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Parroco bacchetta senatore Pdl “Non la voto” – Internet e facebook, è rivolta

Redazione

Parroco bacchetta senatore Pdl “Non la voto” – Internet e facebook, è rivolta

Mer, 20/02/2013 - 17:31

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Carlo Ceraso

Se Beppe Grillo e M5S optano per i new media per la loro comunicazione, c’è chi continua a credere nell’uso della lettera elettorale per conquistare voti. Oggi Antonio Ingroia ha presentato una denuncia contro il Cav. B. per la ormai famosa lettera agli italiani sulla ‘restituzione dell’Imu” per la quale l’ex pm ha ravvisato l’ipotesi di “voto di scambio e truffa elettorale”. Ed è sempre di oggi la lettera di oggi di padre Giuseppe Trifirò, parroco di Pace del Mela, in provincia di Messina, che con una nota ai parrocchiani li ha invitati “a non andare a votare”, a “non farsi imbrogliare dai politici…. diamo un segnale forte a questa politica sporca, affaristica, disumana e composta da tanti ladri e disonesti. Questa volta non andate a votare”.
Ma a scatenare la rete e i social network, Facebook e Twitter inclusi, è la risposta di don Gianfranco Formenton – parroco di San Martino e Sant’Angelo in Mercole, nella prima eriferia di Spoleto – all’invito che il senatore Ada Urbani (Pdl) aveva rivolto a tutti i parroci umbri ai quali chiedeva il voto facendo leva su temi etici come il fine-vita (richiamando il caso Englaro), l’unione fra coppie omosessuali, uso degli embrioni, etc.
Formenton, il ‘ribelle’, il parroco di frontiera, non ce l’ha fatta e, bollando ironicamente il documento della parlamentare come una ‘lettera pastorale, ha risposto per le rime.
Una replica che sta scatenando la rete, trovando il sostegno di migliaia di persone fra cui molti molti docenti universitari (da Lugano a Venezia, Napoli, etc). Ad infiammare il mondo universitario è stato il post pubblicato sul proprio profilo Fb dal professor Giovanni Bachelet, docente di fisica alla Sapienza di Roma, figlio dell’indimenticato giurista Vittorio ucciso nel 1980 dalle Brigate rosse. Ma anche le gerarchie ecclesiastiche, umbre come romane, sembrano aver apprezzato l'intervento.
In poche ore è stato condiviso da più di 3.000 persone, mentre sono già più di mille i ‘mi piace’.
Votatemi – la lettera della senatrice risale allo scorso 8 febbraio. Ecco il testo reso pubblico da don Formenton, leggiamolo: “Gentile Parroco, mi sono decisa a scrivere questa lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria perché, dopo cinque anni trascorsi in Senato, so con certezza che nei primi mesi della prossima legislatura dovranno essere affrontati in Parlamento parecchi argomenti che riguardano temi etici importanti e delicatissimi. Mi riferisco, tra le altre, alle disposizioni sul fine vita (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali, all'adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull'uso degli embrioni, all'apertura all'aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo. In Parlamento, lo scorso anno, ho costituito, assieme ad altri colleghi, l'Associazione parlamentare per la Vita. Una Associazione che è stata un baluardo contro ogni attacco volto a modificare in senso negativo la nostra legislazione. Malgrado ciò recenti orientamenti dei giudici hanno intaccato lo stesso dettato costituzionale in tema di famiglia, di adozioni e di fine vita. Immagino che sulla politica economica del mio partito non tutto possa essere pienamente condivisibile e che, magari, alcuni preferiscano soluzioni diverse da quelle che abbiamo proposto o che abbiamo in programma di fare. Sui temi etici però, a differenza di altri partiti, il PdL è stato sempre unito e coerente, perché composto da molti cattolici e da altri che si definiscono laici adulti, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili. Se di politica economica si può discutere (ma io ho sempre lottato per orientare al bene comune l'azione dello Stato), su queste tematiche non ci sarà possibilità di mediazione. Mediare significherebbe comunque accettare che, prima o poi, si compia un'escalation che ha come traguardo la modificazione dei valori di fondo della nostra società, da ultima, per usare la denuncia dei vescovi spagnoli, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, ma il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica.

È necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l'uomo e la sua vita. Io mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso. Per questo chiedo anche il Suo sostegno e ringrazio per tutto quello che riterrà di fare. Devotamente saluto, Ada Urbani candidata PdL al senato

Spiacente – sferzante la replica del prete, cliccatissima sui social network.
“Gentile Senatrice, ho ricevuto la sua lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria e ho deciso di risponderle in quanto pastore di una parte di questo popolo al quale recentemente il Card. Bagnasco ha raccomandato, dopo alcune eclatanti ed astrali promesse elettorali, di non farsi abbindolare. Vedo che nella sua lettera lei parla in gran parte dei cosiddetti temi etici che lei riferisce unicamente ai luoghi comuni che tutti i politici in cerca di voti e consensi toccano quando si rivolgono ai cattolici: il fine vita, le unioni omosessuali, gli embrioni, l'aborto.

La ringrazio anche per la citazione dei vescovi spagnoli e per il suo impegno per la formazione culturale e politica improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili.

Ma rivolgendosi ai pastori del popolo cristiano lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli.

Sarebbe bello stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito, sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzare i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni.

Sarebbe bello ma i pastori non possono farlo perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria modificazione dei valori di fondo della nostra società (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà.
Concordo con lei, su questo mediare significherebbe accettare.

Un'idea di vita irreale ha devastato le coscienze e i comportamenti dei nostri giovani che hanno smesso di sognare sogni nobili e si sono adagiati sugli sculettamenti delle veline, sui discorsi vacui nei pomeriggi televisivi, sui giochi idioti del fine pomeriggio e su una visione rampante e furbesca della politica fatta di igieniste dentali, di figli di boss nordisti, di pregiudicati che dobbiamo chiamare onorevoli.

Oltre a questo lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti-cristiane, anti-evangeliche, anti-umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi e, mi creda, mentre nel Vangelo non c'è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull'aborto: sulle discriminazioni, invece, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all'accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere.

Mi dispiace, gentile senatrice, ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità.

Mi sforzerò, come raccomanda il cardinale, di mettere in guardia tutti dal farsi abbindolare da certi ex-leoni diventati candidi agnelli. Se le posso dare un consiglio, desista da questa vecchia pratica democristiana di scrivere ai preti solo in campagna elettorale, e consigli il suo capo di seguire l'esempio fulgido del Papa. Sarebbe una vera opera di misericordia nei confronti del nostro popolo. don Gianfranco Formenton”

(ha collaborato Sa. Cip.)

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