Ospedale Perugia, smantellata Unità di degenza infermieristica: plauso del Cimo - Tuttoggi.info

Ospedale Perugia, smantellata Unità di degenza infermieristica: plauso del Cimo

Sara Fratepietro

Ospedale Perugia, smantellata Unità di degenza infermieristica: plauso del Cimo

Lun, 05/12/2022 - 11:23

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Chiusa l'Unità di degenza infermieristica dopo la sentenza del Consiglio di Stato. E sindacati infermieri avviano confronto con la Regione su Sistema sanitario regionale

Smantellata l’Unità di degenza infermieristica all’ospedale di Perugia Santa Maria della Misericordia. I posti letto Udi, infatti, dal primo dicembre sono stati convertiti in posti letto di Medicina. Stop dunque al reparto gestito soltanto da infermieri che da anni veniva contestato dal sindacato di categoria Cimo e dalla federazione Cimo Fesmed. I posti letto in questione sono tornati in capo, dunque, al personale medico e non più solo a quello infermieristico.

Il mini reparto (12 posti letto) era nato nel 2015 ed aveva poco dopo raccolto le proteste del sindacato degli infermieri e non solo. Ne era nato un ricorso al Tar, che aveva dato – un anno dopo – ragione ai ricorrenti, vale a dire il Cimo e l’Aaroi (associazione anestesisti e rianimatori). Una sentenza che era stata appellata dalla Regione Umbria e che ha visto soltanto a giugno 2022 il pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha confermato il pronunciamento del Tar, riconoscendo l’illegittimità dell’Unità di degenza infermieristica. “Il piano sanitario regionale, d’altro canto, – si legge nella sentenza – non prevede l’UDI, e dunque la sua istituzione con delibera del D.G. dell’Azienda Ospedaliera risulta illegittima“. E ancora i giudici amministrativi di secondo grado evidenziano alcuni profili di criticità dell’Unità di degenza infermieristica, “riguardanti la illogica e ingiustificata “confusione” di ruoli tra personale medico ed infermieristico conseguente alla tendenziale separazione tra attività clinica ed attività assistenziale che viene realizzata con l’Udi”. Non solo: “tale modello non appare coerente con il quadro normativo di riferimento, preordinato alla tutela del diritto alla salute dell’individuo/paziente, che richiede l’intervento coordinato del medico e dell’infermiere. Il personale medico non può operare “a distanza”, in quanto altrimenti ciò dovrebbe determinare una traslazione delle responsabilità, non consentita dall’ordinamento”.

Ora, a sei mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato, l’azienda ospedaliera di Perugia le ha dato esecuzione. A renderlo noto è proprio il Cimo Umbria, attraverso il segretario regionale Marco Coccetta.

“Come avevamo avuto modo già di dire, – evidenzia Coccetta – questa sentenza è figlia dell’attività intrapresa nel 2015 da Cimo Umbria, che aveva sollevato il caso con il sostegno della Aaroi e dell’Ordine dei medici. La conversione dei posti letto da Udi a Medicina ristabilisce così un principio sacrosanto e cioè che spetta al medico la gestione clinica del paziente, soprattutto in un’Azienda ospedaliera di alta specializzazione quale è l’ospedale di Perugia”.

“Ma il primo dicembre – osserva il sindacalista – è stata una giornata importante anche perché è stata riaperta l’interlocuzione politica con la Regione Umbria. C’è stato infatti l’incontro con la presidente Donatella Tesei, l’assessore Luca Coletto e il direttore generale della sanità Massimo D’Angelo che è servito per illustrarci a grandi linee la riorganizzazione del Sistema sanitario umbro. Anche se i dettagli non sono stati forniti, nell’ambito di questa razionalizzazione ci è stato assicurato che non ci sarà alcuna chiusura degli ospedali regionali, ma gli stessi ospedali avranno ciascuno una propria mission e su questo noi siamo ampiamente d’accordo. È qualcosa che chiedevamo da tempo. Speriamo però che nei prossimi incontri si entri nello specifico della riorganizzazione, da parte nostra c’è la volontà di mettere a disposizione tutta la nostra esperienza maturata sul campo per fornire un contributo importante per il bene della sanità umbra. Al contempo continueremo a esercitare il nostro ruolo, quello che compete a una organizzazione sindacale e lo faremo come Cimo Umbria e come Federazione Cimo Fesmed. La politica che porteremo avanti sarà come sempre mirata al miglioramento dell’assistenza, a tutela della salute pubblica e dei colleghi che operano nell’ambito della sanità”.

Ad aggiungersi alla soddisfazione del Cimo per lo smantellamento dell’Unità di degenza infermieristica è anche l’Aaroi Emac, attraverso il presidente regionale dell’Umbria Alvaro Chianella. Il responsabile del sindacato degli anestesisti rianimatori e dei medici dell’emergenza urgenza, oltre a concordare pienamente con le dichiarazioni di Marco Coccetta, osserva che “nel processo amministrativo che ha decretato la chiusura del reparto suddetto ad Aaroi Emac e Cimo si è aggiunto l’Ordine dei Medici di Perugia. Questo a sottolineare che l’azione legale intrapresa non è mai stata una mera difesa corporativa della classe medica, come si è in qualche modo cercato di farla passare, ma un ristabilire i ruoli in un mondo complesso come quello della sanità. Se i ruoli si confondono – conclude Chianella – il sistema non tiene e  diventa pericoloso per i pazienti e per gli operatori“.

(aggiornato alle ore 10.24 del 6 dicembre)

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