La consigliera di parità della Provincia di Terni, Maria Teresa Di Lernia, e la vice, Ivana Bouché, intervengono sulla vicenda delle frasi sessiste scritte dall’ex consigliere comunale di Amelia della Lega, Massimiliano Galli, all’indirizzo della cantante Emma Marrone.
“I fatti sono tristemente noti, il punto che ci preme sottolineare proprio in virtù del ruolo istituzionale che ricopriamo, è il proliferare di frasi discriminatorie, offensive e denigranti della dignità della donna, di cui l’episodio sopra citato è solo l’ultimo. E’ come se fosse saltato il tappo, non esiste neanche il politicamente corretto cui ci eravamo abituate in questi ultimi anni, e le donne sono il bersaglio preferito degli insulti sessisti sui social, dati di recenti ricerche. Sembra essere tornati indietro di decenni ed apparentemente le lotte delle donne per l’emancipazione sembrano non riuscire a sopraffare questa cultura denigratoria ed umiliante”.
Questo il contenuto dell’intervento delle due donne in rappresentanza delle istituzioni, dopo l’ignobile espressione dell’ex consigliere Galli contro Emma Marrone: “Tu apri le cosce e fatti pagare” – aveva postato su Facebook il leghista, in risposta all’appello che la cantante aveva pronunciato dal palco alla fine di un concerto “Aprite i porti”.
Lega espelle consigliere dopo commento choc contro Emma “Apri le cosce e fatti pagare”
Non è servito nenache l’intervento de “Le Iene” che hanno cercato di intervistare Galli che ha mantenuto il punto della sua infelice uscita, ritenendo di “non dover chiedere scusa”.
“Le cose, è chiaro, sono più complesse e questa riflessione non può essere esaustiva di una disamina più ampia. Qualcosa però è evidente, per noi. Non bastano le prese di distanza istituzionali o l’espellere dalla Lega il consigliere incriminato – aggiungono Maria Teresa Di Lernia e Ivana Bouché – bisogna domandarsi come questa pseudo cultura maschilista abbia ripreso fiato, quali messaggi politici la alimentano, la coltivano e sembrano autorizzare qualcuno a fare da megafono”.
“Occorre, a nostro giudizio, lavorare costantemente sulla cultura della differenza, sulla cultura di genere, inserire nei programmi delle varie amministrazioni locali iniziative durevoli nel tempo che lavorino per il contrasto alla violenza di genere, sessista e verbale – concludono – sempre e comunque e non con esternazioni estemporanee che nulla incidono nella coscienza collettiva. Per noi consigliere di parità è la mission su cui invece, siamo costantemente impegnate, la strada per combattere le discriminazioni di genere è lunga, in questo contesto storico e sociale, ancora di più”.