Quattro anni di reclusione per omicidio colposo: a chiederli, per la morte di Davide Piampiano, è stato il giudice Lorenzo Boscagli, nel processo con rito abbreviato che si sta svolgendo a Firenze e che vede imputato Piero Fabbri, accusato di aver esploso il colpo di fucile uccidendo il 24enne.
L’avvocato di Fabbri, Luca Maori si è allineato alle richieste dell’accusa, annunciando – secondo il Corriere dell’Umbria – di avere citato in giudizio civile l’assicurazione che non risarcisce il danno. Sono invece i legali di parte civile, Francesco Maresca e Franco Matarangolo, ad avere sollecitato, ancora
una volta, la riqualificazione del reato da omicidio colposo a volontario con dolo eventuale. I legali hanno inoltre chiesto di contestare l’omissione di soccorso e di poter produrre un video creato con realtà
aumentata in cui è stata ricostruita la dinamica del ferimento.
Nei mesi scorsi il giudice – che ora nell’udienza del 22 dicembre potrebbe emettere la sua sentenza o decidere per l’ammissione del video – aveva confermato l’accusa di omicidio colposo e non quella originaria, e più grave, di omicidio volontario, richiesta dai legali della famiglia Piampiano. Allo stesso tempo, però, ha anche rigettato la proposta di patteggiamento presentata dall’imputato con il via libera della procura.
Nel corso dell’udienza preliminare qualche mese fa accusa e difesa avevano “battagliato” sul reato da contestare a Piero Fabbri, che l’11 gennaio di due anni fa, con un colpo di fucile esploso durante una battuta di caccia al cinghiale, uccise il giovane 23enne. Come già anticipato nei mesi scorsi le ricostruzioni sono simili, ma è diversa l’ipotesi di reato: l’accusa è di omicidio colposo, con l’aggravante di aver commesso il fatto nonostante la previsione dell’evento.