Per la Regione Umbria l’inceneritore previsto dallo Sblocca Italia, da realizzare nel cuore verde d’Italia, non deve essere costruito. La contrarietà è stata riconfermata in sede di Conferenza delle Regioni e Conferenza Stato-Regioni di fronte allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell’Ambiente, recante norme per “individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale”. L’atto è stato comunque rinviato alla prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni per consentire ulteriori approfondimenti, come richiesto dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Quest’ultimo a sua volta, sul decreto inceneritori in attuazione dello Sblocca Italia che prevede 8 inceneritori da realizzare, ha dichiarato: “14 Regioni su 20 hanno dato parere positivo, condizionato ad alcuni emendamenti e osservazioni relativi all’integrazio e tra i piani regionali e il piano nazionale. Ma siamo convinti che il governo li accoglierà”.
Tra le Regioni che hanno dato parere contrario la Lombardia, l’Abruzzo, le Marche, l’Umbria e il Molise “ognuna con motivazioni diverse”. La contrarietà della Regione Umbria, rappresentata oggi dalla presidente Catiuscia Marini e dall’assessore regionale Antonio Bartolini, mentre nella seduta del coordinamento degli assessori regionali all’ambiente riunitasi ieri era presente l’assessore regionale Fernanda Cecchini, è motivata dal fatto che il piano predisposto dal Governo non tiene conto del Piano regionale umbro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che prevede una precisa scelta in direzione della raccolta differenziata al 68,6 per cento ed il collocamento sul mercato di Combustibile solido secondario (CSS) per 58 mila tonnellate all’anno, portando così il fabbisogno di trattamento termico a 72 mila tonnellate all’anno. Fattori questi che rendono oltretutto economicamente non sostenibile la realizzazione di Umbria di un impianto di termovalorizzazione.
Intanto, a proposito di rifiuti, dal comitato ternano “No inceneritore” e dall’Osservatorio di Borgogiglione fanno sapere che le loro manifestazioni non si fermeranno. A dirlo sono stati Fabio Neri e Lucio Pala in conferenza stampa oggi nella Sala della partecipazione di Palazzo Donini. A Terni si tornerà in piazza anche nel giorno di San Valentino, per dimostrare quanto l’unico soggetto che “guadagna dalla costruzione di un nuovo inceneritore è Acea, che diventerebbe potente assumendo un ruolo centrale nella partita dei rifiuti“. Dal comitato, però, ce n’è anche per la Regione e per il Ministero: per la prima si parla di un “rimpallo di resposabilità“, per il secondo di un “decreto che quasi ignora gli enti locali“. La proposta per l’Osservatorio e il Comitato è dunque quella di promuovere ed estendere la raccolta porta a porta a tutta l’Umbria. Nel frattempo Borgogiglione continua ad essere un “punto di riferimento” per la Regione Umbria, laddove, ha denunciato in conferenza Lucio Pala, per i prossimi 4 anni si prevede un afflusso di rifiuti pari a “120mila tonnellate l’anno”. Non solo: compare una determina del 12 gennaio, dove si stabiliscono le modalità di utilizzo della strada denominata “S. Antonio – Belveduto limitrofa al complesso monumentale Villa Colle del Cardinale in località Colle Umberto” a Perugia. Per la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria e per il Comune di Perugia (quest’ultimo aveva espresso parere favorevole al progetto per l’ampliamento della discarica di Borgo Giglione), l’utilizzo della strada Sant’Antonio Belveduto era vietato già da una determina dirigenziale del 20 dicembre 2011. Eppure una soluzione alternativa deve essere ancora trovata: l’estensione della proroga arriva fino ad oggi, tanto che nell’ultima determina regionale del 12 gennaio si legge: “in attesa della individuazione da parte del Comune di Perugia e delle Amministrazioni interessate di una soluzione alternativa, potrà essere utilizzata per quanto necessario, sulla base di una adeguata ripartizione dei flussi di traffico tale da non procurare nocumento alla Villa Colle del Cardinale, anche la strada denominata Sant’Antonio-Belveduto (…) e conseguentemente il tratto che va dalla Provinciale verso la discarica di Borgo Giglione“.
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