Morto il Papa emerito Benedetto XVI, le storiche visite di Ratzinger ad Assisi | Il ricordo dei vescovi

Morto il Papa emerito Benedetto XVI, le storiche visite di Ratzinger ad Assisi | Il ricordo dei vescovi

Redazione

Morto il Papa emerito Benedetto XVI, le storiche visite di Ratzinger ad Assisi | Il ricordo dei vescovi

Sab, 31/12/2022 - 11:12

Condividi su:


E’ morto oggi (31 dicembre 2022) alle ore 9,34 nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, Joseph Ratzinger, il Papa emerito Benedetto XVI. Lo ha annunciato il direttore della sala stampa della Santa Sede dopo che da qualche giorno le condizioni del pontefice emerito erano apparse gravi, tanto che Papa Francesco aveva invitato a pregare per lui.

Nato nel 1927, il Papa emerito aveva 95 anni. Eletto pontefice nell’aprile 2005, succedendo a Giovanni Paolo II, Ratzinger è rimasto in carica, con il nome di Benedetto XVI, fino al 28 febbraio 2013, quando aveva preso la storica decisione di dimettersi. Era rimasto così Papa emerito, vivendo in Vaticano, con Jorge Mario Bergoglio che gli era succeduto al soglio pontificio.

Come santo padre, due sono state le storiche visite di Benedetto XVI in Umbria: nel 2007 e nel 2011. Ma Joseph Ratzinger era particolarmente legato al cuore verde d’Italia ed in particolare ad Assisi già prima di salire al soglio pontificio, più volte ospite delle suore cappuccine tedesche. E non a caso aveva scelto come nome da pontefice quello del santo patrono d’Europa, San Benedetto da Norcia.

La prima visita da Papa ad Assisi era avvenuta il 17 giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco. L’ultima, invece, il 27 ottobre 2011: venne in Umbria per i 25 anni dello “Spirito di Assisi”.


L’articolo del 2011: Papa pellegrino della Pace ad Assisi: si conclude il viaggio di Benedetto XVI e dei leader religiosi di mezzo mondo nella città di San Francesco


I messaggi della Chiesa umbra

Numerosi i messaggi di ricordo e cordoglio della Chiesa e della politica umbra.

«Vorrei esprimere la mia personale riconoscenza e gratitudine per il grande servizio che Joseph Ratzinger ha dato alla Chiesa universale nel corso della sua vita. Un servizio reso con grande umiltà, senza chiedere niente per sé stesso e che ha svolto per tantissimi anni assumendo molti incarichi di responsabilità: come sacerdote, come professore, come Arcivescovo, come Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della fede e, infine, come Papa». Lo sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve e già presidente delle Cei, nell’apprendere la notizia della morte del Papa emerito Benedetto XVI. «Ricordo ancora la gioia e lo stupore – prosegue il porporato – quando, durante il suo primo saluto come Pontefice dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, Benedetto XVI si autodefinì come “un semplice e umile operaio della Vigna del Signore”. Quelle parole, così sobrie e modeste, ci restituiscono appieno la cifra umana e spirituale della sua persona, ma anche il significato profondo dello spirito di servizio che ha contrassegnato tutto il suo pontificato, dall’inizio alla fine. Ricordo bene, infatti, anche la sua ultima udienza generale, quando ricordò a tutti i fedeli che se “soffiano i venti contrari” è sempre il “vento dello Spirito Santo” che ci guida e ci aiuta nelle avversità. Perché la Chiesa è di Dio, è “Lui che la conduce”».

«Tra le molte azioni pastorali del suo pontificato – afferma il cardinale –, mi preme ricordare l’indizione dell’“anno della fede” nel 2012, sull’esempio di quanto fece Paolo VI nel 1967. La scissione tra libertà e responsabilità, da un lato, e la profonda sovrapposizione tra desiderio e diritto, dall’altro, avevano da tempo prodotto una sorta di corto circuito morale nella società. L’“anno della fede” nasceva in questo contesto storico-sociale in cui il cristianesimo appariva sempre più ai margini della società contemporanea e la figura di Gesù sembrava essere diventata residuale persino nel vissuto di molti fedeli. Con la proclamazione dell’“anno della fede”, invece, Gesù veniva rimesso al centro del messaggio salvifico, cuore pulsante e figura imprescindibile della Rivelazione». «In definitiva, Benedetto XVI – conclude Bassetti – è stato un grande pensatore cattolico, un autentico servitore della barca di Pietro e, soprattutto, un meraviglioso testimone dell’amore cristiano. Un amore che non è sceso a compromessi con il mondo e che è stato testimoniato con semplicità, purezza e mitezza».

«Alla notizia della morte di Benedetto XVI, scrivo a voi per raggiungere le comunità cristiane della Diocesi. Con tutta la Chiesa affidiamo il Papa emerito alla misericordia del Dio di Gesù Cristo, a cui ha consacrato tutta la sua vita e la sua missione. Ha servito la verità, ne è stato ricercatore umile, coraggioso e appassionato; ci ha ricordato – spesso inascoltato e incompreso – la centralità della dignità umana, il significato della libertà, la grandezza dell’amore: quello di Dio e quello dell’uomo, inscindibilmente uniti. È grazie anche alla testimonianza di quest’uomo fragile e forte, che possiamo guardare avanti con la fiducia che il Signore cammina con noi e ci avvolge della sua bontà». Lo ha scritto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve mons. Ivan Maffeis ai sacerdoti e ai diaconi nell’apprendere la notizia del ritorno alla Casa del Padre del Papa emerito Benedetto XVI, dando disposizione ai parroci affinché «in tutte le celebrazioni di sabato 31 dicembre e domenica 1° gennaio, si inserisca la seguente intenzione nella Preghiera Universale: Signore, nel ringraziarti per il dono di papa Benedetto XVI, che ha presieduto nella carità la tua Chiesa, ti chiediamo di offrirgli la giusta ricompensa promessa ai fedeli operai del Vangelo, rendendolo partecipe della liturgia del Cielo. Preghiamo».

Il ricordo di Assisi

Di seguito  la nota di cordoglio del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.

Il papa emerito Benedetto XVI non è più tra noi. Lo affidiamo all’abbraccio di Dio forti delle certezze di fede che egli ha contribuito a rendere in noi profonde e luminose. Le due diocesi “sorelle” di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno si uniscono nella preghiera per lui. Uomo dall’intelligenza fine, l’ha messa tutta al servizio della fede, come teologo, pastore, pontefice. Ci ha messi in guardia da una malattia mortale del nostro tempo: la “dittatura del relativismo” che ci nutre di voci contraddittorie impedendoci di trovare il senso ultimo della vita. Ci ha segnalato la medicina per guarirla: lo “splendore della verità”, che può essere cercata a fatica, ma non può essere negata, senza che la nostra vita piombi nel non senso e nella tristezza. Ci ha proposto insieme la forza rigenerante dell’amore e della speranza, dandocene il segreto: Gesù, di cui egli ha disegnato i lineamenti con i suoi libri, i suoi discorsi, le sue omelie. Dietro il vigore e il rigore del pensatore, vibrava una calda umanità che si esprimeva nella discrezione e nella delicatezza con cui si concedeva al rapporto con tutti. Io ho avuto modo di conoscerlo anche prima che diventasse papa. Fu lui ad inviarmi ad Assisi, dove l’ho poi accolto due volte: la prima il 17 giugno 2007 per la visita pastorale a questa Città a lui particolarmente cara, anche per la sua speciale devozione a san Francesco maturata attraverso gli studi su san Bonaventura. La visita sigillò la “riforma” che egli aveva appena fatto con il motu proprio Totius orbis con il quale inaugurava nella Città serafica una nuova storia di comunione e sinergia pastorale tra diocesi e famiglie francescane, che tanto bene ha prodotto in questi sedici anni. Il suo discorso nella cattedrale di San Rufino illustrò i fondamenti teologici di questa riforma, che lungi dal restringere la vocazione universale di Assisi, l’ha potenziata. Altra visita il 27 ottobre 2011, questa volta all’insegna dello “spirito di Assisi”, nel 25° anniversario dello storico incontro di preghiera per la pace vissuto insieme da San Giovanni Paolo II e dai leader delle religioni mondiali. Assisi guarda alla sua figura con speciale gratitudine. Durante questi lunghi anni di silenzio da papa emerito, egli ha dato uno straordinario contributo di preghiera alla Chiesa universale, continuando a guardare con affetto alla nostra Chiesa particolare, come ebbi modo di percepire nell’unica volta in cui mi è stato possibile fargli visita. Il rapporto stretto di Assisi con papa Francesco, che fin nel nome è legato a questa Chiesa del “Poverello”, non ha per nulla attenuato il nostro amore per papa Benedetto. Questi giorni speciali, tra anno trascorso e anno nuovo, sono all’insegna del ringraziamento. In tutte le chiese lo ricorderemo. Diciamo grazie per quanto ci ha dato e lo accompagniamo all’incontro con l’eterno”.

Il Sindaco di Assisi Stefania Proietti unitamente all’amministrazione comunale e alla Città Serafica esprimono profondo cordoglio per la morte di Sua Santità Benedetto XVI e partecipa al dolore dell’intera chiesa cattolica.

“Vogliamo ricordare – ha detto il sindaco Stefania Proietti – il legame speciale che Joseph Ratzinger, diventato poi Papa Emerito, ha sempre avuto nei suoi quasi 8 anni di pontificato con la nostra città. Due le visite importanti e ufficiali, la prima nel giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco, e poi il 27 ottobre 2011, giornata in cui si celebrava lo Spirito di Assisi, città della pace, a 25 anni dal primo incontro di preghiera interreligiosa, promosso lo stesso giorno del 1986 da Giovanni Paolo II”.

 “Restano fisse nella nostra mente le immagini di quelle visite – ha ricordato ancora il sindaco – quando Papa Benedetto arrivo’ da pellegrino di pace e volle toccare tutti i luoghi francescani, passando anche per piazza del Comune,  e poi da Capo della Chiesa sul sagrato della basilica di Santa Maria degli Angeli quando ricevette i leader religiosi di tutto il mondo”. “Bellissime le sue parole in occasione della prima visita da Pontefice – ha ricordato ancora il sindaco – a proposito della nostra città ‘Assisi è un punto di riferimento interiore, che dà forza interiore’. Parole che ancora oggi ci emozionano e inorgogliscono, pensando alla sua levatura teologica, spirituale e intellettuale. La sua figura e la sua eredità resteranno un esempio di fede, devozione e difesa delle radici cristiane”.

(articolo in aggiornamento)

Sara Fratepietro – Flavia Pagliochini

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community

L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

"Innovare
è inventare il domani
con quello che abbiamo oggi"

Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


    trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Grazie per il tuo interesse.
    A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!