Claudio Montini è il segretario del pd di Spoleto ma il suo mandato comincia già sotto una cattiva stella, se mai ci fosse voluta una conferma dei problemi, tanti, che continuano a piegare le gambe a quella che, sulla carta e nelle urne, resta comunque la prima forza politica cittadina.
Oggi all’opposizione, dopo 60 anni di incontrastata egemonia, dove rischia di rimanere se non si saprà porre fine ai personalismi, ai conflitti e a un modo di fare politica, più strumentale che serio e concreto, che continua ad allontanare la base.
Ieri l’altro è andato così in scena quanto aveva preannunciato Tuttoggi sulla votazione del nuovo segretario. Anche se non sono mancati i colpi di scena.
Elezione azzoppata
A cominciare da quella elezione all’unanimità che le tre correnti del pd spoletino si erano trovate a siglare intorno al nome di Montini. Lo strappo è arrivato dai fedelissimi di Matteo Renzi. Il Matteo meno conosciuto (Cardini) & Co. avevano controvoglia accettato il nome di Montini in cambio di un terzo dei posti disponibili nell’assemblea (16) contro gli 8 scranni proposti loro fino a quel momento.
Una volta incassate le 16 poltrone, al momento del voto i renziani hanno dichiarato la loro astensione facendo scendere il gelo nella sala. Neanche tutti si erano per la verità presentati alla votazione; su 11 presenti, solo Raffaella Torlini ha dichiarato il proprio voto contrario: “da domani sarai il mio segretario ma sono contraria al modo in cui si è arrivati a questa candidatura”, ha detto la giovane attivista mostrando un bel po’ di coerenza e coraggio.
Anche i ranghi delle altre due correnti, quella dei dem-fioroniani che hanno proposto il nome di Montini (fedelissimo di Paolo Martellini, assente all’appuntamento) e quella degli ex diesse erano al completo: 29 su 34 che però hanno votato compatti l’ordine di scuderia siglato qualche giorno prima.
L’ira di Lisci
Da più parti sono arrivate critiche alla gestione del segretario provinciale Dante Andrea Rossi per le note vicende legate all’assenza di un rappresentante della città del festival non solo in Regione ma anche in Provincia. L’attacco più forte è arrivato dal consigliere comunale Stefano Lisci – l’ex vice sindaco che aveva sostituito nella carica proprio Rossi nell’ultima legislatura targata pd – il quale, a detta dei presenti, avrebbe apostrofato più volte il segretario con epiteti come “falso” e “bugiardo”.
Rossi ha replicato punto su punto ma la tensione da quel momento in avanti è rimasta altissima. Contro Lisci si è dichiarata la consigliera Laura Zampa che ha stigmatizzato le dimissioni del collega da presidente della Commissione controllo e garanzia in Comune, mai attivata da due anni e mezzo a questa parte.
Insomma, non bastasse l’assemblea spaccata in 3, il gruppo consiliare sembra battere il record di correnti arrivando addirittura a 4 con Rossi-Martellini-Zampa in quota all’asse Fioroni-Bocci, Capitani agli ex diesse (anche se per quest’ultimo congresso aveva firmato per le liste dei renziani), Lisci a capo dei renziani e Carla Erbaioli sempre più legata all’assessore regionale Luca Barberini, che starebbe manifestando una qualche presa di distanza dai fioroniani.
Il sospiro di sollievo
Una nota positiva però c’è stata. La presenza del segretario e capogruppo in comune Rossi ha fatto tirare un sospiro di sollievo un po’ a tutti i presenti, dopo che Pd e M5S – alleati nella mozione di sfiducia dello scorso dicembre all’attuale sindaco Cardarelli – avevano dichiarato pubblicamente le sue “gravi condizioni di salute”. A quanto è dato sapere invece Rossi era stato sottoposto a un piccolo intervento chirurgico programmato, che gli aveva procurato qualche strascico.
Il mano…scritto
Ma torniamo alla nomina del segretario. La sua prima uscita non è stata delle migliori. Anche perché Montini ci ha messo del suo leggendo il discorso di insediamento preparato per l’occasione. Una lettura incerta, stentata, come sostengono i maligni che hanno ipotizzato che il documento fosse stato stilato da una mano terza.
Il segretario ha fatto poi approvare la proposta di allargare l’assemblea a 56 membri, escamotage per far rientrare alcuni dei nomi rimasti incredibilmente fuori dalle rispettive correnti: come quello di Marco Trippetti (primo dei non eletti alle ultime elezioni amministrative) per i renziani e quelli di Capitani e Andrea Orlandi (in gioco c’è anche il nome di Simone Sensi) per l’ala di sinistra.
Montini si è poi riservato un paio di settimane per comunicare la segreteria e proporre in quella sede all’assemblea il nome del nuovo presidente, ruolo finora ricoperto da Vilma Fiata.
Una poltrona per due
In ballo, come già anticipato da Tuttoggi, restano due nomi, quello di Roberto Loretoni per gli ex diesse e di Sergio Grifoni per i fioroniani. Nessuno dei due al momento ha però i numeri sufficienti per vincere la tornata. Entrambi avranno bisogno del sostegno dei renziani che potrebbero decidere di restare a guardare.
In vantaggio resta comunque Loretoni, i cui supporters hanno invitato il partito a considerare che la corrente ‘avversa’ vanta già il segretario Montini, sicuramente il prossimo vicesegretario e il capogruppo Rossi, e rivendicato così l’incarico di garanzia qual è la presidenza.
Su Grifoni poi pesa il recente passato politico, essendo stato tra i più acerrimi nemici dell’ultima giunta pd: dalla mozione di sfiducia nei confronti dell’ex sindaco Benedetti, alle denunce pubbliche per il ‘buco’ di bilancio con tanto di richiesta all’ex prefetto Repucci di scioglimento del consiglio comunale. Non era che l’autunno 2013 e, inutile dirlo, questi cavalli di battaglia furono determinanti per la sconfitta, appena sette mesi dopo, del candidato pd Rossi e la vittoria delle liste civiche Rinnovamento e Prima Spoleto che schieravano Cardarelli.
Da “nemico” ad alleato, per Grifoni il passo è stato breve. Che riesca nel colpaccio di agguantare addirittura lo scranno più alto del pd di Spoleto?
AGGIORNAMENTO – Roberto Loretoni non è interessato alla carica della presidenza. E’ quanto il dirigente del pd, in modo inusuale, ha sentito di chiarire via Facebook dopo l’articolo di Tuttoggi. Una precisazione che non era arrivata 20 giorni fa quando proprio queste colonne avevano dato notizia della corsa di Loretoni allo scranno più alto. Probabilmente Loretoni ha cambiato idea lasciando così, almeno per il momento, il campo libero a Grifoni. Anche se gli ex diesse sembrano convinti a non lasciare ulteriori spazi (e poltrone) ai fioroniani.
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