A una decina di giorni dall’incendio che ha flagellato la palude di Colfiorito, è il momento di una prima conta dei danni lasciati dal fuoco in una zona umida unica al mondo.
Danni che i responsabili del Parco di Colfiorito e gli esperti del settore definiscono come “gravissimi” a seguito dei due grandi roghi, considerati – con molta probabilità – di origine dolosa e sui quali sono in corso indagini dalle competenti forze dell’ordine.
“Purtroppo i danni sono inestimabili – ha dichiarato Paolo Gubbini, consigliere comunale delegato al Parco – gli incendi hanno causato danni per decenni. Il Comune di Foligno è pronto a costituirsi parte civile. Purtroppo la Regione dell’Umbria non stanzia nulla, sebbene si tratti di parco regionale e come amministrazione comunale si riesce solo a fare piccola manutenzione”.
Tra le idee per il futuro c’è quella di un impianto di videosorveglianza ad hoc, ed il progetto il progetto da 800mila euro, già presentato alla Regione per ridurre la cannucciola.
“Quello che è successo a Colfiorito, ovvero mancanza di cultura, ha ancora una volta inferto un colpo profondo ed irrimediabile al fragilissimo ecosistema della palude”. Lo scrive, tramite social, Alfiero Pepponi, responsabile cittadino della Lipu.
“É andato completamente perduto il cariceto lungo la strada che sale a Forcatura, amato ed utilizzato dai tarabusi per la nidificazione e dalla parte opposta, lungo il vecchio tracciato della SS77, é andata a fuoco una porzione di canneto. Fortunatamente il canale da una parte, e lo specchio d’acqua dall’altra, hanno impedito che il fuoco raggiungesse il resto del canneto”.
Molti uccelli – fa sapere Pepponi – hanno ‘temporaneamente’ abbandonato la palude, tra i quali airone cenerini e cormorani, lasciando le nidificazione già in corso.
“Le conseguenze di questo scempio le valuteremo tra qualche mese – spiega il responsabile della Lipu – bisogna che chi ne ha la facoltà decida se il Parco di Colfiorito deve continuare ad essere un’area protetta secondo le regole regionali, nazionali e comunitarie, oppure diventare un parchetto cittadino mal tenuto e mal gestito”.