I figli di Barbara Cicioni dovranno “pagare” le spese del processo per il padre che ha ucciso la mamma incinta. Roberto Spaccino è destinato al carcere a vita per quell’orrendo crimine consumato nella villetta di Marsciano nel maggio del 2007. I giudici lo hanno anche condannato al risarcimento delle spese di giustizia che si aggirano sui 200 mila euro. Equitalia però ha annunciato di voler iscrivere ipoteca sulla villetta che fu teatro di quel massacro quando Barbara portava in grembo la sua creatura di 8 mesi. La cartella dell’ente di riscossione – secondo quanto spiega il quotidiano La Nazione -,punta alla parte di proprietà che, in una situazione normale, spetta al coniuge vedovo in percentuale di quota rispetto rispetto alla parte spettante ai figli della coppia (due bambini, che all’epoca dei fatti avevano 4 e 8 anni). Eppure nel caso specifico, Spaccino dovrebbe aver perso ogni diritto ad ereditare i beni di proprietà della moglie “per indegnità”, ma il passaggio di proprietà di Spaccino nei confronti dei figli non è mai stato fatto. Ancora una volta lungaggini e burocrazie alla base di questa paradossale situazione.
Quei quattro sesti della villetta (chiusa dai tempi delle indagini dei Ris) potrebbero veramente andare ad Equitalia, generando dunque la situazione per la quale saranno di fatto i figli della vittima a pagare per le spese giudiziarie dell’assassino che li ha resi orfani. Resta solo la via del ricorso verso un procedimento che pare già in fase inoltrata mentre la speranza di un ravvedimento ormai al lumicino.
La notte del 24 maggio del 2007 Barbara Cicioni viene trovata nella sua camera da letto, incinta di otto mesi e mezzo, nella villetta dove abitava insieme al marito, contigua alle abitazioni degli altri famigliari del marito. A dare l’allarme al 118 è la cognata, a trovare la donna il marito, Roberto Spaccino, il quale affermò di essere uscito per fare delle commissioni e di aver successivamente, una volta rientrato, trovato la casa a soqquadro e la moglie senza vita, sul pavimento della camera da letto. Al momento dell’omicidio i due figli della coppia, di otto e quattro anni, dormivano nell’altra stanza.
In un primo momento si pensa che l’omicidio sia avvenuto ad opera di malviventi entrati in casa a scopo di furto (la stessa famiglia ne aveva già subìto uno nei mesi scorsi). Il 29 maggio, poche ore prima del funerale di Barbara, Spaccino viene tratto in arresto e, sulla base delle rilevanze emerse dalle indagini, gli vengono contestati i delitti di omicidio volontario aggravato (futili motivi, crudeltà verso la vittima, rapporto di coniugio) per aver cagionato la morte della moglie Barbara Cicioni, maltrattamenti nei confronti della medesima e dei figli minori, calunnia nei confronti di ignoti, simulazione di reato (simulazione del furto).
Spaccino vuole incontrare i figli. Malgrado i tre gradi di giudizio che vedono Spaccino condannato in via definitiva lui continua a dichiararsi innocente e dal carcere chiede al Tribunale la possibilità di valutare il possibile contatto con i figli che non sente dal giorno del suo arresto, nel 2007. L’udienza è a novembre al tribunale per i minori.