II Sindaco di Terni, Leonardo Latini ha da pochi giorni pubblicato
un’ordinanza, valida fino al 31 gennaio 2022, finalizzata al
“superamento del degrado del territorio per il decoro e la visibilità
dei luoghi” volta al “contrasto al fenomeno della prostituzione”. Secondo quanto contenuto nel testo si specifica che il dispositivo sia valido dal 17 settembre 2021 fino al 31 dicembre 2022. Già nel 2020 erano state adottate misure contro il fenomeno ‘lucciole’.
Le vie interessate dai divieti disposti dal sindaco via Lungonera Savoia, via Piave, viale Brenta, vocabolo Staino, viale Centurini, p.le Rivoluzione Francese, p.le Bosco e piazzale Caduti di Montelungo (Cimitero Comunale), dove non si potrà:
Tra le varie considerazioni addotte dal sindaco in merito all’ordinanza si legge: “nel territorio comunale la prostituzione su strada, per la diffusione del fenomeno in alcune aree, pregiudica il decoro e la vivibilità urbana nonché le condizioni di vita dei cittadini, costituendo fonte di degrado
urbano ed insicurezza, come testimoniato dalla pluralità di segnalazioni, denunce ed esposti tesi a evidenziare la insostenibilità della convivenza col fenomeno”. E ancora: “Tali fattori, producendo nei cittadini allarme sociale, generano una percezione di perdurante
lesione delle comuni norme del vivere civile, alterando quei sentimenti di convivenza civile e di coesione sociale da sempre fondamento della vita di relazione della comunità ternana”.
Federica Burgo vicepresidente Terni Valley punta il dito contro il contenuto dell’ordinanza, sostenendo che “è evidente che queste righe sono rivolte alle donne (il tutto è declinato al femminile) e che pertanto il sindaco ordina un
abbigliamento e un comportamento “decoroso”; colpisce a mio avviso il
qualunquismo dei verbi utilizzati: che significa “decoroso”? Cosa
distingue un atteggiamento decoroso da uno che non lo è?”.
“L’ordinanza si riferisce chiaramente al comportamento ma soprattutto
all’abbigliamento: niente leggi che perseguono con maggiore intensità
gli atteggiamenti inequivocabilmente criminali, niente incremento
della vigilanza notturna, nulla di questo genere, nessun intervento
fattivo e quantificabile: come sempre, a rimetterci sono le donne, e
un ideale di abbigliamento che non solo non è chiaro (sono quindi
vietate le gonne? E di quale lunghezza? Sono vietate le scollature, e
di quale profondità?), ma va a ledere la libertà individuale in nome
di un decoro tanto ridicolo quanto anacronistico – seguita la Burgo – Per contrastare fenomeni come la prostituzione si interviene sull’abbigliamento delle donne, si puniscono le donne e la loro libertà di vestirsi, in linea
con un ideale di società antica e patriarcale, oltre che paternale,
che purtroppo non è nuovo a questa amministrazione comunale. La stessa
amministrazione che magari critica ferocemente chi per cultura porta
l’hijab”.