Ordinanze anti-cinghiali, arrivano le diffide

Ordinanze anti-cinghiali, arrivano le diffide

Redazione

Ordinanze anti-cinghiali, arrivano le diffide

Ven, 01/04/2022 - 14:40

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La Lac contro i provvedimenti dei sindaci di Orvieto e Spoleto | Animalisti all'attacco sugli allevamenti dei cinghiali nella regione

Arrivano le diffide della Lac (Lega per l’abolizione della caccia) contro le ordinanze emesse dai sindaci di Orvieto e Spoleto che autorizzano la selezione straordinaria di cinghiali a ridosso dei centri abitati.

La prima ordinanza era stata firmata il 16 marzo dal sindaco Roberta Tardani, relativa a tutta l’area sotto la Rupe, fino a Cerquitelli.

Giovedì scorso è seguita poi quella del sindaco di Spoleto Andrea Sisti per l’area di Montepincio e Collerisana.

Contro entrambi i provvedimenti la Lac dell’Umbria ha presentato una diffida, ritenendoli “illegittimi”. Per gli animalisti non ricorrerebbero infatti i caratteri di urgenza dettati da pericoli immediati, né questo è stato quantificato sulla base di una stima dei cinghiali presenti.

“Di fatto – attacca la Lac – si vogliono autorizzare, non è dato sapere per quale motivo, braccate con cani (Spoleto) e punti di sparo anche con visori notturni (Orvieto), in pieno centro abitato uccidendo in questo periodo anche femmine gravide e cuccioli”.

Sul piano formale si ricorda che la caccia è materia di competenza delle Regioni. E che i sindaci possono intervenire solo per far fronte a situazioni “imprevedibili”.

Per la Lac contro l’eccessiva presenza di cinghiale occorre intervenire su cause quali “cassonetti aperti (andrebbero installati chiusi e non accessibili alla fauna selvatica), foraggiamenti abusivi, pressioni venatorie continue nelle zone extra urbane che hanno spinto i selvatici a cercare salvezza nei centri cittadini, è nota da anni”. E ripropone metodi “ecologici” per la prevenzione di incidenti stradali legati alla presenza di animali selvatici.

Gli allevamenti di cinghiali

La Lac chiede poi di intervenire sugli allevamenti di cinghiali. “Se i cinghiali, come si dichiara in ordinanza – scrivono gli animalisti – sono così ‘pericolosi’ per sindaci e Regione Umbria, per quale motivo non si fanno chiudere tutti i 92 allevamenti di cinghiali  presenti in Umbria, quasi tutti per scopo ‘ripopolamento’, persino finanziati a questo scopo con fondi pubblici, dove gli animali non sono in recinti chiusi e controllati ma quasi sempre sono tenuti allo stato brado e possono provocare incidenti e danni ad agricoltori?  Tanto più che dei 92 allevamenti risulta da atti ufficiali che solo 42 hanno presentato relativa denuncia come da legge per controllo della PSA al Ministero. Di fatto ci sarebbero 50 allevamenti di cinghiali non a norma e incontrollati in Umbria. Perché non si inizia da qui a risolvere il ‘problema cinghiali’, dato che da mesi non si legge altro se non problemi collegati alla presenza di cinghiali in Umbria?”.

Per questo la Lac ha inviato una diffida ai sindaci di Spoleto e Orvieto perché, in autotutela, ritirino le ordinanze. In caso contrario, saranno presentati esposti alle autorità competenti.

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