Manifestazione fino ai Pantani di Accumoli contro il progetto della struttura ricettiva. E il Cai intanto ha raccolto oltre 4600 firme
Per appena un paio di km non sono ricompresi all’interno del territorio del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Ma i Pantani di Accumoli non hanno nulla da invidiare al paesaggio circostante, anzi.
Situati ufficialmente nella regione Lazio, ma al confine con Umbria e Marche, questi laghetti montani sono da qualche tempo al centro di polemiche per un progetto di cementificazione che incombe nelle loro vicinanze. E’ infatti prevista la costruzione di un rifugio di più piani da oltre 800mila euro e le associazioni ambientaliste (ma non solo) insorgono. Anche perché non molto distante sono presenti altri rifugi, abbandonati.
Pantani di Accumoli, la manifestazione del 22 maggio
Tanto che, oltre ad una petizione online, è stata organizzata una manifestazione popolare per sabato 22 maggio.
L’iniziativa vedrà la partenza da 3 diversi luoghi, per arrivare ai Pantani di Accumoli. Il tutto nel rispetto della normativa anti-Covid e dell’ambiente. Le partenze sono previste da Terracino, con ritrovo alle ore 9,30, da Accumoli (partenza ore 10) e da Forca Canapine (ritrovo ore 10,30).
“Vogliono costruire – evidenziano gli organizzatori – un hotel nel paradiso naturalistico dei Pantani. Dopo aver abbandonato le frazioni terremotate, vogliono raccontarci che il rilancio del territorio passa dalla sua devastazione in nome del turismo comodo. Ma a tutto c’è un limite e stavolta non passeranno“.
La petizione del Cai
Intanto alcuni gruppi Cai (tra cui quelli di Amatrice, Ascoli, Foligno e Teramo) hanno promosso una petizione – supportata anche da alcune associazioni ambientaliste – che ha raggiunto oltre 4600 adesioni.
“I Pantani di Accumoli, Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) della rete Natura 2000, a ridosso del confine tra Lazio, Marche e Umbria e in continuità col Parco Nazionale dei Monti Sibillini, – spiega il Cai – sono da sempre meta degli appassionati di montagna, di famiglie e di frequentatori occasionali, che li raggiungono a piedi per apprezzarne il silenzio e lo spettacolo degli animali al pascolo intorno ai laghetti, nei quali vivono anche alcune specie rare. I Pantani offrono la loro magia a chiunque sappia rispettarla. Oggi, quella magia è minacciata dall’ennesimo progetto che promette finto sviluppo, distrugge l’ambiente e allontana i frequentatori della montagna.
Dopo aver realizzato una strada che raggiunge la località dei “Pantani”, cementificando anche 400 metri di un tratto del Sentiero Italia, la Regione Lazio e il Comune di Accumoli intendono costruire qui anche un rifugio, a ridosso di un’area amata dal popolo della montagna per la sua alta qualità ambientale e paesaggistica. Decenni di sfruttamento e consumo del territorio nell’Appennino centrale, con la costruzione di edifici e impianti funzionanti al massimo per qualche settimana all’anno, testimoniano il fallimento di una politica miope, che inganna le popolazioni residenti con il miraggio di ricchezze e sviluppo.
Per la salvaguardia dell’integrità e della bellezza del territorio occorre favorire e realizzare forme di economie di sviluppo sostenibili e un turismo “dolce”, che attrae frequentatori lungo tutto l’arco dell’anno e non soltanto a cavallo del Ferragosto. Un rifugio ai Pantani non serve. Perché in zona si trovano già strutture ricettive danneggiate dal sisma del 2016, che andrebbero immediatamente recuperate, per restituire agli amanti della montagna i servizi di cui hanno bisogno. C’è già tanto da ricostruire, dopo il sisma.
Un rifugio ai Pantani è dannoso. Perché diventerebbe il catalizzatore di un turismo domenicale di massa limitato a pochi weekend agostani, produttore di rumore e inquinamento dannosi per gli ecosistemi tutelati dalla normativa europea. Un rifugio ai Pantani è uno spreco di denaro pubblico. Perché resterebbe chiuso per gran parte dell’anno e l’isolamento invernale lo sottoporrebbe a un rapido degrado, distogliendo risorse al ripristino delle strutture già esistenti e più accessibili.
Il Ministero dell’Ambiente ha già chiesto chiarimenti alla Regione Lazio per non aver ravvisato la necessità di una Valutazione d’Incidenza Ambientale in un sito sottoposto a tutela speciale.
Noi chiediamo alla Regione Lazio e al Comune di Accumoli:
- di annullare il procedimento finalizzato alla realizzazione di una struttura ricettiva inutile e dannosa;
- di destinare i fondi del progetto al ripristino dei rifugi già esistenti nella zona;
- di sostenere con politiche serie il recupero dei sentieri, della viabilità lenta, delle attività locali ad essi legate;
- di accelerare la ricostruzione dei paesi danneggiati dal sisma“.