Una prima diagnosi parla di arresto cardiocircolatorio improvviso, tra 90 giorni si avranno anche i risultati dell'esame tossicologico, per capire se qualche farmaco possa aver contribuito al tragico decesso
E’ stata eseguita ieri (venerdì 22 luglio), all’ospedale di Perugia, l’autopsia sul corpo del 33enne di Città di Castello, trovato senza vita nella mansarda della sua abitazione in centro storico.
Una prima diagnosi parla di arresto cardiocircolatorio – un malore improvviso e fatale –, che escluderebbe di fatto l’ipotesi del suicidio, come già era stata accantonata quella dell’intervento di terzi, data l’assenza di qualsiasi segno di percosse o violenza sul corpo.
L’esame è stato condotto dal dottor Sergio Scalise Pantuso dal dottor Andrea Lazzarini, incaricati dalla Procura di Perugia, insieme al medico legale Walter Patumi, perito di parte. A questo punto sarà fondamentale l’esame tossicologico, i cui risultati, però, non arriveranno al pm Gennaro Iannarone prima di 90 giorni: solo allora si saprà se l’assunzione di qualche farmaco potrebbe aver contribuito al tragico decesso.
Tra un mese e mezzo si dovrebbero sicuramente conoscere anche ulteriori dettagli sull’analisi dei tabulati del cellulare del ragazzo, per ricostruire le sue ultime ore e sui quali sta lavorando la Polizia di Città di Castello.
A sconvolgere la comunità tifernate, oltre all’inaspettata tragedia, è stato il fatto che il ragazzo fosse davvero una persona per bene e benvoluta da tutti, assolutamente incensurato e senza mai un comportamento sopra le righe. Ora, all’indomani dell’autopsia, la salma del 33enne sarà riconsegnata ai familiari per i funerali.