Domenica la manifestazione di protesta | L'incontro del City Forum con i vertici della sanità regionale tra critiche, auspici e nuovi timori
Hanno sfilato per le vie di Spoleto il Comitato e le associazioni che contestano la mancata conferma del punto nascita all’ospedale di Spoleto. In un territorio, ricordano dal Coordinamento per la sanità pubblica dell’Umbria, che insieme alla Valnerina conta 63mila residenti.
Il mancato raggiungimento del numero minimo di nascite, che ha portato il Ministero a non concedere una deroga per mantenere il reparto, secondo gli organizzatori della manifestazione, è una conseguenza della conversione del San Matteo degli Infermi a ospedale Covid, ritenuto il “cavallo di Troia” con cui la Regione ha poi provveduto a smantellare il punto nascita.
L’incontro col City Forum
Il progetto regionale di integrazione ospedaliera vede le strutture di Foligno e Spoleto costituire il terzo polo sanitario dell’Umbria. Con Foligno abilitato per l’emergenza urgenza e Spoleto destinato in particolare alle cure delle persone anziane.
Il nuovo è stato l’argomento dell’incontro organizzato dallo Spoleto City Forum, a cui hanno partecipato
il nuovo presidente della Commissione Sanità del Senato, Franco Zaffini, il direttore regionale sanità della Regione Umbria, Massimo D’Angelo, e il consulente dell’Assessorato della sanità umbra, Nando
Scarpelli., che hanno spiegato il progetto recepito con delibera di Giunta regionale venerdì scorso. Documento che ora sarà inviato al Ministero per la sua approvazione. Alla riunione hanno preso parte anche il presidente del Consiglio dr Marco Trippetti, tutti i capigruppo consiliari e i presidenti delle associazioni aderenti.
In quella sede è stato confermato che il Ministero della Salute ha rifiutato, “senza possibilità di appello”, la concessioni di ulteriori deroghe per mantenere il punto nascita a Spoleto.
“Promesse non mantenute”
Il City Forum ha ricordato “le tante promesse fatte e non mantenute in merito al ripristino della piena funzionalità del nosocomio spoletino, così come era prima del Covid, con tutti i suoi reparti funzionanti”. Evidenziando anche il documento votato all’unanimità dal Consiglio Comunale.
Le richieste del City Forum
Nel prendere atto della nuova ripartizione, le associazioni aderenti al City Forum auspicano che il progetto del nuovo polo sanitario “venga realmente attuato, ed eventualmente integrato, affinché ne risulti una pari dignità fra i due nosocomi, soprattutto nella ripartizione delle specialistiche”.
Chiedono inoltre di esperire tutte le azioni possibili nei confronti del Ministero della Salute, affinché possa essere rivista la decisione sulla mancata deroga per il ripristino del punto nascita.
Insomma, di fronte allo stato di fatto, c’è chi guarda al bicchiere mezzo pieno e chi cerca almeno di evitare ridimensionamenti ulteriori in futuro.
Bececco attacca: nessun cambio di rotta
“L’esposizione del direttore generale della sanità dott. D’Angelo alla riunione del City Forum – alla quale ho assistito – non ha aggiunto novità di rilievo alle intenzioni conosciute sul cosiddetto Polo Ospedaliero Foligno – Spoleto” il commento della consigliera comunale Maria Elena Bececco. Che ha evidenziato: ” Se viene accordato all’Ospedale San Matteo degli infermi un cardiologo h24 ( un cardiologo, non cardiologia), nulla viene riconosciuto delle cose basilari: punto nascita e pediatria, chirurgia d’urgenza e ovviamente chirurgia oncologica, medicina generale e non soltanto geriatrica, ortopedia completa e non limitata alla protesica. In pratica non è stata offerta alcuna rettifica di percorso sulla penalizzazione dell’ospedale di Spoleto, che oltre tutto è stata formalizzata in tutta fretta dalla Giunta Regionale con una delibera, rispetto alla quale sia la remissività dell’amministrazione comunale – attacca – sia le approvazioni ostentate da alcuni gruppi consiliari suscitano interrogativi inquietanti. Come consigliere comunale , fedele al mandato elettorale ricevuto dalla mia coalizione, insisto nel chiedere una riconsiderazione da parte della Regione per garantire allo specifico territorio di Spoleto e Valnerina una reale emergenza-urgenza ospedaliera, medica e chirurgica, con adeguata consistenza di personale sanitario e posti letto per acuti. Per le le cronicità, l’assistenza geriatrica e le riabilitazione – conclude Maria Elena Bececco -ci sono altri presidi territoriale non DEA”.