Un conteggio degli astenuti che, secondo alcuni, non sarebbe regolare. Venerdì mattina all’hotel “La Rosetta” si è tenuta una conferenza stampa organizzata da Radicali Perugia per illustrare gli sviluppi di una spinosa vicenda che ha investito il consiglio Comunale di Perugia. A prendere la parola sulla questione Michele Guaitini, segretario Radicali, e Andrea Maori, tesoriere.
“La questione riguarda il conteggio degli astenuti – spiegano – il consiglio comunale di Perugia li ha sempre conteggiati ai fini della determinazione del quorum, mentre il Consiglio di Stato, con una sentenza del 2012, e il ministero degli Interni, con proprio parere datato aprile 2015, sostengono che vanno considerati solo ai fini della determinazione del numero legale per la validità delle sedute, mentre ai fini deliberativi occorre solo prendere in considerazione i voti favorevoli e quelli contrari”.
“Il risultato – spiegano in una nota i radicali – è che le votazioni del consiglio comunale di Perugia negli ultimi anni appaiono falsate. Sollevammo la questione lo scorso mese di ottobre alla luce della bocciatura in I Commissione di una petizione popolare da noi promossa sulla trasparenza e la conoscenza dei lavori del consiglio comunale. In quella occasione i voti favorevoli superarono quelli contrari ma non raggiunsero il 50%+1 dei presenti per effetto delle astensioni“.
“Contestammo subito al segretario generale la discrepanza dell’esito della votazione con quanto stabilito da Consiglio di Stato e Ministero per porvi rimedio prima che la pratica arrivasse al voto finale del Consiglio. Non solo la nostra richiesta non fu accolta, ma non fummo nemmeno degnati di una risposta“. I radicali si sono così rivolti al prefetto di Perugia Cannizzaro che ha sollecitato palazzo dei Priori a prendere coscienza del problema che, continuano i radicali, “se affrontato per tempo, avrebbe evitato al consiglio comunale questa figuraccia, considerando anche il fatto che la I Commissione è stata chiamata anche a valutare se ribaltare l’esito delle votazioni respinte in virtù delle astensioni che ancora sono a rischio di impugnazione”.
Infine, le conclusioni: “Ora chiediamo che il Consiglio Comunale provveda a ribaltare l’esito della votazione sulla petizione popolare da noi promossa dichiarandola approvata e, soprattutto, proceda a modificare il regolamento per rendere esplicito ed in maniera inequivocabile come deve essere considerata l’astensione, con la speranza che non vada ad inficiare il quorum evitando così che venga utilizzata in modo strumentale come avviene oggi in larga misura”. In caso contrario, chiariscono gli organizzatori della petizione, continueremo la nostra battaglia con un ricorso già pronto alla presidenza della Repubblica.