La prevenzione prima di tutto. A scuola, nelle istituzioni, nel turismo, nel mondo del lavoro. Questo in estrema sintesi il contenuto della legge regionale contro l’omofobia e la trasnfobia arrivato ieri al voto positivo in III Commissione Regionale. La proposta di legge, che Omphalos ha contribuito a scrivere e presentare, è stata proposta dai consiglieri del Pd Leonelli, Solinas e Chiacchieroni ed è stata approvata con i 4 voti favorevoli del Partito Democratico, due contrari dell’opposizione di centro destra e l’astensione del Movimento 5 Stelle. Ora si attende il passaggio in Consiglio Regionale, dove, se verrà votata favorevolmente, diventerà legge.
Una legge che si contraddistingue dal dispositivo in votazione al Parlamento, che ha un approccio repressivo nei confronti degli atteggiamenti omofobi. Nel testo della legge, è prevista anche l’istituzione di un osservatorio contro le discriminazioni, all’interno del quale dovrebbero agire, oltre alle istituzioni, anche le associazioni. A riguardo ha fatto discutere l’emendamento proposta dal consigliere regionale Sergio De Vincenzi, il quale proponeva di inserire all’interno dello stesso osservatorio anche le associazioni familiari.
La storia della legge – La legge regionale contro l’omofobia è stata per la prima volta depositata in Regione nel 2006, grazie al prezioso lavoro dell’allora consigliera comunale Maria Pia Serlupini. La legge ricevette il voto favorevole della maggioranza del Consiglio Comunale di Perugia, compresa l’ala cattolica della Margherita. La legge è poi rimasta chiusa nei cassetti del Consiglio Regionale fin quando il Consigliere Regionale Manlio Mariotti, durante la passata legislatura, non la riprese presentandola a suo nome insieme ai consiglieri Barberini e Cintioli. La legge non superò però la fine della legislatura.
Da Omphalos – “Dopo mesi di stallo siamo felici che la legge abbia ripreso il suo iter – commenta Patrizia Stefani, co-presidente di Omphalos – ora chiediamo che venga portata velocemente in aula per il voto finale. Questa legge può diventare un importante presidio di prevenzione contro le discriminazioni per le persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali e la Regione Umbria può tornare ad essere protagonista nel campo dell’inclusione e dei diritti civili”.
“Il voto in commissione arriva a pochi giorni dal Perugia Pride Village – conclude Emidio Albertini, co-presidente Omphalos – ci spiace che alcuni consiglieri e partiti politici non abbiano espresso un voto favorevole e per questo desideriamo invitarli al Perugia Pride per discutere con noi della necessità che la nostra regione si doti di una legge di prevenzione come quella contro l’omofobia e la transfobia. Siamo pronti a discutere con i consiglieri del Movimento 5 Stelle e dell’opposizione di centro destra le loro obiezioni a questa importante proposta”.
Le reazioni – “Molto positivo il lavoro che la Commissione ha compiuto in questi mesi per giungere ad un testo normativo che fosse il più condiviso possibile, un articolato che ha il merito di porre al centro i diritti di tutte le persone”. Così il consigliere regionale Carla Casciari (Pd). “L’approvazione, ieri in III Commissione consiliare, del pacchetto di norme contro l’omofobia rappresenta un primo passo verso il varo di una legge regionale di contrasto alla discriminazione e di riconoscimento di alcuni diritti civili che il Partito democratico si è impegnato a portare avanti fin dall’inizio di questa legislatura”. Lo dichiara il consigliere regionale del Partito democratico Giacomo Leonelli, sottolineando che “a poche settimane dall’approvazione della legge sulle unioni civili e quando è ancora fresco nella memoria il tragico attentato di Orlando, anche dall’Umbria arriva un segnale importante di attenzione verso chi troppo spesso è vittima di una sub-cultura della discriminazione che deve finalmente essere combattuta e superata”.
Non è mancata poi la reazione dello stesso De Vincenzi (Ricci Presidente), il quale contesta: “il testo al comma 2 dell’articolo 1, recita che ‘ai fini della presente legge per identità di genere si intende la percezione che una persona ha di sé, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico. Per orientamento sessuale si intende l’attrazione affettiva e sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, di sesso opposto o di entrambi i sessi’. Ecco, con questo comma non solo si introduce a tutti gli effetti la teoria gender, che consta della scelta psichica e, per quanto possibile, comportamentale del sesso, ma crea tutta una serie di contrasti e inevitabili conflittualità normative e di vita quotidiana nella nostra società.
Di questo, quando accadrà, chiederemo conto attraverso alla corte dei conti dei soldi spesi per approvare questa legge e dei danni che provocherà a livello istituzionale. Ci faremo due risate quando un uomo che, sentendosi donna, farà ricorso alla consigliera di parità per chiedere di non essere discriminato. Come farà la Consigliera ad applicare una legge che si riferisce biologicamente al sesso maschile e femminile? E non parliamo di ciò che potrà accadere nelle scuole!”.
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