L’ordinanza anti prostituzione del sindaco di Terni, Leonardo Latini, oltre a scatenare le polemiche politiche in città, apre un caso ‘nazionale’ e Terni diventa “trend topic” su Twitter.
L’ordinanza del sindaco Latini non ha incontrato il favore di parte dell’opinione pubblica: molti consiglieri comunali avevano espresso il loro disappunto nelle sedute di consiglio e sui social. Ciò che nessuno si aspettava, però, era che la questione diventasse un “caso” nazionale. Perché se è vero che la prostituzione è un problema che va risolto, imputare la colpa del suddetto problema ad ogni donna ternana, imponendo un codice di abbigliamento decoroso agli occhi degli uomini , non può e non deve essere la soluzione.
“Ditemi che è uno scherzo quello che ho letto su #Terni Vi prego, ditemelo. Perché io non ci posso credere che non solo abbiano pensato a una cosa del genere, ma che soprattutto abbiano pensato fosse un’idea vincente!”.
“Praticamente, a #terni se hai la gonna troppo corta non ti azzardare a chiedere dove sia la fermata dell’autobus o rischi di essere identificata come prostituta”.
“Oramai è palese che LEGA, in #Umbria, ha un evidente problema con le donne e con la parità di genere. A #Terni si puniscono le donne, vietate gonna e scollature. 2021 o 1021?”.
Sono solo alcuni dei Tweet che impazzano sulla rete nelle ultime ore. Non mancano accostamenti della figura del sindaco (e del suo partito) con i talebani, né riferimenti a dittature e medioevo, con la consueta ironia, a volta troppo spinta, del web.
Ad esprimersi anche personaggi di spicco, volti noti della televisione – come Andrea Delogu che scrive “Ci sono articoli ma spero non sia vero della follia vomitevole che si sta preparando a Terni. Aspetto di capire dai giornali e giornalisti che spero si interessino immediatamente” -, ma anche esponenti delle generazioni più giovani come Aida Diouf (con oltre 630 mila follower) che sulla sua pagina IG riporta la notizia affermando che non ha fatto scalpore perché è successo in Italia “Se il titolo iniziasse con un paese musulmano ne parlerebbero tutti. Ancora una volta religione, cultura e mentalità non sono la stessa cosa”.
E l’indignazione non accenna a diminuire. Nelle ultime ore su Twitter (e non solo) centinaia di commenti si sono susseguiti, accompagnati dalla rabbia e dalla delusione degli utenti che si sentono, come scrivono, impotenti e non rappresentati. Un’ingiustizia che si somma al ben più duro colpo dato dall’affossamento in senato del DDL Zan.
A commentare la vicenda anche gli stessi ternani che con sarcasmo e ironia mostrano il loro dissenso nei confronti di un provvedimento che lederebbe i diritti delle donne.
Non risparmia le critiche il consigliere Alessandro Gentiletti che su Facebook scrive: “La sinistra non capisce e mistifica. Questo ci dice stasera la Lega, diramando una nota tanto indignata quanto patetica, in risposta a migliaia di cittadini che da giorni irridono e contestano sul web una ordinanza del sindaco. Un’ordinanza che tratta la prostituzione come un fatto di decoro urbano e che ci dice sostanzialmente che le prostitute le riconosciamo da come vestono e salutano. Se è vero che avete a cuore le vittime della prostituzione e volete liberarle dalla schiavitù, iniziate chiedendo di revocare un’ordinanza ridicola, che le sanziona e offende e cominciate a lavorare seriamente con politiche sociali inclusive e di supporto, coinvolgendo le tante associazioni che operano sul territorio. Diramare note stizzite contro la città, invece di ascoltarla, non solo non risolve i problemi ma li aumenta”.
Sulla stessa scia i Giovani democratici di Terni definiscono l’ordinanza : “misogina, che ancora una volta impone una norma sul corpo e il comportamento femminile che sarebbe un pericolo per la sicurezza stradale, oltre che per il “decoro”, termine di cui la destra si riempie la bocca ma che spesso è un involucro per concetti classisti. Perché anche nella difesa del provvedimento, il gruppo consiliare della lega dimostra o incapacità o malafede: dicono di voler difendere le ragazze dallo sfruttamento ma nell’ordinanza non si parla di combattere chi sfrutta, chi mette quelle persone sul ciglio della strada (sia una persona fisica o la povertà), ma solo di punire chi lavora e chi glielo consente”.
Ma anche fuori dalla sfera politica c’è chi dice la sua e la ventunenne ternana, Noemi Arcangeli, lo fa raccontando con un video ai suoi followers su Tik Tok (ben 255 mila persone) la realtà ternata.
di Alessia Marchetti