NELLA SALA CONFERENZE DI PALAZZO TRINCI GLI STUDENTI DEL CLASSICO E DELLE INDUSTRIALI DI FOLIGNO INCONTRANO IGIABA SCEGO - Tuttoggi.info

NELLA SALA CONFERENZE DI PALAZZO TRINCI GLI STUDENTI DEL CLASSICO E DELLE INDUSTRIALI DI FOLIGNO INCONTRANO IGIABA SCEGO

Redazione

NELLA SALA CONFERENZE DI PALAZZO TRINCI GLI STUDENTI DEL CLASSICO E DELLE INDUSTRIALI DI FOLIGNO INCONTRANO IGIABA SCEGO

Mer, 06/04/2011 - 10:00

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Domani, dalle 11.30, presso la Sala Conferenze di Palazzo Trinci, 102 studenti dell’ISIC (IVAL, 4BC, 4CC, IVBP) e 53 studenti dell’ITI (IIII, IA), incontreranno Igiaba Scego, la trentasettenne scrittrice italiana di origine somala, ospite de “‘Il vizio di leggere’: come prenderlo a scuola” – il “Progetto Lettura” del Distretto Scolastico n. 7 – per discutere sul tema dell’interculturalità partendo dal suo libro “La mia casa è dove sono” (Rizzoli, 2010).
Quando è scoppiata la guerra in Somalia Igiaba non se n’è accorta. Aveva sedici anni, stava a Roma, e quella sera sperava solo di baciare il ragazzo che le piaceva. Non sapeva che per due anni non avrebbe più avuto notizie di sua madre. Non sapeva che la guerra si porta via tutto, anche l’anima. Igiaba è nata a Roma perché suo padre, ex ministro degli esteri somalo, ci veniva a “studiare la democrazia” negli anni Cinquanta. E al Sistina era rimasto stregato dalla voce di Nat King Cole e dalla sensazione che in quella città si potesse ricominciare a sognare. Se ne ricordò tanti anni dopo, quando il colpo di stato di Siad Barre costrinse lui e la famiglia all’esilio in un altro paese. Per questo Igiaba per lungo tempo ha sentito parlare della sua terra solo attraverso le fiabe della madre e i racconti nostalgici dei fratelli, che ricordavano i fasti passati: i viaggi in limousine, gli incontri con politici di primo piano, la stima della gente. Lei della sua infanzia romana ricorda bene invece gli insulti dei compagni di classe per il colore della sua pelle e le incursioni a Trastevere con la madre, nel cuore della notte, per avere un po’ di pasta e qualche vestito dalle associazioni del quartiere. Ora è diventata la voce ironica e intensa della seconda generazione, sospesa tra il fascino per le proprie radici e l’amore per la terra in cui è cresciuta. Questo è il racconto di cosa significa portarsi dietro la propria casa in un paese nuovo, delle difficoltà di essere accolta, accettata, amata. È un ritratto delle molte identità dell’Italia odierna, che ancora fatichiamo a capire davvero. È la storia di Igiaba ma, in fondo, parla di noi.
Igiaba Scego è nata a Roma nel 1974. Scrive su “l’Unità”, “Internazionale” e su molte riviste che si occupano di migrazioni e culture africane, tra cui “Nigrizia”. Tra i suoi libri, “Pecore nere” (Laterza 2005) e “Oltre Babilonia” (Donzelli 2008).

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