chi si candida a sindaco, e poi viene eletto – osserva ancora Ricci – giura sulla bandiera italiana e sulla Costituzione e quando celebra un matrimonio civile deve, obbligatoriamente, leggere tre articoli del Codice civile che sottolineano i valori della famiglia tradizionalmente costituita da uomo e donna, e i doveri verso i figli, inclusa la coabitazione”. “Pur rispettando tutte le opinioni, da ritenersi sacre – conclude il sindaco di Assisi – e avendo cura di garantire a tutti i diritti e i servizi, il nostro ordinamento giuridico consente, ad oggi, solo l’istituto del matrimonio civile legato alla famiglia naturale”.

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