Cinquantadue dipendenti amministrativi in forze tra Tribunale e Procura della Repubblica, ma per un pieno funzionamento degli Uffici giudiziari di Spoleto dopo la modifica delle circoscrizioni giudiziarie ne servirebbero circa il doppio. È l’allarme che lanciano gli stessi lavoratori di Tribunale e Procura spoletini che, dopo un’assemblea sindacale che si è tenuta martedì, hanno proclamato, all’unanimità, lo stato di agitazione.
“Tale stato di agitazione deriva dalla gravissima, e ormai annosa, carenza di personale in cui detti uffici versano” spiega Elisabetta Rico, segretario regionale Cisl Fp Umbria.
“Come ben noto, il D. Lgs.155/2012 di Riforma della geografia giudiziaria ha comportato la chiusura di talune sedi periferiche – Sezione distaccata Tribunale di Foligno e Sezione distaccata Tribunale di Todi – con il conseguente passaggio di competenze agli uffici giudiziari di Spoleto; ciò ha quintuplicato il carico giudiziario del circondario, senza che a ciò abbia fatto riscontro la rimodulazione delle piante organiche con auspicabile incremento di personale. Basti pensare che l’utenza è passata da 80.795 a 219.651, determinando un rapporto tra residenti ed unità di personale pari a oltre 400% della media nazionale. Il peggiore in assoluto! La situazione tenderà ad aggravarsi nel futuro in vista di imminenti pensionamenti” è la denuncia dei sindacati.
“Questa condizione – non più fronteggiabile con il numero esiguo di dipendenti – genera disservizi, rendendo impossibile un’adeguata risposta alla domanda di giustizia proveniente dall’utenza”.
Nel dettaglio, in Procura lavorano attualmente 14 amministrativi (di cui 3 neo assunti). Ma nei prossimi due anni andranno in pensione 3 dipendenti, tra cui le due figure apicali, uniche presenti. Tra i lavoratori, inoltre, ci sono 3 dipendenti che usufruiscono dei permessi della legge 104 e che quindi alcuni giorni al mese non ci sono. Al Tribunale, invece, sono operativi 38 dipendenti, di cui 7 fruiscono della 104. Nel 2017 sono andate in pensione 3 persone.
Un organico all’osso che in più sconta l’assenza, in entrambi gli uffici giudiziari, delle figure professionali apicali: non ci sono infatti direttori e funzionari, tranne i due in Procura appunto prossimi al pensionamento. “Alcuni dipendenti – è la denuncia degli stessi lavoratori – sono sovraccaricati di servizi svolti senza adeguata formazione e soprattutto senza qualifica”. Oltretutto non viene loro riconosciuta la mansione superiore neanche tramite un adeguamento stipendiale, previsto dal contratto nazionale collettivo. Si occupano quindi di attività che non gli spettano senza soldi in più e sono anche a rischio, perché in caso di errori a loro carico scatterebbe la responsabilità amministrativa o di natura contabile.
Ai dipendenti pubblici, poi, non vengono pagati straordinari, ma tra i lavoratori c’è chi spesso lavora ogni giorno per 12 o 13 ore vista la mole di attività da smaltire. Infine, gli amministrativi lamentano anche la mancanza di preparazione professionale: “è lasciata alla volontà dei pochi, perché il Ministero non spende in corsi di formazione” spiegano.