Per il muratore di 56anni disposto l'obbligo di firma
Torna libero Piero Fabbri, il muratore di 56 anni arrestato a fine gennaio per la morte di Davide Piampiano, con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Per l’uomo è stato disposto il semplice obbligo di firma, tre giorni prima dell’udienza del Riesame in programma il 17 marzo.
La decisione del gip, procura dove l’inchiesta è stata trasferita in quanto la mamma del giovane è giudice onorario a Spoleto, è stata confermata dal legale dell’uomo, Luca Maori. Lo scorso 2 febbraio un’analoga richiesta era stata respinta dal gip di Perugia Piercarlo Frabotta perché il muratore avrebbe potuto alterare le indagini. Una motivazione che sarebbe venuta parzialmente meno con il ritrovamento, da parte dei carabinieri di Assisi, del bossolo del colpo fatale sparato quel pomeriggio partito proprio dal fucile di Piero Fabbri.
La difesa del 56enne, che si è detto “contento di uscire dal carcere“, seppure “con il cuore a pezzi per la morte del suo amico Davide” e pronto a tornare sul luogo della tragedia per fornire e corroborare la sua versione dei fatti (già smentita dalla famiglia in una lettera diffusa nei giorni scorsi), potrebbe a breve portare a casa anche un altro risultato, quello della derubricazione del reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo. La tesi sostenuta dalla difesa è che – a prescindere dal comportamento di Fabbri, che non ha allertato subito i soccorsi e tentato di nascondere le sue responsabilità – il 24enne sarebbe morto comunque per le ferite riportate dopo essere stato raggiunto dal colpo di fucile.