Un bilancio importante quello dell’indagine portata avanti dalla commissariato di Polizia di Foligno, con a capo i comandante Bruno Antonini in collaborazione con l’Agenzia Regionale per l’Ambiente ARPA della città della Quintana, diretta da Sara Passeri.
Le indagini – Tutto parte dalla segnalazione di un commerciante del settore che riscontra qualche anomalia nella combustione del pellet. Il materiale bruciava infatti con difficoltà ed emanava un cativo odore. Lo stesso operatore fa presente alle autorità competenti di aver ricevuto questa partita “difettosa” da un mediatore del settore a parziale compensazione di un credito dovuto.
Le prime analisi – Ed è sempre lo stesso commerciante a far realizzare alcune analisi sul pellet da un laboratorio accreditato. I risultati evidenziano la presenza di varie materie tossiche, non compatibili con il pellet a norma. Le materie rilevate sono: piombo, rame, residuo di ceneri e formaldeide
I risultati – L’azione di Polizia ha portato, al termine delle prime indagini, ad una denuncia per truffa, frode e violazione della legge sull’ambiente. Contestuale l’ingente sequestro del materiale fuori norma: 46 tonnellate complessive, di cui 45 stivate in un deposito nelle Marche e una in un’azienda folignate. La ditta produttrice, da quanto si evince da documenti consultati durante le ricerche, potrebbe avere sede nell’Est Europa.
Nessun allarmismo – Come tengono a sottolineare sia il commissariato di Polizia che l’Arpa, non esiste nessun pericolo di tossicità, se il materiale da riscaldamento non viente bruciato. La stessa Arpa sta effettuando ulteriori analisi di accertamento