OMICIDIO MEREDITH : PERUGIA " NE'SODOMA NE' GOMORRA" - Tuttoggi.info

OMICIDIO MEREDITH : PERUGIA ” NE'SODOMA NE' GOMORRA”

Redazione

OMICIDIO MEREDITH : PERUGIA ” NE'SODOMA NE' GOMORRA”

Mar, 13/11/2007 - 10:28

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“Se l'immagine di Perugia, proposta in questi giorni dai mezzi di informazione dopo il caso Meredith è falsa, del tutto fuorviante e per certi versi caricaturale, non possiamo però nasconderci le difficoltà che attraversano la città, e il bisogno di un nuovo progetto per definire una nuova idea del capoluogo umbro”. Stefano Vinti, capogruppo di Prc in Consiglio regionale, arriva a questa conclusione al termine di una analisi approfondita sulla stessa città sfociata, prima ancora del fatto di sangue e delle tante reazioni che ha provocato, in una richiesta al Sindaco di Perugia di un “percorso di verifica programmatico per la fine della legislatura”. L'iniziativa, chiarisce Vinti, nasce dal ruolo di critica, stimolo e proposta che Rifondazione ha avviato da mesi, “su problemi che la città vive anche pesantemente” e che riguardano: le contraddizioni economiche e sociali, urbanistiche e di modello di sviluppo; una percezione da parte dei cittadini della sicurezza bassa; una oggettiva difficoltà a sviluppare innovative ed efficaci politiche di inclusione sociale; una quantità di morti per overdose preoccupante, cui si aggiungono tassi di precarietà del lavoro elevati, “ed evidenti difficoltà complessive della Giunta comunale guidata dal sindaco Locchi”.Nella sua analisi, Vinti è molto critico con l'”accanimento mediatico” di telegiornali e intere trasmissioni sulle reti nazionali di tutte le catene televisive e di troppi inviati speciali della grande carta stampata: “tutti protesi a rappresentare una città, occupata da migliaia di studenti che spendono il tempo a ubriacarsi, a drogarsi a fare orge sfrenate, in una situazione in cui dilaga illegalità e perversione”.Il capogruppo di Prc, che avrebbe desiderato una maggior attenzione della stessa stampa nazionale sulla morte improvvisa di Aldo Bianzino, protesta: “Perugia non è Sodoma né Gomorra. E' una città bellissima, carica di storia, cultura e arte, sede di due università qualificate e cosmopolite, laica, libertaria e tollerante. È la sede della prima università per stranieri d'Italia, una istituzione che ha contribuito in maniera determinante a definire la città conferendole un respiro internazionale e che ha formato parti delle classi dirigenti di tanti paesi dei cinque continenti, che tanto ha dato e tanto ha ricevuto da questi studenti”.Questa, invece, l'analisi dei problemi della città che propone Stefano Vinti: “Perugia soffre una situazione simile a tutte quelle città di piccole e medie dimensioni che in questi anni hanno visto crescere la popolazione universitaria dopo l'istituzione delle lauree brevi. A Perugia i residenti del centro storico si sono trasferiti in periferia, il sistema economico, quello del commercio e quello edilizio e residenziale sono stati ristrutturati per il mercato degli studenti; allo stesso tempo si è sviluppato il settore del tempo libero, con quaranta locali notturni, pizzerie, birrerie, fast food, pub. Nel tempo, ma con evidenti accelerazioni in questi ultimi anni, si sono andate a definire vere e proprie “città nelle città”, ad orientamento giovanile ed universitario, senza radici locali, senza vincolo sociale e comunitario, dense di relazioni sociali ma temporanee e senza impegno. Circa 10-13 mila studenti i cosiddetti fuori sede delle due università sono una grande opportunità per Perugia, una schiera di studenti che oltre a studiare, sostenere esami, rispondere agli impegni universitari, vive come tutti i ragazzi, come tutti gli studenti che hanno frequentato l'ateneo perugino, gode delle libertà consentite dall'essere lontani dalle famiglie di origine. Certo, si può obiettare che in piazza IV Novembre alcune centinaia di ragazzi, ogni sera e fino a notte inoltrata, vivono una situazione particolare, con pochi limiti. Ma il problema principale non è di ordine pubblico, semmai ogni mattina è di pulizia della piazza. Il punto vero è che tra le due città, quella dei residenti e quella degli studenti, si sono spezzati i legami, si sono interrotti i canali di comunicazione, sono scomparsi gli spazi comuni, è svanita la convinzione di sentirsi cittadini della medesima municipalità. Qui occorre intervenire, pensare e ripensare, sperimentare una nuova urbanistica, nuove residenzialità, un nuovo intreccio di relazioni tra perugini e studenti”.


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