di Giampiero Panfili (*)
Premesso che la storia processuale di Cesare Battisti si è conclusa con una sentenza passata in giudicato con la quale viene riconosciuto colpevole di quattro omicidi, ricevendo una condanna all’ergastolo dalla Giustizia italiana;
che dopo l’arresto e la detenzione nel carcere italiano di Frosinone riesce ad evadere dalla struttura penitenziaria e a rifugiarsi prima in Francia e, in seguito al provvedimento che autorizzava la consegna alle Autorità Italiane, si rifugia in Brasile dove viene arrestato nel Marzo del 2007;
che, attualmente il Brasile si è opposto alla richiesta di estradizione da parte delle Autorità Italiane adducendo motivazioni legate al timore di una persecuzione politica che ha indotto il Governo Brasiliano a riconoscere lo status di rifugiato politico.
Valutato che l’Italia eccelle per garantismo e cultura giuridica e che, a maggior ragione, il pericolo di persecuzioni ideologiche anticomuniste non esiste al punto che si registrano spesso scandalose e vergognose iniziative tese a riconoscere dignità sociale e politica ad esperienze legate al terrorismo rosso degli anni di piombo (emblematici sono stati i casi di Silvia Baraldini, Nadia Lioce, Oreste Scalzone…);
che le dichiarazioni del Governo Brasiliano offendono in maniera pesante lo Stato Italiano, le nostre Istituzioni, la nostra millenaria tradizione giuridica e il nostro popolo.
Il Consiglio Provinciale di Perugia esprime indignazione per quanto accaduto e si augura che il Governo Brasiliano ritorni in fretta sui suoi passi chiedendo scusa alle Istituzioni Italiane e chiudendo in questo modo l’incidente diplomatico.
(*) Consigliere Provinciale di Alleanza Nazionale