Rimarrà in carcere, ma sarà trasferito in un altro penitenziario, Erjon Behari, il 42enne accusato dell’omicidio di Stefano Bartoli, avvenuto sabato sera a Spoleto. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Alessandra Gatto all’esito dell‘udienza di convalida che si è tenuta martedì mattina. Il gip ha respinto le istanze dell’avvocato difensore dell’albanese, Maria Donatella Aiello, che aveva chiesto il trasferimento nel reparto psichiatrico di un ospedale o gli arresti domiciliari in una struttura per il suo assistito.
Convalidando l’arresto per omicidio volontario, il giudice ha confermato sì il carcere per Behari, disponendo però il suo trasferimento in un’altra casa di reclusione dotata di reparto di osservazione psichiatrica viste le condizioni dell’uomo, con problemi di salute mentale e già in libertà vigilata per pericolosità sociale.
Nelle prossime ore, invece, si terrà l’autopsia sulla salma del 28enne spoletino Stefano Bartoli. Il medico legale dovrà appurare dettagliatamente le cause della morte, che sarebbe stata provocata da una singola coltellata al torace inferta dal 42enne suo conoscente lungo via II Giugno, nel rione Casette di Spoleto, fuori dall’abitazione del presunto assassino. I familiari del ragazzo ucciso, rappresentati dallo studio legale Bellingacci, hanno incaricato un consulente di parte per l’esame autoptico, al termine del quale il corpo potrà essere dissequestrato per rendere l’estremo saluto al 28enne.