Perugia 1416, ecco il palio dell'edizione 2017 - Tuttoggi.info

Perugia 1416, ecco il palio dell’edizione 2017

Redazione

Perugia 1416, ecco il palio dell’edizione 2017

Realizzato da Nacir Imache, vincitore del bando riservato agli studenti dell'Accademia
Mar, 23/05/2017 - 16:39

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Svelato il Palio d’artista 2017 di Perugia 1416. A realizzarlo Nacir Imache, algerino, 25 anni, iscritto al secondo anno del corso di Design dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, risultato vincitore del concorso indetto dall’associazione Perugia 1416 e riservato agli studenti dell’Accademia, che così si aggiudica 500 euro. Il drappo che verrà consegnato al rione vincitore delle tre competizioni “atletico-sportive” e del corteo, che si terranno dal 9 all’11 giugno prossimi (due il sabato, domenica la finale insieme alla sfilata in costume), è stato presentato alla sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, da Teresa Severini, presidente dell’Associazione e assessore alla Cultura, e Leonardo Varasano, presidente del Consiglio comunale di Perugia, entrambi facenti parte della giuria composta anche da Mario Rampini, presidente dell’Accademia, Giorgio Moretti, accademico d’onore della “Vannucci”, e i professori Emidio De Albentiis, docente di Storia dell’Arte, e Laura Farina, docente di Disegno.

La Commissione, esaminate tre opere in concorso “ha valutato molto positivamente tutti e tre gli elaborati, per la freschezza dell’idea progettuale, per la piacevolezza cromatica e grafica e per l’efficacia comunicativa, apprezzando molto anche l’impegno profuso dai tre studenti”. Ha dichiarato vincitore all’unanimità il progetto dello studente Nacir Imache, di cui è stato apprezzato il concept generale, basato fondamentalmente sull’interazione grafico-concettuale delle idee di “incontro”, “gara” e “unità”, nonché l’efficacia della sintesi dei segni e dei colori capaci di dare vita a un’immagine al tempo stesso contemporanea e radicata nella storia, molto adatta per un palio come quello che si aggiudicherà il Rione vincitore dell’edizione 2017.

Un concept tutto incentrato in una chiave di lettura attraverso il carattere “Monk”. “Monk”, è stato ricordato dal professor De Albentiis intervenuto alla presentazione, è il nuovo “font”, frutto del lavoro di designer e comunicatori, coordinati dall’Accademia, che hanno voluto creare un carattere capace di esprimere l’identità dell’Umbria, ibridando la regolarità della scrittura utilizzata negli “scriptoria” benedettini con quella spigolosa e gotica dei francescani. Un carattere Made in Umbria presentato a Expo Milano 2015.

Quello di oggi è un altro momento importante in vista dell’edizione 2017 di Perugia 1416 – ha ricordato l’assessore Severini – Devo dire che insieme a tutti i rioni stiamo davvero “correndo” per preparare la seconda edizione con un coinvolgimento sempre più ampio dei “rionali”. Insomma la gente è grande protagonista di questo progetto e di questa competizione così sentita”.

Il palio, ha ricordato l’assessore, è il frutto di un concorso bandito in collaborazione con l’Aba, organismo tra i fondatori dell’associazione Perugia 1416..

L’obiettivo del concorso è stato sollecitare i giovani studenti a documentarsi, fornendo alla fine una loro interpretazione della manifestazione. L’anno scorso le due vincitrici riuscirono ad aggiudicarsi il premio disegnando un palio ispirato ai temi della luce e del tempo. Quest’anno i sei componenti della commissione giudicatrice, pur essendo di provenienza molto diversa l’uno dall’altro, hanno unanimemente deciso di premiare il lavoro di Nacir Imache avendo apprezzato il disegno ispirato ai temi della condivisione, unione e sinergia, anche tramite un gioco di colori. Ne è venuto fuori un tratto contemporaneo, molto pulito e rivolto alla partecipazione dei giovani, come è nello spirito di Perugia 1416.

Il presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano, tra i componenti della giuria, ha sottolineato questo appuntamento rappresenta un momento virtuoso di collaborazione tra Comune, associazione Perugia 1416 ed Accademia. La commissione ha deciso di condividere il lavoro di Nacir Imache perché rappresenta un interessante connubio tra competizione e collaborazione, utile per esaltare il ruolo dei rioni.

“Ed è proprio questo, ritengo, il senso di Perugia 1416: da un lato la sana competizione tra rioni, ma dall’altra una stretta collaborazione tra loro per riscoprire le radici ed i valori condivisi di Perugia. Perugia 1416 ha avuto il merito di fare questo: dare un sussulto vitale alla città, creando una sorta di “formicolio” che dura per tutto il corso dell’anno e non solo nei giorni delle gare. Vi è una volontà di partecipazione molto forte che i perugini stanno dimostrando e che la manifestazione ha avuto il merito di far riemergere.

Fari puntati alla fine sul vincitore.

“Prima ho pensato a fare una sintesi dell’evento, andando a fare anche un sopralluogo nei punti dove si svolge la manifestazione – ha spiegato Nacir Imache – poi ho fondato il progetto su tre elementi conseguenziali: l’incontro, la gara sportiva e infine l’unità. Ho simbolizzato queste azioni attraverso dei bastoni e alla fine ho creato la forma che unisce tutte le azioni rappresentate dai singoli bastoni; da qui ho creato un segno grafico tipo stella, che simbolizza l’evento 1416. Ne risulta un logo che rappresenta allo stesso tempo un evento sportivo e il patrimonio artistico della città. Ho deciso di utilizzare Monk, un carattere deciso, contemporaneo, che funziona bene perché dietro ha la sua storia, è un carattere perugino, ma non solo”.

Una menzione meritano però anche gli altri due progetti partecipanti al concorso: Davide Mongelli ha presentato “Uniti della gloria”, basato sul mantenimento simbolico, nel palio, della figura di Braccio da Montone, capace di unificare l’intera città di Perugia in una composizione che assomma in sé i colori dei cinque rioni e l’emblema del condottiero, con un’interessante richiamo a una certa vena di matrice futurista; Mario Ragni ha elaborato “Porta i tuoi atleti e la tua storia a Perugia”, in cui il binomio contemporaneità/storia si esprime mediante la sagoma di un grifo passante contornato dai cinque simboli delle Porte e sottolineato da una scritta in caratteri gotici. Interessante il gioco di parole basato sul carattere bisemantico del termine “Porta”.

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