"Viva il Papa", Francesco ad Assisi firma un patto con i giovani | "La terra brucia oggi" | FOTO e VIDEO - Tuttoggi.info

“Viva il Papa”, Francesco ad Assisi firma un patto con i giovani | “La terra brucia oggi” | FOTO e VIDEO

Flavia Pagliochini

“Viva il Papa”, Francesco ad Assisi firma un patto con i giovani | “La terra brucia oggi” | FOTO e VIDEO

Sab, 24/09/2022 - 10:32

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The Economy of Francesco da oggi cambia passo: mille giovani economisti, imprenditori e changemakers firmano un patto col Papa

Con i giovani di The Economy of Francesco si danno del tu, come i quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo della nota canzone. E in effetti è un po’ così, visto che il Pontefice ha scelto loro, mille giovani da tutto il mondo in rappresentanza delle migliaia che hanno lavorato per tre anni (basti pensare che nel 2020, prima della pandemia, avrebbero dovuto essere in tremila), per “cambiare musica”, e nello specifico l’economia, rendendola più umana.

The Economy of Francesco da oggi cambia passo: dopo tre anni di lavoro online finalmente i giovani si sono incontrati in presenza per raccoglierei frutti di tre anni di lavoro e suggellare l’impegno con la firma di un Patto con Francesco che include anche le tematiche elaborate in questi tre giorni di incontri. Linee guida che dovranno diventare azioni concrete per arrivare a un mondo più equo e giusto; azioni anche personali, visto che i giovani, in una giara preparata dagli ospiti del Serafico – e decorata da un fiore che può anche essere un sole con tralci di vite – hanno inserito anche le loro promesse personali”. La vite ricorda il vino e la giara ricorda quella di Cana che accolse l’acqua trasformata in vino da Gesù Cristo, segnando il primo miracolo e con esso l’avvio di un percorso di cambiamento profondo per tutta l’umanità. Il grande vaso sarà depositato nel giardino della Porziuncola, in ricordo del luogo da dove sono partiti i primi frati in missione, sulle orme di Francesco.

“Dietro questa giara decorata – spiegano dal Serafico – c’è tutta la visione dell’Istituto Serafico, dove si crede profondamente che l’assistenza non si esaurisca solo in atti ‘tecnici’ e in pratiche mediche, ma debba invece portare alla crescita e alla valorizzazione completa della persona. E questo tipo di crescita, questa attenzione al valore di ogni vita, è proprio alla base del messaggio che il Serafico ha voluto presentare a The Economy of Francesco: una nuova visione della società in cui anche la voce dei più fragili diventa una risorsa per la crescita di tutti”.

L’arrivo di Papa Francesco

L’elicottero con a bordo il Papa è decollato alle 9 dall’eliporto del Vaticano, per atterrare mezz’ora dopo in un’area antistante la zona del Pala Eventi di Santa Maria degli Angeli: ad attenderlo il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, presidente del Comitato organizzatore e da cinque giovani dei cinque continenti (da Argentina, Sri Lanka, Norvegia, Mozambico e Nuova Zelanda: sono rispettivamente Agustina Brizuela, Sohan Francis Patrick, Maria Jordet, Sadia Mariano, Mozambico e Brandon Kengmana) in rappresentanza di tutto il popolo di Eof; dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale; da suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero, da Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria; dal prefetto di Perugia, Armando Gradone; da Stefania Proietti, sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, dai rappresentanti delle famiglie francescane, dai membri del Comitato promotore dell’evento: Luigino Bruni, Francesca Di Maolo, dal presidente della Pro Civitate Christiana, don Tonio Dell’Olio e dal presidente della Fondazione Santuario della Spogliazione, don Cesare Provenzi.

L’accoglienza dei bambini

Ad accogliere il Santo padre c’erano i bambini delle scuole del circondario con un coro emozionato di “Viva il Papa”. Francesco, arrivato sulla sedia a rotelle, una volta avvicinatori ai giovani studenti si è voluto alzare ed è andato ad abbracciarli.

Poi, ancora fuori dal Lyrick, il saluto del giovane comitato.

Il discorso del Papa

Alle 10 il Santo Padre è salito sul palco per l’incontro con i giovani. “Ho atteso da oltre tre anni questo momento – ha detto Francesco tra l’emozione dei presenti – da quando, il primo maggio 2019, vi scrissi la lettera che vi ha chiamati e poi vi ha portati qui ad Assisi”.

Il Santo Padre ha fatto alle centinaia di ragazzi presenti prima un quadro severo delle condizioni in cui stiamo vivendo questa epoca e dell’eredità che lasceremo. “Non basta fare il maquillage, bisogna mettere in discussione il modello di sviluppo. La situazione è tale che non possiamo soltanto aspettare il prossimo summit internazionale: la terra brucia oggi, ed è oggi che dobbiamo cambiare”.

“Dobbiamo accettare il principio etico universale che i danni vanno riparati” Ha continuato Papa Francesco, ponendo l’attenzione sui drammi e i problemi che stiamo vivendo a livello globale, parlando di insostenibilità.

Insostenibilità delle nostre relazioni “Il consumismo attuale cerca di riempire il vuoto dei rapporti umani con merci sempre più sofisticate – le solitudini sono un grande affare nel nostro tempo! –, ma così genera una carestia di felicità e insostenibilità spirituale del nostro capitalismo “C’è un urgente bisogno di ricostituire questo patrimonio spirituale essenziale. La tecnica può fare molto: ci insegna il “cosa” e il “come” fare: ma non ci dice il “perché”; e così le nostre azioni diventano sterili e non riempiono la vita, neanche la vita economica”.

Poi il riferimento a Francesco come ispirazione “Trovandomi nella città di Francesco, non posso non soffermarmi sulla povertà. Fare economia ispirandosi a lui significa impegnarsi a mettere al centro i poveri. A partire da essi guardare l’economia, a partire da essi guardare il mondo. Senza la stima, la cura, l’amore per i poveri, per ogni persona povera, per ogni persona fragile e vulnerabile, dal concepito nel grembo materno alla persona malata e con disabilità, all’anziano in difficoltà, non c’è “Economia di Francesco”. Direi di più: un’economia di Francesco non può limitarsi a lavorare per o con i poveri. Fino a quando il nostro sistema produrrà scarti e noi opereremo secondo questo sistema, saremo complici di un’economia che uccide“.

Parole dirette e dure che lasciano però spazio alla speranza di un cambiamento. Il discorso si conclude infatti con “tre indicazioni di percorso” che il Papa lascia nelle mani dei giovani economisti e imprenditori presenti:

  • “La prima: guardare il mondo con gli occhi dei più poveri. Migliorerete l’economia se guarderete le cose dalla prospettiva delle vittime e degli scartati”.
  • La seconda: non dimenticatevi del lavoro, non dimenticatevi dei lavoratori. A volte si può sopravvivere senza lavoro, ma non si vive bene. Perciò, mentre create beni e servizi, non dimenticatevi di creare lavoro, buon lavoro, lavoro per tutti.
  • La terza indicazione è: incarnazione. Il mondo dell’economia lo cambierete se insieme al cuore e alla testa userete anche le mani. Le idee sono necessarie, ci attraggono molto soprattutto da giovani, ma possono trasformarsi in trappole se non diventano “carne”, cioè concretezza, impegno quotidiano.

Foto racconto della giornata

Foto della Sala Stampa Vaticana.


I racconti dei giovani F

Il suo arrivo era stato introdotto da un momento artistico-teatrale basato sul versetto “Sentinella quanto resta della notte” (Is 21,11), il benvenuto e l’introduzione, dal racconto di esperienze da parte di otto giovani:

  • Serena Ionta, studentessa italiana di dottorato in Economia,
  • Facundo Pascutto, del progetto «Cien Asís»,
  • Henri Totin, direttore esecutivo di Jevev (Benin),
  • Lilly Ralyn Satidtanasarn, attivista per l’ambiente (Thailandia),
  • Samuel Lekato, economista (Kenya),
  • una attivista per i diritti delle donne (Afghanistan),
  • Mateusz Ciasnocha, contadino e co-fondatore delle Farm di Francesco (Polonia) e
  • Andrea, giovane detenuto e studente di Fisica che parlerà del valore del lavoro nella sua vita all’interno dell’istituto di pena

La firma del patto

Al termine del suo intervento il Santo Padre ha firmato il Patto con i “Ie economiste, gli economisti, le imprenditrici, gli imprenditori, le e i changemakers, le studentesse, gli studenti, le lavoratrici, i lavoratori” che comprende anche i dodici impegni elaborati al termine di venerdì, giornata di lavoro nei villaggi:

  1. un’economia di pace e non di guerra,
  2. un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive,
  3. un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda,
  4. un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili,
  5. un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza,
  6. un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari,
  7. un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne,
  8. un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi,
  9. un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra,
  10. un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, “beati i poveri”,
  11. un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza,
  12. un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perché una felicità non condivisa è troppo poco.

Il fuori programma e la ripartenza

Con Papa francesco non poteva mancare un fuori programma. Al ragazzo brasiliano che gli si è avvicinato e gli ha promesso mate e libri, Francesco ha risposto “Portami il mate, portami i libri, ma non portarmi la cachaça” che è l’acquavite del paese sudamericano.

Appena terminato l’evento, il Santo Padre ha raggiunto il piazzale dove era atterrato l’elicottero e da dove dopo un quarto d’ora è ripartito da Santa Maria degli Angeli.

[Articolo in aggiornamento – Ha collaborato Sara Cipriani]

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