Bevagna piange la scomparsa di Francesco Colombo. E’ l’imprenditore 46enne ad aver perso la vita sabato in seguito al tremendo shock anafilattico in conseguenza da puntura d’insetto che lo ha sopreso mentre si trovava nella sua abitazione e non ha lasciato nemmeno il tempo di intervento ai sanitari del 118.
Una tragedia che ha scosso tutta la comunità bevenate e Torre del Colle, dove Francesco Colombo, aveva avviato l’attività dell’Ostello diffuso. Con sua moglie e i suoi quattro figli, si era trasferito da Milano e aveva dato il via ad un’attività importante per questa piccola comunità, anche a livello culturale.
“La nostra comunità ha perso una persona generosa, – scrive commossa il sindaco Annarita Falsacappa – che ha scelto il nostro territorio per vivere con la sua bella e numerosa famiglia. Francesco Colombo, una bella persona, solare e pronta ad aiutare chiunque avesse bisogno, con quel suo accento milanese che lo rendeva leggermente sofisticato, ti sorprendeva per essere, in verità alla mano, affabile e legato al territorio anche più di chi vi nasce, forse perché lo aveva scelto e cercava, con tutte le sue forze, di promuoverlo, di farlo conoscere, convinto delle straordinarie potenzialità che possiede”. E ancora, “Francesco era in prima linea nelle iniziative di Ama Bevagna, con il suo trattore per ripulire il paese con l’Amministrazione e i volontari”. È stato lui a organizzare all’inizio dell’anno un progetto sulla legalità e a portare a Bevagna personalità importanti del mondo della politica e impegnate nel tessuto sociale e culturale del nostro paese. Ha dedicato le sue energie per far rivivere il castello di Torre del Colle, oggi conosciuto da molti per l’ostello diffuso ed il ristorante il Serpillo, in cui si riconosce ed è inconfondibile la sua mano.
“Sono convinta che Bevagna – scrive il sindaco – abbia perduto una persona che avrebbe contribuito al suo sviluppo, certamente ha perduto un uomo dolce e molto presente per la sua famiglia, per i figli e i suoi amici che ne conoscevano le doti e quell’aria sbarazzina di persona semplice e profonda”.
Questa mattina (lunedì) nella chiesetta di Torre del Colle, gli amici e conoscenti, potranno portare l’ultimo saluto a Francesco Colombo, poi la salma verrà trasferita a Bergamo dove si terranno i funerali martedì alle 15 nella chiesa di San Nicola ad Almenno San Salvatore.
Intanto ieri l’azienda ospedaliera ha diffuso informazioni sui rischi da punture d’insetto. “Le punture di api vespe e calabroni – spiega il Prof. Nicola Murgia, della struttura complessa di Medicina del Lavoro , diretta dal Prof. Giacomo Muzi, in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia – possono portare, in soggetti predisposti, a reazioni allergiche molto severe, fino alle reazioni anafilattiche che, se non trattate, possono portare alla morte la persona punta”.
“Purtroppo non è facile prevedere una possibile reazione allergica grave da puntura di imenotteri – sottolinea il Prof. Murgia – , tenuto conto che precedenti punture potrebbero anche non aver portato sintomi tanto preoccupanti ; reazioni estese ma localizzato non sono predittive di future reazioni gravi. I sintomi che devono preoccupare la persona punta e che possono essere predittivi di future reazioni anafilattiche sono quelle generalizzate, che, anche se di lieve entità, come prurito, eritema, orticaria, interessano tutto l’organismo o parti distanti dal sito di puntura”.
Nel caso una persona punta ha avuto una di queste reazioni cosa deve fare? “È necessario immediatamente informare il proprio medico di medicina generale, il quale invierà il paziente per una visita Allergologica per imenotteri all’ambulatorio della struttura della nostra clinica Ospedaliera per procedere a tutte le indagini diagnostiche e a suggerire la terapia più indicata”. Quindi si può sostenere che esiste una terapia? “Si, si tratta di una terapia da praticare in caso di reazione grave, basata principalmente su adrenalina autoiniettabile e una terapia preventiva che porta alla progressiva desensibilizzazione del soggetto verso il veleno e che viene ormai praticata da diversi anni presso la nostra struttura”.
(s.m.)