Dimissioni: è questa la richiesta, indirizzata al consigliere comunale Zefferino Monini, che arriva da una parte del Partito democratico e dal Movimento 5 stelle dopo la presentazione del progetto relativo al recupero degli spazi della ex Panetto & Petrelli, la storica tipografia di viale Martiri della Resistenza, finita da anni ormai all’asta dopo il declino dell’attività produttiva e una procedura fallimentare davanti al tribunale di Spoleto, il cui futuro sembra essere segnato dalla quasi totale demolizione delle strutture esistenti e dalla realizzazione da una parte di un supermercato di medie dimensioni di vendita (ad opera della Collerisana Costruzioni, di proprietà in quote diverse da Monini ed Alberetti) e dall’altra della possibilità di un’edilizia residenziale (nell’area di pertinenza degli eredi di uno dei fondatori, Gaetano Petrelli).
Futuro della Panetto & Petrelli, tutti gli articoli
Il giorno dopo la presentazione del progetto da parte della Collerisana Srl (composta dalla Zeflor della famiglia Monini e dalla Alberetti edilizia) a Spoleto non si parla d’altro. E subito sono arrivate le polemiche politiche. Anche se, pur di attaccare, in alcuni casi c’è chi finisce per fare delle gaffe.
Tra crisi aziendale, piano regolatore e delocalizzazione
Per fare chiarezza, quindi, prima di tutto va fatto un passo indietro. Dopo lo scioglimento societario del 1991 e la successiva crisi definitiva del 1994 – ’95, il nuovo marchio aziendale della Nuova Panetto e Petrelli, dopo un periodo di relativa calma, è entrato in crisi. Per favorire la nuova proprietà, l’Amministrazione comunale guidata all’epoca da Massimo Brunini, durante la sua ultima legislatura, aveva previsto nel Piano regolatore generale del Comune di Spoleto (approvato nel 2008) la possibilità di trasformare quell’area in un comparto edilizio a fronte di una delocalizzazione della tipografia fuori dal centro cittadino. Non se ne fece niente e nel frattempo si aprì per l’azienda una procedura fallimentare in tribunale che portò il complesso all’asta, mentre i lavoratori rimasti hanno usufruito negli ultimi anni degli ammortizzatori sociali, ora finiti.
La destinazione d’uso nel piano regolatore è rimasta però quella prevista nel 2008: zona B0, vale a dire zona residenziale esistente con mantenimento dei volumi esistenti. Il geometra Massimiliano Galli, che cura il progetto per la Collerisana srl, lo ha spiegato bene martedì mattina in conferenza stampa, come riportato da Tuttoggi.info. “L’intera area – ha spiegato Galli – è sottoposta a Piano Attuativo, ovvero all’interno di un determinato comparto va normato ciò che si vuole realizzare ma seguendo le norme – madri. L’ex-P&P è dunque un’area edificabile, un’area residenziale in cui è consentito anche lo sviluppo direzionale, commerciale e tutte le destinazioni d’uso che la Legge Regionale n° 1 ha stabilito”.
Nel dettaglio, il Prg (norme tecniche attuative parte operativa, articolo 58) prevede per le aree residenziali esistenti, come quella in cui insiste l’ex tipografia, le possibili destinazioni d’uso: a) abitazioni b) negozi e pubblici esercizi c) uffici professionali, commerciali e simili d) laboratori e botteghe artigiane le cui installazioni non producano e. e) attività moleste e nocive f) autorimesse pubbliche e private g) magazzini e depositi limitatamente al piano terreno e piani sottostanti h) sale di spettacolo, di ritrovo e centri sociali, i) alberghi, pensioni e ristoranti. Il tutto nel rispetto appunto del Testo unico di Governo del territorio della Regione Umbria (legge 1/2015), che all’articolo 7, comma 1 lettera d) qualifica gli “interventi di ristrutturazione edilizia” come “gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione degli elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi e impianti, la modifica o realizzazione di aperture anche esterne nonché l’aumento delle superfici utili interne. Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione anche con modifiche della superficie utile coperta, di sagoma ed area di sedime preesistenti, nell’inserimento di strutture in aggetto e balconi, senza comunque incremento del volume complessivo dell’edificio originario, fatte salve le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica, per gli interventi di prevenzione sismica e per l’installazione di impianti tecnologici”.
Il Pd attacca sul Piano regolatore ma prende una cantonata
Fatte queste premesse, va registrata la dura nota della metà dei consiglieri comunali del Pd, quelli che fanno capo al capogruppo Dante Andrea Rossi. “Svelato il futuro della ex Panetto e Petrelli. Un nuovo supermercato. Cronaca di una morte annunciata. Cosa pensa di questo la città? E’ quello che si domandano i consiglieri del Partito Democratico Dante Andrea Rossi Paolo Martellini Laura Zampa e, soprattutto, quello che si stanno chiedendo da tempo gli oltre venti operai ed impiegati della storica tipografia, vanto del settore in ambito nazionale che, ormai, hanno terminato gli ammortizzatori sociali. Dipendenti, – evidenziano i tre consiglieri – per i quali nulla in questi 3 anni è stato fatto dalla amministrazione Cardarelli e in special modo dal suo consigliere delegato Monini. Quella che sarebbe potuta ritornare ad essere un’area produttiva che avrebbe reintegrato gli operai, restituendo un pezzo importante di storia alla città, si sta delineando, ormai in modo dichiarato, come una “operazione privata” commerciale di chi, in qualche modo, avrebbe dovuto, invece, tutelare il rilancio di una storica attività imprenditoriale locale. Infatti la Costruzioni Collerisana s.r.l., di cui la Ze.Flor., holding della famiglia Monini detiene il 61 per cento, si è aggiudicata per circa la metà dell’importo della base d’asta (partita da 2 milioni e 400 mila euro) l’area della ex tipografia Panetto & Petrelli”.
Dal Pd, però, arriva poi lo scivolone sul Piano regolatore: “Chi garantisce alla Società Costruzioni Collerisana che in quell’area potrà essere costruito un nuovo supermercato? Si sta infatti parlando di un’area che, secondo l’attuale Prg, – sostengono i tre – era ed è ancora destinata ad attività produttive. Forse che, l’intervento di alcuni giorni orsono, dell’assessore Cappelletti era volto a mettersi in tutela rispetto a future responsabilità per il cambio di destinazione d’uso da area ad attività produttiva ad area ad attività commerciale? A questo proposito il Presidente di Confcommercio Tommaso Barbanera lo ha già richiamato al suo ruolo e alle sue responsabilità. Come risponderà ora? Inoltre, se si fosse conosciuta la disponibilità ad un cambio di destinazione d’uso, magari altri avrebbero partecipato all’asta ed il prezzo si sarebbe alzato, mettendo in salvaguardia tutti i creditori della fabbrica ormai fallita. A questo punto, qualche legittimo dubbio su tutto l’impianto dell’operazione è lecito”.
Affermazioni, però, smentite dagli atti, vista la destinazione d’uso reale dell’area che appunto non necessita di alcuna variante al Piano regolatore generale approvato nel 2008. “Di certo – riprendono Rossi, Zampa e Martellini – al Sindaco Fabrizio Cardarelli e al signor Zefferino Monini, nonché, consigliere comunale, delegato allo sviluppo economico, chiediamo quale valore abbia in favore della città questo progetto di apertura di un ennesimo supermercato a Spoleto. Il signor Zefferino Monini intanto, con una clamorosa autorete, ha rimesso al Sindaco la delega allo sviluppo economico, sul cui conflitto di interesse abbiamo sempre nutrito peraltro seri e fondati dubbi, che emergono in tutta la loro evidenza anche in questa vicenda. Al Sindaco vorremmo rivolgere alcune domande che crediamo ormai tutti cittadini si pongono: quali sono le iniziative che ha messo in campo il consigliere Monini per attirare in città nuove aziende? Quali interventi ha progettato per fare in modo che, alla già drammatica situazione delle medie imprese del territorio (dalla Isotta Fraschini e IMS, alla Novelli, Maran, Cementir), non si aggiunga quella delle piccole imprese, molte delle quali a conduzione familiare? Insomma, il consigliere Monini ha brillato per l’assenza non solo di iniziative, ma anche di idee o progetti per dare un futuro ai giovani di questa città. Di fronte a questo ennesimo schiaffo a Spoleto, di cui, Zefferino Monini, si rende artefice con l’operazione sulla ex Panetto & Petrelli, altro non trova da dire che rimettere la delega, ma noi consiglieri del gruppo PD gli diciamo di dimettersi dal ruolo di Consigliere comunale, se gli è rimasta un minimo di dignità. E aggiungiamo che ugualmente dovrebbe fare Cardarelli con tutta la sua giunta, assessore Cappelletti in testa”.
Movimento 5 stelle: Monini si dimetta e Cardarelli si scusi con la città
Di diverso tenore invece il Movimento 5 stelle, che chiede le dimissioni del consigliere Zefferino Monini (e non solo di lasciare le deleghe allo sviluppo economico) e che il sindaco Fabrizio Cardarelli si scusi “con l’intera città per questo ennesimo fallimento”. Questa la nota dei pentastellati. “La notizia girava da parecchio, ma martedì 31 ottobre abbiamo avuto la conferma: nel sito della ex Panetto&Petrelli sorgerà un altro (ed inutile) supermercato. Dopo giorni di botta e risposta tra la Confcommercio e la Giunta Comunale, in particolare con l’Assessore Cappelletti, finalmente sono state scoperte le carte sul progetto con una conferenza stampa dedicata. Fin qui nulla di strano se non fosse che proprio la Ze.Flor di Monini detiene il 61% della Costruzioni Collerisana Srl, la società che si è aggiudicata la proprietà dello stabilimento di via Martiri della Resistenza. Secondo il nostro punto di vista siamo di fronte ad un vero e palese conflitto di interessi, e di fatto è lo stesso Monini a comunicare durante suddetta conferenza stampa che rimetterà la delega allo sviluppo economico specificando che ‘non voglio creare incompatibilità o conflitti di interessi, tuttavia resterò in Consiglio Comunale come capogruppo di Rinnovamento’. Piccola premessa politica e amministrativa: Spoleto è l’unica città Umbra che non vanta un Assessore allo sviluppo economico, ma questa funzione è stata appunto relegata per tre anni in mano al Consigliere Monini, per di più uno dei più importanti operatori economici del territorio. Le domande quindi sorgono spontanee:
- Come mai il Consigliere Monini non rimette la propria delega ad acquisizione avvenuta o al massimo prima di maggio di questo anno, mese in cui pare sia nata la nuova società a ridosso dell’asta fallimentare avvenuta nel mese di luglio?
- In questi tre anni quale progettualità è stata portata avanti a livello economico dal Consigliere Monini? Quali i risultati ottenuti? Nelle sedi istituzionali non abbiamo mai ricevuto una risposta.
- L’Assessore Cappelletti era davvero all’oscuro della vicenda quando difendeva a spada tratta questa operazione giudicandola legittima perché privata?
La nostra città sta perdendo pezzo dopo pezzo le sue aziende migliori e la politica, come già ampiamente detto e sottolineato, non interviene in maniera netta non avendo in mente alcun tipo di sviluppo che possa creare lavoro. Le nostre proposte, che sono realizzabili e non si prefiggono la supponenza di risolvere al 100% la questione, sono state ripresentate proprio in questi giorni ma abbiamo sempre più la convinzione di parlare al vento. La situazione è drammatica come certifica l’ISTAT: dal 2015 al 2017 abbiamo perso 665 cittadini spoletini, quasi il 30% della popolazione dei cittadini ha più di 65 anni e l’età media è di 47,5 nell’anno 2017. Siamo passati da un indice di vecchiaia di 210 nel 2002 a 233 nel 2017. Di quale sviluppo si parla in una città che invecchia sempre di più dove gli spoletini che nascono sono la metà di coloro che muoiono? Cosa propone la città per investire sui giovani e per non farli scappare da Spoleto? Sono passati anni dall’insediamento di questa nuova Amministrazione che tanto vantava il Rinnovamento, ma di risultati non ne abbiamo visti. Non si è avuto il coraggio di affrontare il problema demografico e lavorativo, ed oggi ne abbiamo la conferma definitiva: si è lasciata una delega cosi importante ad un Consigliere Comunale che ora, senza risultati, abbandona il proprio compito. Troppo facile in questo modo, e noi non ci stiamo. Invitiamo quindi il Consigliere Monini a fare un passo indietro: certificato il suo fallimento abbia il buon senso di dimettersi da Consigliere Comunale. Crediamo inoltre che il Sindaco Cardarelli debba spiegare in tempi brevi cosa pensa realmente di questa vicenda, chiedendo scusa all’intera città per il tempo perso e per aver puntato sul “cavallo sbagliato” considerando inoltre che solo pochi giorni fa l’intera Giunta e i Consiglieri di maggioranza prendevano le difese di Monini riguardo le giuste critiche del suo operato fatte dall’opposizione consiliare. Condividiamo infine le parole della nostra Consigliera Comunale Elisa Bassetti: in campo lavorativo e di sviluppo sembra che possiamo affidarci solo alla volontà e alla creatività dei singoli, perché la politica ha di nuovo mostrato la propria incapacità. Di certo però un altro supermercato in città è tutt’altro che sviluppo economico: servono progetti davvero utili alla collettività ed innovativi che guardino al futuro e alle nuove generazioni.
Il sindaco: “Non è il Comune che può aprire fabbriche”
Non ci sta, però, alle accuse delle opposizioni il sindaco Fabrizio Cardarelli, che contattato da Tuttoggi.info ricorda che “il Comune deve creare le condizioni per lo sviluppo economico ma non può aprire fabbriche”. Prima di tutto, però, il primo cittadino mette i puntini sulle “i” in merito alla nota dei tre consiglieri Pd: “Questi signori o non erano nella capacità di intendere e di volere quando facevano loro, o i loro ‘cugini’, le deliberazioni, e allora si capirebbe perché oggi disconoscono le scelte del passato, oppure sono pieni di livore e tentano con le bugie di addossare agli altri i danni delle loro scelte”. Cardarelli ricorda come si parli di atti che risalgono al 2008 (il Prg, ndr): “o sono veramente ignoranti che non sanno leggere il Piano regolatore, o sono talmente disonesti intellettualmente che utilizzano la metodologia di spargere bugie a quintali, tentando inutilmente di addossare a noi le colpe di atti che hanno approvato loro. Dietro questi tre alfieri, non è che c’è qualche mandante particolare?” si chiede il sindaco. Che ricorda anche quanto accaduto alcuni giorni fa, sulla vicenda delle nomine all’Auri. Quanto al Movimento 5 stelle, Cardarelli ricorda l’incontro promosso dal senatore Lucidi a Spoleto con l’ambasciatore dell’Azerbaigian, “che doveva essere prodromico a non si sa quale iniziativa, ma alcuna proposta è mai arrivata. Sto ancora aspettando da loro una proposta seria in 3 anni e mezzo”.
Quanto al tema generale dello sviluppo economico della città, il primo cittadino ricorda che “l’amministrazione pubblica non è un collettore di iniziative economiche, ma deve porre le condizioni affinché esse vengano promosse, ad esempio con la riduzione di alcune tassazioni per i giovani, come abbiamo fatto, o il favorire iniziative per rompere l’isolamento infrastrutturale del territorio, un grosso tema da risolvere”. Su questo la Giunta Cardarelli ha cercato di attivarsi favorendo iniziative per riparlare della Tre Valli, ma anche incontri sulla questione dei treni, “siamo andati in Regione e in Governo ad affrontare queste problematiche”. “Ci siamo poi mossi – ricorda – nell’ambito delle istituzioni pubbliche. La caserma “Garibaldi” sarebbe stata chiusa nel 2019, ora vede un nuovo di sviluppo; nella scuola di polizia, negli ultimi 3 anni prima del nostro arrivo, non si facevano più corsi, ora ce ne sono di nuovi. Abbiamo fatto una lotta durissima per rientrare dentro il cratere del sisma, che vede l’introduzione in Umbria di una serie di norme a sostegno dello sviluppo economico che possono essere usate dagli imprenditori. Qualcuno del Pd ci aveva addirittura criticato perché far rientrare Spoleto nel cratere creava un danno al turismo. Noi, lo ricordo, non facciamo gli imprenditori. Il Comune deve creare le condizioni, e questo è quello che abbiamo fatto. Si dice che chiudono le fabbriche e si dà la colpa al Comune, ma non siamo noi che possiamo aprirne”.
Cappelletti replica al Pd: “Affermazioni gravi e infamanti”
“Quando, prima di diventare assessore, iniziai la mia avventura politica dai banchi dell’opposizione, ciò che mi apparì subito chiaro fu la necessità di doversi documentare su ogni questione sulla quale intendevamo intervenire. L’attività amministrativa, anche di opposizione, infatti, se vuole essere incisiva, non consente di affrontare argomenti, a volte molto tecnici, senza un’adeguata preparazione”. Con queste parole l’Assessore all’urbanistica e pianificazione del territorio Antonio Cappelletti torna sulla questione relativa all’utilizzo dell’area ex Panetto e Petrelli, rispondendo ai consiglieri comunali del Partito Democratico Paolo Martellini, Dante Andrea Rossi e Laura Zampa.
“I consiglieri Zampa, Martellini e Rossi, probabilmente perché provengono da esperienze di governo della città o della provincia, sembra che non avvertano per niente questa esigenza tanto che ritengono tranquillamente di esporre con comunicati stampa delle emerite sciocchezze. Quello apparso in merito alla questione della Panetto e Petrelli, anche se non amo per nulla alimentare dibattiti sui giornali anziché nelle sedi istituzionali, merita una risposta per la gravità delle affermazioni che vi sono contenute, che si presentano nei miei confronti perfino infamanti. I tre consiglieri sostengono infatti che l’area sulla quale sorge il fabbricato della ex Panetto e Petrelli ha attualmente una destinazione industriale e che per potervi edificare un supermercato ha bisogno di una apposita trasformazione urbanistica. Questa premessa li porta addirittura a sostenere, altrettanto tranquillamente, che se altri potenziali acquirenti fossero stati rassicurati, evidentemente come lo sarebbero stati gli effettivi acquirenti, che c’era disponibilità a variare la destinazione urbanistica da quella attualmente industriale a commerciale, avrebbero potuto partecipare all’asta per l’acquisto dell’area contribuendo così ad alzarne il prezzo ed evitando un danno per i creditori del fallimento. Mi sembra che su questo argomento si stia veramente passando il segno. Visto che i consiglieri non hanno avuto neppure lo scrupolo di informarsi prima di scrivere cose così gravi, è bene ricordargli che quell’area non ha per nulla una destinazione industriale, ma è classificata sin dal PRG approvato nel 2008 – approvato, mi pare di ricordare, dal PD – come area B0, che vuol dire area residenziale con mantenimento dei volumi esistenti (volumi, non fabbricati, anche qui è bene forse già chiarire). Nelle aree residenziali è consentito fare insediamenti commerciali. Ora se alcune insinuazioni sono forse tollerabili quando provengono dal cittadino comune che svolge la sua attività di critica all’amministrazione, lo sono certamente di meno quando provengono da soggetti qualificati come consiglieri comunali che, per di più, hanno svolto in passato incarichi amministrativi di rilievo e che hanno tutta la possibilità di attingere ogni genere di informazioni. Tra l’altro dimenticano anche che le variazioni al PRG devono essere approvate dal Consiglio comunale e non da un assessore. Se non si è neppure in grado di leggere un PRG, adottato peraltro dallo stesso partito del quale fanno parte, si dovrebbe evitare di dare alle stampe comunicati con affermazioni molto gravi e di contenuto infamante. Personalmente, proprio per il mestiere che faccio, non ho nessuna simpatia per le denunce e in verità mi sto convincendo sempre di più che determinate esternazioni non derivino da mala fede, tanto sono macroscopicamente errate, ma da vera e propria ignoranza e, forse, per il ruolo che ricoprono gli estensori del comunicato, è più grave ignorare gli argomenti che dovrebbero dibattere che essere in mala fede”.
La lettera aperta di Emili e Cretoni
Infine poco fa è giunta nelle redazioni anche la lettera aperta, indirizzata al sindaco Fabrizio Cardarelli, da parte dei consiglieri comunali Giampaolo Emili (Lista Due Mondi) e Alessandro Cretoni (Forza Italia) che chiedono al primo cittadino una presa di posizione e di indirizzo sulla vicenda: Ecco il testo integrale:
“Egregio Sindaco Professor Fabrizio Cardarelli, visti gli ultimi accadimenti relativi alla ex Panetto & Petrelli, ci corre l’obbligo di intervenire nella nostra funzione di Consiglieri Comunali. Nella fattispecie, apprendiamo dalla stampa che il socio di maggioranza della Società che ha acquistato la ex Panetto & Petrelli è il Consigliere con delega allo Sviluppo Economico. Non ci permettiamo di intervenire nel merito della attività imprenditoriale, anzi ce ne guardiamo bene e ci teniamo particolarmente a tenere separate le due cose, ma poiché l’imprenditore ricopre un ruolo Istituzionale e poiché lo stesso imprenditore ha dichiarato di voler rimettere la delega conferita per” non creare incompatibilità o conflitto di interessi” riteniamo assolutamente necessario che Lei esprima la sua opinione sulla vicenda e sulla situazione creata rispetto agli attori coinvolti. Consideriamo questa una occasione invece per chiedere a Lei e conseguentemente al Consigliere con delega allo sviluppo Economico, quale sia la Vision di questa amministrazione, quale modello di sviluppo immagina e come si intenda perseguirlo. E’ doveroso, a prescindere dalla questione odierna, che il Consigliere riferisca quali obiettivi si era prefisso, quali sono stati raggiunti e quali progetti abbia realizzato nel corso dei tre anni già trascorsi. A nostro avviso, pur non sentendo la necessità di un ennesimo supermercato, crediamo che il vero interesse di questa situazione sia un altro. Ovvero, esiste un’altra questione sulla quale vorremmo porre l’attenzione: Questa amministrazione è a conoscenza della importanza che riveste la struttura in oggetto, che è considerata uno straordinario esempio di Archeologia Industriale? E’ consapevole dell’accordo con la proprietà confinante per sviluppare nuova edilizia civile? Ecco, quello che noi chiediamo agli imprenditori, che in questo caso coincidono anche con una parte significativa della Amministrazione, non è di rinunciare a svolgere il loro mestiere, anzi tutt’altro, ma chiediamo il rispetto dei luoghi, della loro storia e delle procedure. Questo è un appello al buon senso nell’interesse collettivo, a prescindere dalle possibilità concesse dalle norme burocratiche. E naturalmente chiediamo di conoscere gli intendimenti dell’Amministrazione sulla gestione di tale situazione, che sono un atto dovuto non tanto nei confronti dei sottoscritti quanto piuttosto nei confronti dei cittadini di Spoleto. Il nostro compito è controllare e garantire, non giudicare. A quello ci penseranno appunto i cittadini!”.