“Perché quei pali neri sulla E45?”. “A cosa servono?”. “Perché si illuminano?“. Queste domande se le sono fatti tutti, ma proprio tutti, passando lungo il tratto altotiberino della superstrada, spesso però (o quasi sempre) senza avere risposte. Soprattutto ora che, da qualche tempo, i pali si illuminano e si colorano di notte senza un preciso motivo, dato che – ricordiamo – tutto il “sistema” Smart Road entrerà in funzione non prima del 2030.
Queste centinaia di “sentinelle” verticali – apparse ormai da oltre un anno lungo la E45 – hanno da sempre attirato l’attenzione di tutti, anche perchè spesso, per la loro “impegnativa” installazione (tra posa di cavidotti, fibra e plinti) l’arteria è stata chiusa più volte (pure per settimane). Ma veniamo al dunque e chiariamo qualche dubbio.
Le gigantesche antenne Wi-fi del progetto “Smart Road”
I cosiddetti “pali neri”- tecnicamente “postazioni polifunzionali” – non sono altro che gigantesche “antenne” Wi-fi, componenti fondamentali del futuristico e faraonico progetto di Anas da 1 miliardo di euro di investimenti (anche grazie a contributi europei), per trasformare la E45 e altre infrastrutture strategiche italiane (A91, A90, A2 e A19) in “Smart roads”, strade “intelligenti” in grado di connettersi e comunicare con le auto in transito, con l’obiettivo primo di migliorare sicurezza e comfort degli utenti, oltre a gestire meglio i flussi di traffico.
A cosa serviranno i pali neri
La funzione di queste centinaia di installazioni verticali – tutte munite di speciali sensori e telecamere collegate ad una sala di controllo centrale – è infatti quella di rilevare e trasmettere informazioni utili e in tempo reale agli automobilisti su traffico, eventuali incidenti, cantieri stradali, percorsi alternativi e condizioni meteorologiche sfavorevoli, situazioni con cui la E45 altotiberina deve fare i conti quotidianamente.
Il sistema di pali offrirà ai veicoli in transito la connessione wi-fi continua senza caduta di segnale (anche ad alte velocità) tramite tecnologie avanzate già predisposte anche per i futuri veicoli a guida autonoma e per la gestione del traffico di auto elettriche. Smart Road prevede inoltre lo scambio di dati “bidirezionale”: il viaggiatore oltre a ricevere informazioni, allo stesso tempo potrà comunicare col gestore delle infrastrutture e con gli altri veicoli in transito tramite appositi canali attivati in emergenza, grazie allo sviluppo di applicazioni che consentiranno interazioni senza distrazioni per il conducente.
Esempi pratici
Ciascun veicolo sarà riconoscibile e individuato sulla superstrada grazie alla geolocalizzazione: ciò permetterà di inviare ai mezzi, ad esempio, informazioni live sulle condizioni della viabilità relative al solo tratto che si sta percorrendo e suggerimenti sui percorsi da seguire (esempio: “Code in aumento tra 10 km, si consiglia la prossima uscita”). In caso di incidente o altre emergenze poi, il gestore – che conoscerà l’esatta posizione dei mezzi coinvolti – avrà la possibilità di fornire tempestivamente soccorsi diretti. Le informazioni provenienti dalla strada consentiranno di intervenire tempestivamente anche da remoto: ad esempio, se necessario, sarà possibile impedire l’accesso in autostrada chiudendo i varchi in corrispondenza degli svincoli.
Le Green Island
Un’altra caratteristica chiave del progetto Anas sarà l’attenzione all’ambiente. L’energia necessaria a far funzionare le Smart Road – alimentando tutti i suoi apparati – proverrà infatti da fonti rinnovabili come impianti fotovoltaici e mini-eolici, installati nelle Green Island. Queste aree – in attesa di essere ancora costruite lungo la E45 – non solo produrranno energia pulita ma ospiteranno anche stazioni di ricarica per veicoli elettrici, promuovendo una mobilità sostenibile.
Un futuro non troppo vicino, verso (e oltre) il 2030
L’intero programma di Anas mira insomma alla “trasformazione digitale” di 6.700 km di strade italiane ma questo entro il 2032. Ricordiamo infatti che non solo il tratto altotiberino ma l’intera Orte-Mestre dovrà essere “puntellata” con migliaia di pali neri. E solo allora (forse) quest’ultimi saranno attivati con tutte le loro avveniristiche funzioni. “I tempi – come riferito da Anas – dipenderanno, oltre al completamento dell’intero progetto sulla direttrice umbra, anche dal graduale arrivo di auto ‘aggiornate’ e di fatto predisposte per questa tecnologia della Smart road”.
Pali neri (anche) stazioni per droni
I pali neri, sulla loro sommità, fungeranno anche da stazioni di ricarica per droni (ce n’è una sopra ognuno di essi), “integrazione dinamica” alle nuove Smart road. Essi potranno infatti “parcheggiarsi” e decollare in qualsiasi punto della superstrada, monitorando le arterie e operando in situazioni di emergenza, soprattutto all’interno di gallerie, sui viadotti o in altre infrastrutture più remote. Per l’attivazione dell’impiego dei droni sarà comunque necessario attendere un quadro normativo di disciplina del settore.
I pali “accesi”, perchè?
Ma perchè i pali si illuminano già se la loro attivazione è ancora così lontana? Questa è un’altra curiosità che attanaglia gli automobilisti e che spesso scatena l’ironia del web. L’attuale accensione dei pali, a quanto sembra, non segue una logica precisa. A volte, infatti, se ne illuminano decine tutti in fila oppure se ne accende uno singolo per chilometri, con luci fisse verdi, bianche e rosse oppure lampeggiando con colori che spaziano dal viola al giallo. Anas ha fatto sapere che i pali che si illuminano fanno parte di test nell’ambito delle attività di realizzazione che, ribadiamo, sono ancora in corso e lo saranno per anni. E’ stato inoltre aggiunto che, ad oggi, non raccolgono né registrano dati su traffico, velocità media o altri parametri, come era stato ipotizzato da tanti.
Gli stessi colori – che in futuro avranno una determinata simbologia e specifiche funzioni di informazione – dipendono dal tipo di test in corso, sul quale però non sono stati forniti ulteriori dettagli. Le variopinte notti sulla E45, dunque, per ora dipendono solo da verifiche tecniche, aggiornamenti software o, appunto altri test per garantire il corretto funzionamento degli stessi dispositivi.
Il dibattito su possibili interferenze con ambiente e salute
Un altro dibattito accesosi lo scorso anno era stato quello sulla eventuale Valutazione di sostenibilità ambientale del progetto – se fosse stata fatta o meno – “con particolare riferimento alla salute dei residenti”. Un tema che finì addirittura in Consiglio comunale a Città di Castello. Anas, in quella occasione, tramite una missiva a firma della direttrice Rapporti Istituzionali Grazia Maria Rita Pofi, aveva riferito come tale valutazione fosse già stata effettuata in ogni fase di progetto lungo la tratta già completata dal km 133.755 (tra San Giustino e Sansepolcro) al km 98 circa (tra Pierantonio e Umbertide), durante la quale non era stata rilevata alcuna interferenza ambientale.
Alcuni dubbi erano comunque rimasti sull’aspetto riguardante la salute umana, vista la vicinanza dei “pali neri” a numerose case e attività: “Tutta questa rete elettromagnetica si basa su antenne wi-fi che servono per catturare informazioni. I pali sono stazioni di ricarica droni con tecnologia 5G, bigdata, e AI. Molto spesso si dice che queste strumentazioni non rechino danno alla salute ma in realtà sembra non sia così” aveva replicato la consigliera Rossi (FdI). Sicuramente, per ora, non corriamo nessun rischio e, da quanto sappiamo, prima della Smart Road, avremo a che fare con la cara vecchia E45 per almeno altri 7 anni…