Sette sepolture di era etrusco-romana, probabilmente facenti parte di una più ampia necropoli, è stata scoperta negli ultimi giorni alla periferia di Spoleto, a San Martino in Trignano per la precisione, in concomitanza con i lavori per la riqualificazione dell’area condotti dalla Vus per la rete fognaria e idrica.
Il rinvenimento risale ad una settimana fa, ma solo in queste ore (come testimonia la foto che Tuttoggi può anticipare) se ne è avuta conferma, con i resti umani che sono stati ritrovati, già messi in sicurezza e catalogati dalla Soprintendenza.
La notizia ha fatto ben presto il giro della frazione e della città anche se non ci sono comunicazioni ufficiali.
Quasi certamente l’epoca viene fatta risalire al periodo etrusco-romano sia per la posizione del defunto (nella fattispecie sembra sia stato tumulato tenendo un bastone di legno), sia per essere stato adagiato su delle specie di coppi che venivano utilizzati tanto per realizzare acquedotti, che per le cosiddette “tombe a cappuccina” (il corpo veniva ricoperto con i coppi formando una sorta di triangolo, come appunto il cappuccio dei frati).

Della parte soprastante però non vi sarebbe traccia. Queste tipologie di tombe erano destinate alla popolazione più umile, facendo con ciò ipotizzare che l’area di Baiano – San Martino fosse abitata principalmente da famiglie di operai e agricoltori. Una ulteriore conferma in tal senso viene dal fatto che non sono fin qui stati ritrovati manufatti e reperti.
Residenti e commercianti della zona hanno confermato di aver visto almeno 6 sepolture di quelle rinvenute nei giorni scorsi. Stando a quanto viene annunciato, i lavori del la Vus a San Martino finanziati dal Pnrr non dovrebbero subire ritardi.
La notizia conferma comunque come il territorio spoletino sia ricco di storia e di possibili aree archeologiche di grande interesse ancora tutte da scoprire. Come quella di piazza d’Armi dove sono stati ritrovati anni fa importanti necropoli e reperti risalenti alla popolazione degli Umbri, tra cui i famosi scettri e le fibule in argento (queste dovrebbero presto tornare a Spoleto dopo un lungo periodo di restauro).
Sugli scettri degli Umbri, Tuttoggi era di recente tornato svelando che l’attuale Ministro alla cultura, Giuli, ne ha uno di questi tatuato sull’avambraccio sinistro a dimostrazione della conoscenza che ha del territorio e di questa popolazione in particolare. Chissà che proprio questo speciale legame non possa dare nuovo impulso a scavi archeologici che potrebbero consentire di approfondire questa popolazione la cui evoluzione è ancora avvolta nel mistero.