Perugia 1416, intervista al regista Rodolfo Mantovani "Un viaggio nella città che fu" - Tuttoggi.info

Perugia 1416, intervista al regista Rodolfo Mantovani “Un viaggio nella città che fu”

Cristiana Mapelli

Perugia 1416, intervista al regista Rodolfo Mantovani “Un viaggio nella città che fu”

Nato a Foligno, classe '78, lo sceneggiatore, regista ed interprete vive a Bastia | "E' una festa, dobbiamo divertirci divertendoci"
Ven, 24/02/2017 - 12:00

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E’ giovane, ma con sulle spalle un bagaglio culturale e teatrale importante. Ma la cosa che ci colpisce di più, mentre intervistiamo Rodolfo Mantovani, classe ’78 nato a Foligno e bastiòlo, è l’amore che ha per l’Umbria. “Abbiamo una terra con una storia e delle potenzialità enormi – spiega – dovremmo avere su di noi tutti gli occhi puntati del mondo“.

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Un bando lampo e che si è concluso con l’individuazione del suo nome “L’ufficialità del ruolo – commenta divertito – me la state dando voi giornalisti, tutte le testate parlano di me. Io per scaramanzia non l’avevo ancora detto a nessuno“. Rodolfo Mantovani ci racconta la sua idea di Perugia 1416, da umbro e da ragazzo che ha abitato per quasi un decennio a Perugia “Qui mi sono formato come attore – spiega a Tuttoggi.info  e ho frequentato il Cut. E grazie al direttore Roberto Ruggeri, insieme ai maestri europei da cui ho imparato, se ho un’idea pulita e giusta del teatro“.

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Nella lunga telefonata che abbiamo avuto con lui ci ha colpiti l’entusiasmo, la “praticità” delle sue proposte e il fatto che ha ben chiaro che cosa la rievocazione storica non deve essere o, al contrario, potrebbe ambire a diventare.

La direzione artistica della seconda edizione di una manifestazione sulla bocca di tutti è una grande responsabilità.

Si stanno gettando le fondamenta per una manifestazione che domani potrebbe diventare una tradizione. Va capito come fare interloquendo con l’associazione Perugia 1416, con i Rioni, con le Istituzioni di Perugia, dialogando con l’associazionismo cittadino (sportivo, laico e religioso) e con entrambi gli Atenei. La butto là: quanto potrebbe esser bello che studenti che vengono a studiare a Perugia storia medievale, materiale che non ci manca, poi potessero fare ad esempio degli stage all’interno della rievocazione storica?”

Sì, ma le polemiche in alcuni momenti hanno prevalso sul contenuto vero e proprio del progetto. Una città si è divisa.

rodolfo-mantovani“Noi umbri siamo profondamente medievali, una ricchezza ma anche una mancanza perché siamo sempre in disaccordo con qualcuno. La cosa che vorrei più di tutto è divertirmi divertendoci tutti insieme. E’ una festa, ma deve essere una festa popolare”.

Sulla prima edizione, quella diretta dal regista Del Barna, commenta solo con “Le partenze non sono mai facili, ma da qualche parte si doveva pur iniziare ed il tempo era pochissimo. Anche quest’anno abbiamo poco tempo, ma dobbiamo ragionare su quello che Perugia 1416 potrebbe diventare: la capofila di tutto il medioevo in Umbria e avere risonanza anche internazionale. Noi dobbiamo divertirci divertendoci, è una festa per la città“.

>>Qui il suo curriculum

Qual è la sua Perugia 1416?

Con noi mette subito ben in chiaro una cosa, la sua rievocazione storia dovrà essere una festa della città. Tra un ricordo e l’altro della Perugia che ha vissuto da ragazzo durante gli studi, Rodolfo svela una grande ambizione: “E’ anche grazie a Perugia 1416 che possiamo valorizzare il nostro territorio imparando ad amare la nostra Umbria. Conosco bene Perugia, l’ho vissuta.  Sono alto un metro e 90 e peso 110 chili, c’è stato un momento in cui avevo paura di raggiungere l’auto alla Cupa. Per rivitalizzare la città partiamo da qui“.

Nel bando pubblicato, ai candidati registi è richiesto di proporre nuove iniziative rispetto alla passata edizione, comprese idee attrattive per i più piccoli e rappresentazioni teatrali. Qualche anticipazione?

Perugia 1416

Perugia 1416

 “Vorrei dare vita ad una produzione teatrale – spiega Mantovani – dove stabilire dei percorsi attraverso la “Perugia che fu” dove il visitatore, che sia il perugino o il turista, fa il giro di tutti e cinque i rioni. Così, quando vedrà poi la sfilata in costume, potrà riconoscere i contenuti appresi e, perché no, magari si ritrova a tifare per quel rione anziché un altro. Ad esempio, il rione Santa Susanna è identificato con il colore azzurro e ha come il simbolo la catena, perché? Perché proprio qui, nella zona di Perugia che si “affaccia” in direzione del Trasimeno, avveniva il mercato del pesce”.

Ruolo importante giocheranno, quindi, i rioni e i rionali, ma anche gli spazi adeguati che saranno allestiti in questo percorso nella “Perugia che fu” e a cui la direzione artistica potrà avere accesso.

“Vorrei studiare e far conoscere la specificità del Rioni, superando così l’idea di manifestazione composta solo dai giochi e dalla sfilata, ma basata su un contenuto maggiore. Dovrò capire se alcuni tra i rionali sono portati a fare gli attori, cosi da vedere, magari, ad esempio “una contrattazione al mercato del pesce nel Medioevo” senza ricorrere a professionisti esterni alla città. Pensiamo in grande: a Bevagna, ad esempio, a fare il giro della Gaite sono passati 6mila bambini da tutta Italia. Ecco la direzione verso cui dobbiamo muoverci“.

Ha già un’idea di come sarà composto il so staff per realizzare la rievocazione storica?

La cosa bella di queste manifestazioni – spiega il nuovo regista – è quella di utilizzare nell’organizzazione i proprio rionali come accade nelle altre rievocazioni storiche in Umbria”.  Nell’impegnativo lavoro che a breve inizierà fino a giugno, nella scelta dello staff su cui fare affidamento per l’evento, sarà suo intento “responsabilizzare i rioni, perché non si può demandare ad uno staff esterno la gestione della propria festa“. “Al registra viene anche richiesto i trovare coloro che metteranno le maestranze – continua –  come l’audio, le tribune, le transenne se servono. Vorrei lavorare con le realtà del territorio“.

La bio. Trentanove anni non ancora compiuti, tanti ruoli come sceneggiatore, registra e interprete, con un approfondimento sul lavoro con i più piccoli ed un’attenzione al sociale. Ed è proprio grazie al Rione bastiólo di San Rocco che è arrivato in televisione, interpretando il ruolo di Primo Rivalta nella fiction Mediaset, La figlia di Elisa, Ritorno a Rivombrosa. Nel 2005, Rodolfo Mantovani vinse infatti il premio come miglior attore al Palio di San Michele trovando in giuria il regista della fiction di Canale 5, Stefano Alleva. Diplomato come attore con competenze tecniche di base e attore con competenze artistico performative al Cut di Perugia, dove ha vissuto per quasi un decennio, in seguito ha preso parte a importanti allestimenti cinematografici e teatrali come L’artista e la Vita/Leonardo da Vinci – II codice di Monna Lisa, Giovanni e Iris Editors; Sorella Luna e le stelle per il Todi Arte Festival con regia di Pupi Avati; Barbarossa di Renzo Martinelli, prodotto da Rai Cinema. Per info www.rodolfomantovani.com

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